Questi appunti trattano dell'approccio educativo nei bambini zero-tre anni nei nidi dell'infanzia. Viene approfondita la teoria che considera i bambini 'persone' a tutti gli effetti e quindi degni della massima attenzione e cura. Il lavoro al nido viene scandagliato in tutte le sue componenti, dall'allestimento dell'aula, ai giochi, alla nutrizione, alle diverse età del bambino, al rapporto con le famiglie.
Bambini da zero a tre anni
di Anna Bosetti
Questi appunti trattano dell'approccio educativo nei bambini zero-tre anni nei
nidi dell'infanzia. Viene approfondita la teoria che considera i bambini 'persone'
a tutti gli effetti e quindi degni della massima attenzione e cura. Il lavoro al nido
viene scandagliato in tutte le sue componenti, dall'allestimento dell'aula, ai
giochi, alla nutrizione, alle diverse età del bambino, al rapporto con le famiglie.
Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
Facoltà: Scienze dell'Educazione
Corso: Scienze dell'Educazione
Esame: Pedagogia dell’infanzia1. Valori e principi su cui basare l'educazione al nido
I bambini nascono con un patrimonio genetico proprio e con distinte predisposizioni e personalità. Tuttavia
crediamo comunque che quello che succede loro dopo la nascita sia ben più significativo per determinare
che tipo di persone diventeranno. Questa convinzione comporta una notevole responsabilità per coloro che li
accudiscono negli anni più importanti della loro formazione.
La maggior parte dei libri sullo sviluppo del bambino parte dai filosofi de XVIII secolo, Rousseau e Locke.
Il primo credeva che i bambini dovessero godere della massima libertà per far sbocciare e crescere le loro
abilità naturali e la loro creatività; il secondo sosteneva che la mente di un fanciullo fosse una tabula rasa,
uno schermo bianco sul quale si scrive tutto ciò che i bambino impara.
In un certo senso noi siamo inclini alle teorie roussoniane. Ad esempi pensiamo che uno dei compiti più
importanti di un adulto che si prende cura di un bambino piccolo sia quello di farlo sentire felice per la
maggior part del tempo possibile. D’altra parte non pensiamo affatto che la libertà illimitata sia la chiave per
la felicità e lo sviluppo ottimale. Gli adulti hanno un ruolo basilare nella formazione del comportamento dei
bambini, ma essi possono decidere di svolgerlo assumendo un atteggiamento autoritario oppure di
cooperazione, attraverso un comando o una negoziazione. Esistono prove schiaccianti che il secondo
atteggiamento è di gran lunga il più efficace e genera meno conflitti e sofferenze.
Il gioco deve essere considerato estremamente importante da chi si prende cura di un bambino. Le lunghe
ore che i bambini passano negli asili devono essere occupate. I bambini annoiati sono irritabili e tristi.
Migliore sarà la qualità delle opportunità di gioco loro offerte, più piacevole sarà l’esperienza vissuta sia per
gli adulti che per i bambini.
Un certo numero di relazioni di ricerca dimostrano che l’elevato turnover del personale determina numerosi
cambiamenti delle persone che si occupano di un bambino e un basso livello di interazione adulto-bambino.
I bambini inclusi nei programmi dei nidi con educatrici più premurose hanno un migliore sviluppo cognitivo
e linguistico e hanno una migliore qualità sociale. I bambini piccoli iniziano a comunicare con un linguaggio
peculiare o gesti apparentemente senza significato, se la persona che se ne occupa non li conosce molto
bene.
I genitori sono le persone più importanti nella vita dei loro figli, un fatto che sia le scuole che gli asili nido
hanno riconosciuto con molta lentezza.
La cosa importante è assicurare la miglior comunicazione e comprensione possibile tra le educatrici del nido
e coloro che comunque provvederanno a fornirgli la parte maggiore delle cure. Il termine “genitore” in
realtà significa nove volte su dieci “madre”. I professionisti dell’infanzia devono riconoscersi una certa
responsabilità negli ultimi anni nell’aver rafforzato il concetto che è la madre a detenere un ruolo primario
nelle cure del bambino. Comunque bisogna riconoscere che il desiderio di includere gli uomini nel mondo
della prima infanzia riflette un valore che la maggior parte degli autori specialisti condivide.
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Bambini da zero a tre anni 2. Organizzare lo spazio per vivere, imparare e giocare al nido
L’ambiente fisico esercita una importante influenza su come le educatrici vivono il proprio lavoro e sulla
qualità dell’esperienza che possono offrire ai bambini.
