Le trasformazioni dei partiti di massa
Robert Michels riporta nel corso dei suoi studi alcune degenerazioni dei partiti di massa. Una legge ferrea porterebbe alla trasformazione dei partiti che sono inizialmente strutture democratiche alla base che però alla fine diventano strutture dominate dall’oligarchia, cioè da un numero ristretto di dirigenti. Questo perché per guidare un’organizzazione complessa occorrono delle conoscenze tecniche specifiche che solamente poche persone hanno ed è così che si creano dei capi con poteri decisivi e il partito si frammenta in due parti: una minoranza dirigente e una maggioranza diretta.
Inoltre coloro i quali occupano cariche importanti e ha forti poteri decisionali col tempo si imborghesisce, distaccandosi dalla base e dalle origini del partito; e così chi arriva a svolgere funzioni parlamentari di vitale importanza per le sorti del partito stesso, comincia a pensare diversamente cercando più l’interesse personale che quello della comunità che rappresenta.
Tuttavia lo studioso Panebianco osserva che gli stessi dirigenti dei partiti, nonostante le loro competenze hanno sempre bisogno di seguaci che li sostengano e difatti il potere all’interno di un’organizzazione partitica è relazionale. Gli stessi fini e propositi da raggiungere non possono essere sostituiti e manipolati dai dirigenti ma bensì articolati.
La struttura organizzativa dei partiti tende così a variare e la loro evoluzione non è dettata da una legge ferrea ma dipende dai vincoli ambientali e dalle scelte strategiche dei leaders in relazione alla strategie da adottare per raggiungere gli obiettivi iniziali.
E ancora Otto Kirchheimer elabora il concetto di partito pigliatutto, per descrivere il nuovo tipo di partito che comincia a delinearsi nel secondo dopoguerra. Esso si caratterizza per la diminuzione del ruolo del singolo membro del partito; minore accentuazione del ruolo di riferimento di una specifica classe sociale; l’assicurare l’accesso a diversi gruppi di interesse; il rafforzamento dei gruppi dirigenti di vertice le cui azioni sono valutate per l’apporto all’efficienza del sistema sociale.
Il partito pigliatutto nasce in seguito all’indebolimento dei sentimenti di appartenenza di classe, delle credenze religiose e la riduzione dei conflitti sociali. L’obiettivo principale è il successo elettorale e per quello si mira al più vasto consenso possibile, che però indebolisce i rapporti diretti e privilegiati con particolari classi e gruppi d’interesse.
Ancora Panebianco propone il partito professionale elettorale; si indebolisce il rapporto con un elettorato di appartenenza che si identifica nel partito, cresce il ruolo dei leaders e aumenta il finanziamento dei gruppi d’interesse. Il cambiamento dovuto al mutamento socioeconomico e tecnologico, con maggiore influenza dei media, un pubblico più istruito e campagne personalizzate centrate sui singoli candidati.
Questo tipo di partito come quello pigliatutto è dal punto di vista dell’organizzazione debole, con scarse ambizioni di forgiare identità e si impone programmi a lungo periodo.
La crescita del finanziamento pubblico ha fatto parlare di cartel party, ovvero partiti che formano cartelli, cioè alleanze per ottenere risorse pubbliche. Questa sancisce l’allontanamento tra i partiti e le loro basi sociali, e quindi l’indebolimento dell’identificazione nel partito con la conseguenza dell’astensionismo elettorale.
Questi nuovi partiti sono formati da professionisti con campagne elettorali basate su forti investimenti nei media e nella comunicazione. Accordandosi per aumentare il finanziamento pubblico i partiti entrano in rapporti di reciproca complicità, facilitata anche dalla riduzione della distanza tra i partiti, che ora divengono veri e propri intermediari con lo Stato che mette a loro disposizione maggiori risorse.
Tale situazione rischia comunque di minare la leggitimità dei partiti che vengono spesso percepiti come apparati parassitari, lontani dalla società.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Cappuccini
[Visita la sua tesi: "La comunicazione commerciale, ovvero come battere Berlusconi alle prossime elezioni"]
- Facoltà: Scienze della Comunicazione
- Esame: Scienza politica
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