Le caratteristiche dei partiti politici
Una delle definizioni più note ci viene da Max Weber: associazioni fondate su di un’adesione libera; forme organizzate orientate ad uno scopo che è quello di influenzare l’ordinamento e l’apparato di persone che guidano la comunità sociale e la loro strategia principale è la conquista di cariche elettive. Ancora la definizione di Downs: compagine di persone che cercano di ottenere il controllo dell’apparato governativo a seguito di regolari elezioni.
Oggi si può affermare che i partiti sono i mediatori tra le istituzioni pubbliche e la società civile, tra lo stato e i cittadini.
Une delle loro funzioni principali è quella della strutturazione delle domande, ossia l’organizzazione della volontà pubblica, semplificando il complesso degli interessi individuali. Allo stesso modo svolgono la strutturazione del voto, creando ordine nel caos degli elettori e attraverso la selezione delle candidature, i partiti fungono da reclutamento dei governanti. Inoltre devono sviluppare programmi politici da presentare agli elettori.
Downs propone un'interpretazione del fenomeno elettorale basato su un concetto di razionalità che in democrazia guiderebbe il comportamento sia degli elettori che degli eletti. Infatti secondo l’approccio razionale, l’individuo è capace di stabilire un ordine tra le varie alternative disponibili, e sceglie poi quella che si colloca più in alto nella sua graduatoria di preferenze. Questo perché gli individui posseggono delle informazioni sulla cui base scelgono, e così facendo chiedono agli eletti delle particolari decisioni.
Nel mercato elettorale che così si viene a creare, i candidati hanno come unico scopo quello dell’elezione e per ottenerlo formulano il migliore programma politico che gli possa portare il maggior numero di voti, un po’ come l’imprenditore che per assicurasi il mercato delle vendite cerca di produrre il prodotto che gli dia maggiori profitti.
Come nel mercato dove si parla di sovranità del consumatore così anche in politica si ha la sovranità dell’elettore, e infatti i rappresentanti politici una volta eletti cercano di soddisfare le richieste dei loro elettori per poi essere rieletti.
Ma questa dipendenza dei politici dal sostegno degli elettori rischia di avere un effetto negativo producendo debito pubblico e inflazione.
Altri studiosi hanno elaborato l’approccio identitario alla politica sottolineando che la costruzione di un’identità collettiva costituisce un presupposto per l’individuazione di benefici. Le identità collettive ci costituiscono attraverso un uso sofisticato dell’ideologia, come strumento per definire interessi collettivi di lungo periodo ai quali subordinare il godimento di vantaggi individuali e immediati.
Solo una volta costituita l’identità collettiva i rappresentati possono chiedere ai rappresentanti il soddisfacimento delle loro utilità offrendo loro in cambio fedeltà e lealtà nel voto. Solamente cos’ la politica diviene espressione di appartenenza a una comunità.
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Autore:
Marco Cappuccini
[Visita la sua tesi: "La comunicazione commerciale, ovvero come battere Berlusconi alle prossime elezioni"]
- Facoltà: Scienze della Comunicazione
- Esame: Scienza politica
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