Un nido è un luogo dove si vive, si lavora e si gioca. L’ambiente fisico deve tenere conto di queste diverse
funzioni. Esso deve combinare la comodità e la familiarità con l’organizzazione di una classe di scuola
materna ben gestita. Il suo aspetto complessivo dovrebbe offrire interesse e piacere sia ai bambini che agli
adulti. Poiché i fondi per gli asili nido sono sempre comunque scarsi, si deve ricorrere spesso all’utilizzo di
materiali di recupero.
Paesi come l’Italia danno molta importanza all’educazione visiva e artistica.
Riproduzioni di dipinti ed acquarelli possono essere molto attraenti per i bambini e possono essere spunto di
conversazione. Anche le educatrici hanno i loro gusti personali e possono aver piacere di appendere per un
certo periodo i quadri che preferiscono. La creazione di un ambiente che soddisfi l’occhio non è un qualcosa
che si fa una volta per tutte, ma che si rinnova continuamente.
Se si ha la possibilità di arredare una stanza partendo da zero, la cosa migliore è scegliere a colori tenui, non
troppo brillanti, per i mobili di base; saranno poi le educatrici che utilizzeranno la loro creatività per
adornare i muri, mettere tende, mobiletti, ricoprire i cuscini, appendendo quadri e tante altre cose facili da
spostare e da sostituire. Pavimenti forniti di moquette assorbono il rumore, danno l’impressione di uno
spazio più ampio e invitano a sedersi.
L’entrata
Lo spazio che accoglie le persone che entrano al nido per la prima volta necessita di una cura particolare.
Entrare in un luogo luminoso, con tappeti, sedie comode per l’attesa, piante, fotografie e quadri ben disposti
alle pareti dà una sensazione migliore rispetto ad un ingresso scuro con panche strette, cartelli con divieti e
arredi ammucchiati. È fondamentale dedicare un’attenzione speciale all’impatto visivo di questa zona sia per
coloro che visitano il nido per la prima volta, sia per coloro che ci vanno tutti i giorni.
Si possono mettere, ad esempio, fotografie ingrandite del quartiere e della vita che vi si svolge, fotografie
del personale del nido con il nome di ognuno, in modo che i genitori e i visitatori possano facilmente
identificare gli operatori, foto di bambini impegnati in attività di gioco. Ci sono messaggi di benvenuto in
lingue diverse per le famiglie che usano il servizio.
La quantità di informazioni che il personale espone nell’entrata può essere in contrasto con l’obiettivo di
mantenere questo spazio attraente ed informale. Troppi avvisi, infatti, possono dare una sensazione di
comunicazione burocratica e creare un effetto di confusione. E importante invece mantenere un occhio
critico su questo aspetto.
Noi dobbiamo fare il possibile per mantenere, in un nido, il livello di rumore al minimo. Questo significa
intervenire immediatamente quando i bambini piangono, non urlare o chiamarsi da una parte all’altra della
stanza; le superfici progettate per attutire suoni e rumori. Il rumore crea tensione al personale e inibisce lo
sviluppo del linguaggio dei bambini.
Ogni educatrice deve far fronte al quotidiano compito di tenere in ordine la stanza. La mancanza di spazio e
i continui spostamenti dei mobili possono rendere questo un aspetto del lavoro particolarmente estenuante.
Occorre perciò riflettere attentamente su come ridurre questi problemi. Il fatto inevitabile che i bambini
giocano, mangiano e talvolta dormono sempre nello stesso spazio, genera una sensazione di stress e di
restrizione che ha il suo impatto sia sui bambini che sugli adulti.
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Bambini da zero a tre anni
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Bambini da zero a tre anni 3. L’aspetto della sezione al nido
È importante che tutte le educatrici sentano la propria sezione sufficientemente attraente e ben organizzata in
modo da provare piacere e soddisfazione quando vi entrano ogni giorno.
L’arredo
Una buona organizzazione e disposizione del materiale da gioco è essenziale. Per permettere alle educatrici
di esercitare il ruolo del facilitare l’attività dei bambini, il materiale dovrebbe, per quanto possibile, essere
disposto in scaffali aperti, così i bambini possono prendere da soli quello che vogliono o chiedere quello che
preferiscono.
Un altro elemento importante, spesso trascurato, è quello di avere almeno due sedie a misura d’adulto in
ogni stanza, in modo da permettere all’educatrice e al genitore di stare comodamente seduti a chiaccherare.
Ogni stanza dovrebbe avere una sedia adatta a permettere all’educatrice di tenere in braccio e confortare un
bambino.
È bene essere selettivi rispetto alla quantità di oggetti pendenti, decorazioni appese e quadri o disegni messi
in mostra alle pareti. I disegni dei bambini più piccoli possono sembrare molto attraenti, ma solo se sono
montati con gusto, con uno sfondo scelto per armonizzare il colore dominante, e se sono ben fissati alle
pareti.
