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Limiti al cambiamento e all’espansione


Gli stati cercano di cambiare il sistema internazionale attraverso l’espansione territoriale, politica ed economica finché i costi marginali di un ulteriore espansione e cambiamento uguagliano o superano i benefici marginali. Nell’era imperiale questa espansione si verificò soprattutto attraverso la conquista territoriale. Nel mondo moderno l’unificazione interna e l’espansione economica nei mercati mondiali hanno accompagnato l’espansione territoriale prendendone in parte il posto. È stato notato che la crescita di potere di uno stato e la sua espansione tendono a rafforzarsi a vicenda poiché l’espansione fa aumentare il surplus economico e le risorse disponibili per lo stato in espansione. In assenza di forze controbilancianti questa situazione porterebbe logicamente alla creazione di un impero politico universale e di un monopolio economico globale. Però la crescita e l’espansione di uno stato e di un’economia incontrano ad un certo punto forze controbilancianti. Di conseguenza, i benefici marginali dell’espansione diminuiscono mentre aumentano i costi marginali facendo diminuire anche il surplus economico e ponendo un limite ad ulteriori espansioni.
Tra le forze controbilancianti che limitano l’espansione le più importanti storicamente sono state le barriere naturali e il gradiente della perdita di forza. I sistemi di trasporto, la topografia, il clima, le precipitazioni, la fertilità del suolo, le malattie ecc. influiscono sui costi e sui benefici delle espansioni e delle conquiste. Di conseguenza, nel momento in cui uno stato espande la sua base territoriale e la sua influenza politica, i benefici netti e il risultante surplus economico tendono a diminuire.
Una seconda forza controbilanciante che limita l’espansione di uno stato e il mutamento internazionale è l’emergere di potenze avversarie. A proposito dell’equilibrio di potenza, l’idea di unire le forze nel tentativo di resistere a uno stato in espansione è sempre stato un principio universale di una politica prudente. Benché questa tecnica non sia sempre efficace si manifesta una tendenza a creare un opposizione allo stato in espansione sotto forma di alleanze politiche ed economiche controbilancianti. Ciò che contraddistingue il mondo moderno è il fatto che questo sistema di equilibrare il potere col potere è divenuto una caratteristica sistematica e istituzionalizzata del sistema statale europeo e uno dei motivi principali per cui gli stati europei riuscirono a conservare la loro indipendenza.
Un terzo limite è la nozione che i fattori economici, tecnici e di altro tipo determinano la grandezza ottimale per le entità politiche in una particolare epoca storica. Al di sotto di questa grandezza lo stato non è in grado di generare risorse sufficienti per proteggersi e sopravvivere. Al di sopra della grandezza ottimale, diseconomie di scala, frammentazione politica e problemi derivanti dalla centralizzazione del comando cominciano a intaccare la posizione di uno stato in espansione e ad arrestarne l’ulteriore crescita. Più grande è l’unità più deve eccellere sui vicini per sopravvivere a lungo.
Il fatto che entità politiche di grandezza variabile coesistano in una data epoca ci fa pensare che la nozione di grandezza ottimale vada considerata con qualche riserva. Le dimensioni degli attori principali all’interno di un particolare sistema internazionale sono diverse da quelle di altri attori in altri sistemi. Inoltre, dato che le condizioni economiche e tecnologiche cambiano, la grandezza caratteristica delle potenze dominanti può aumentare o diminuire. Così la città-stato italiana fu eclissata dai più grandi stati nazionali europei, proprio come questi ora sono subordinati alla superpotenza continentale.
A meno che un attore non ricavi benefici dall’aumento delle dimensioni non avrà incentivi e capacità sufficienti a pagare in costi necessari all’espansione. Questa situazione limitava le dimensioni dell’organizzazione feudale. Sol quando il contesto economico-tecnico mutò fu possibile che si creasse una più vasta entità politica: lo stato nazionale. nel mondo contemporaneo gli sviluppi economici e tecnologici potrebbero richiedere anche unità di organizzazione politica più grandi.

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