Il colloquio per aree
Si può utilizzare il colloquio per aree:
* nella ricerca
* nel colloquio con le famiglie e in particolare con i genitori
* nel colloquio diagnostico.
Dato un argomento che ne è il cuore formulo le domande. Ad esempio tema: vissuto emotivo e mondo rappresentazionale della giovane coppia rispetto alla nascita del primo figlio.
1. sintomo
2. storia familiare
3. punto di vista del soggetto
4. relazioni interpersonali
- SINTOMO: in psicologia il sintomo è ciò che appare che può essere indagato attraverso l’anamnesi.
- AREE DA INDAGARE: quando è nato il problema, quali vissuti comporta, ha chiesto di sua spontanea volontà di partecipare al colloquio- il soggetto è ego distonico cioè sente sofferenza ed è lui che ha richiesto aiuto, oppure è stato inviato da altri (professionisti, servizi o familiari, amici) - il soggetto è ego sintonico cioè prova sofferenza ma è qualcun altro che l’ha inviato. In base a queste info si può evincere la motivazione: nel caso del ego sintonico la motivazione sarà più facilmente estrinseca- mentre sarà intrinseca col soggetto ego distonico.
- STORIA PERSONALE E FAMILIARE: devo farmi una visione completa del soggetto quali eventi porta e come li porta.
- AREE DA INDAGARE: chi è, cosa fa, rapporto con le figure genitoriali, gli eventi che hanno segnato la vita, figli, fratelli, moglie, marito, percorsi di vita importanti del passato e del presente.
- PUNTO DI VISTA DEL SOGGETTO: dipende dall’ideale del sé.
- AREE DA INDAGARE: come il soggetto si percepisce, cosa gli piace fare, gli anni della scuola, il grado di autostima, ecc..
- RELAZIONI INTERPERSONALI: dipende dall’età del soggetto.
- AREE DA INDAGARE: come si percepisce rispetto agli altri e come gli altri lo percepiscono.
Colloquio con i genitori: aree da indagare
1. sintomi: in che modo il comportamento si manifesta, come si sente il bambino, dove si colloca il problema rispetto al bambino.
2. storia familiare: famiglia di origine, storia dei genitori, ordine di nascita del bambino, lutti aborti, gravidanze, incidenti, eventi importanti per la coppia e la famiglia.
3. storia del bambino: età, aspetti della nascita e delle prime cure, sviluppo del linguaggio, sviluppo motorio, controllo sfinterico, la relazione che il bambino ha con gli altri, ecc. in relazione alle linee evolutive (A. Freud)
4. come i genitori valutano il problema, come lo vivono e come si sentono personalmente coinvolti: quanto la difficoltà produce effetti a livello emotivo sull’immagine del bambino in quanto genitori, in quanto sistema familiare. Atteggiamento emotivo dei genitori rispetto ai problemi del figlio. Quale colore affettivo: paura, ansia, vergogna, negazione, accentuazione. Confronto tra l’investimento ideale e quelle reale.
5. possibilità di alleanza terapeutica con i genitori
6. motivazione: spesso i genitori si sentono giudicati come educatori possono sentirsi delusi e frustrati nelle loro capacità. Sono spaventati. Devono essere rassicurati: dobbiamo lavorare assieme per il bambino (holding + counseling = contenimento delle ansie + aiuto/sostegno)
Il colloquio con la famiglia è sempre opportuno quando si lavora direttamente con i bambini visto che essendo in via di sviluppo la loro struttura cognitiva ancora non elaborata e complessa come quella adulta non aiuta a ricostruire un quadro omogeneo della situazione. Quando il soggetto è troppo piccolo per età o gravità del quadro patologico da non potersi prendere cura di sé stesso e riferire adeguatamente della propria storia è preferibile aggiungere un colloquio con i genitori. È importante accogliere il disagio e non voler sapere a tutti i costi perché interessa il colore affettivo e non cosa è avvenuto. Per analizzare lo sviluppo dei bambini ed avere un quadro diagnostico psicodinamico è funzionale l’utilizzo delle linee evolutive di Anna Freud ma si possono comunque usare in aggiunta i criteri di analisi di seguito riportati .
Analisi del colloquio con gli adulti:
1. PUNTO DI VISTA FORMALE: INFO COGNITIVE. Che tipo di linguaggio usa? Infantile/immaturo rispetto all’età, livello socio-culturale; pensiero chiaro e coerente? Ha una chiarezza ideativa?
2. PUNTO DI VISTA DEL CONTENUTO: EVENTI ACCADUTI. Esprime gli affetti con una vasta gamma oppure non li esprime rimanendo solo sul contenuto.
3. PUNTO DI VISTA INTERNO: DIMENSIONE INCONSCIA. Esempio quali conflitti rispetto agli obiettivi prefissati e le risorse reali.
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Dettagli appunto:
- Autore: Barbara Reanda
- Università: Università degli Studi di Perugia
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Teorie e Tecniche del colloquio
- Docente: Prof. Mazzeschi
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