Occorre anche fare attenzione alle finestre: pulite e sgombre fanno una notevole differenza nella stanza.
Il coinvolgimento dei bambini più grandi per pulire e riordinare può richiedere al personale uno sforzo
maggiore dal momento che gli adulti farebbero più in fretta da soli. Ma di solito è possibile organizzarsi in
modo che adulti e bambini si aiutino e provino soddisfazione accompagnata da un senso di successo.
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Bambini da zero a tre anni 4. Come organizzare un gruppo sezione per i bambini più piccoli
La stanza per i bambini più piccoli deve combinare il senso di spaziosità con quello di intimità. Ci capita
talvolta di vedere le stanze occupate dai letti. Una soluzione è quella di usare materassini ben rivestiti in un
angolo, dove i bambini possono essere messi a dormire (o ci vanno da soli) quando sono stanchi.
L’educatrice che controlla questa parte della stanza può sedersi su una sedia bassa e comoda.
La moquette è fondamentale per i bambini che iniziano a mettersi in posizione eretta e a muovere i primi
passi perché stando a piedi nudi le loro dita “prensili” possono fare presa sul suolo durante la conquista
dell’equilibrio necessario per camminare. Una moquette che copra l’intera superficie ha l’ulteriore vantaggio
di attutire i rumori, e l’inevitabile spargimento di pappa durante i pasti può essere ovviato mettendo un
tappetino di tela cerata sotto il tavolo che potrà essere poi tolta e lavata altrove.
L’accesso diretto ad un’area esterna coperta e/o ad un giardino è un grosso vantaggio, che permette ai
bambini di spostarsi liberamente dall’interno all’esterno della stanza e che permette ai più piccoli di dormire
nelle carrozzine all’aria aperta. Il giardino per i bambini al di sotto dei due anni dovrebbe essere separato dal
resto dello spazio da un basso steccato in modo da non essere isolati dagli altri bambini, ma da essere
protetti da scontri o colpi accidentali dei bambini più grandi che nel gioco all’aperto usano tricicli,
macchinine.
Se le varie attrezzature sono messe (e continuamente rimesse) in posti specifici della stanza, anche i bambini
molto piccoli impareranno presto a rispondere alla richiesta dell’adulto “Rimetti la bambola nel suo lettino”
oppure “Questo va con gli altri libri in quell’angolo”. Queste semplici istruzioni, direttamente collegate
all’azione, e che evocano il sorriso e il “grazie” dell’adulto, creano una genuina esperienza di
collaborazione, che non è necessario rendere opprimente.
Una volta che le educatrici avranno raggiunto una sistemazione che ritengono soddisfacente, la cosa
migliore è che ogni attività venga svolta sempre nello stesso posto. Questo dà ai bambini un senso di
sicurezza e competenza. Noi sosteniamo come pratica standard che la sezione di un gruppo sopra i due anni
abbia le seguenti aree caratterizzate, sebbene spesso non ci sarà lo spazio sufficiente per far sì che le
posizioni restino fisse.
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Bambini da zero a tre anni 5. I vari ambienti della sezione al nido
L’angolo tranquillo
Durante una lunga giornata al nido è essenziale allestire uno spazio raccolto e tranquillo per riposare,
sfogliare libri, riviste, cataloghi o raccolte di cartoline.
Le cose indispensabili sono una moquette e cuscini in abbondanza, grandi e piccoli. Un materasso sul
pavimento e un altro contro il muro sono molto utili per sedersi o distendersi e, se c’è spazio, una poltrona
bassa o un divanetto.
Giochi di immaginazione e di finzione
Questi tipi di gioco abbracciano una vasta area di azione e possono essere fatti ovunque, ma sembrano
diventare particolarmente stimolanti in quello che è solitamente chiamato “Angolo della casa”.
Questo angolo necessita di un arredo speciale, un tavolino basso e due sedie, non quelle di uso comune al
nido; le seggioline di vimini sono ideali. La “cucina a gas” può essere una scatola di legno capovolta con un
disegno per rappresentare i fornelli, che possono anche essere fatti di sottobicchieri di paglia o pezzi di
sughero incollati. È bene avere una piccola credenza o alcuni scaffali per poterci mettere pentole, posate,
piatti, tazze e piattini.
L’equipaggiamento della cucina dovrebbe essere vero e non fatto da giocattoli, così i bambini possono
identificarlo con quello di casa.
Giochi al tavolo
Nella sezione i tavoli sono generalmente utilizzati in tre modi: per i pasti; per giochi di manipolazione; o
quando un’educatrice conduce un’attività che si svolge più facilmente se si sta seduti al tavolo. Ad esempio
se si gioca con la pasta per il pane, se si fanno dei biscotti o la macedonia per il pranzo, se si taglia qualcosa
o si impasta.
Importante per la buona manutenzione degli oggetti che si usano quando si è seduti al tavolo è di tenerli in
scatole di legno resistenti e basse, non nelle scatole di cartone nelle quali vengono venduti, che non
resisteranno all’uso che ne farà il gruppo.
Giochi a terra
Un’area liscia e coperta di moquette è ottima per costruire torri e usare i blocchi di legno e costruzioni di
diverse misure. Ogni gioco deve avere la sua scatola, posta sul pavimento o in scaffali a portata di mano.
Un altro gioco utile è la pista delle macchinine con strade disegnate sul pavimento e tunnel, ponti, piante,
personaggi in miniatura. Le macchinine di metallo, gli autobus, l’autopompa, l’ambulanza, il trattore, i
camion, etc., dovrebbero avere ognuno il proprio “garage” così i bambini possono metterli via alla fine del
gioco. Si dovrebbe mettere anche una fattoria o uno zoo con tutti gli animali, con un posto apposito in uno
scaffale vicino.
Giochi con la sabbia
Se c’è posto, nella stanza può essere sistemato un grosso catino o un vasca con della sabbia ma con una
copertura, non troppo ingombrante, da poter togliere e mettere facilmente, perché non è necessario che sia
sempre disponibile per i bambini. Se esiste un’area lavabile, quello è il posto migliore dove metterlo.
La sabbia deve essere lavata regolarmente altrimenti prende cattivi odori e non è più igienica. Questo è un
compito che può piacere anche ai bambini più piccoli (non più di due). Riempire il secchiello con l’acqua,
lasciando il rubinetto aperto finché l’acqua non trabocca. Chiudere l’acqua. Muovere la sabbia sul fondo per
far risalire lo sporco. Quando si riapre l’acqua, porta via lo sporco già in superficie. Potete aggiungere anche
qualche goccia di disinfettante.
Anna Bosetti Sezione Appunti
Bambini da zero a tre anni Qualche volta la sabbia può essere asciutta, ma è meglio tenerla umida per evitare che venga lanciata negli
occhi o nei capelli.
Giochi con l’acqua
I bambini giocano con l’acqua nel corso della giornata al nido: quando aiutano a lavare e pulire i giochi e i
tavoli, quando lavano i vestiti delle bambole, quando bagnano le piante e soprattutto in bagno. La persona di
riferimento può concedere al suo gruppetto di sperimentare senza fretta l’acqua corrente. I rubinetti dei
lavabi offrono la possibilità di cercare di afferrare con le mani l’acqua che scende e lì si possono osservare i
mulinelli quando l’acqua scompare nello scarico. I grembiulini devono essere a portata di mano e
abbastanza lunghi per coprire le scarpe, altrimenti le gocce che cadono bagnerebbero i piedi.
Il bagno delle bambole è un’operazione a sé che necessita di una sua specifica attrezzatura: una vaschetta,
una spugna, del sapone, del talco, un asse per cambiarle e delle salviettine appese ordinatamente.
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Bambini da zero a tre anni 6. La persona di riferimento al nido
In molti servizi sociali è una pratica consolidata quella di conferire ad una specifica persona la responsabilità
di un particolare utente.
Il sistema basato sulla persona di riferimento prevede di approfondire anche il rapporto con il/i genitore/i del
bambino.
Per un’educatrice che svolge il ruolo di persona di riferimento può essere molto stressante seguire un
bambino che lei sente trascurato o poco amato da un genitore. Le emozioni generate sono intense.
L’educatrice è portata a desiderare che se riuscisse a rimpiazzare il genitore inadeguato tutto andrebbe bene.
L’intimità personale è un elemento che spesso manca in ogni genere di istituzione, ma questo ha effetti
molto gravi per i bambini piccoli. Gran parte delle comunicazioni dei bambini che non sanno ancora parlare
avviene attraverso il tatto e la manipolazione.
Il momento della giornata che più spesso è descritto come più caotico è quello della fine delle attività del
mattino, mentre i bambini vanno in bagno, si mette in ordine la sala e si preparano i tavoli per il pranzo.
Questo è il momento più opportuno per ogni adulto di diventare il centro del proprio gruppetto, fino a che il
pranzo non è finito.
Quando il materiale di gioco e delle varie attività è stato riordinato, ogni educatrice si ritira con il suo
gruppetto di bambini, per il quale è la persona di riferimento, in un angolino tranquillo. L’educatrice ha il
proprio spazio che, durante il periodo che precede il pranzo, può essere definito “l’isola dell’intimità”.
Dovrebbe essere sempre lo stesso angolo, reso confortevole da tappeti e cuscini, dove l’educatrice ha la
possibilità di un momento tranquillo per osservare e ascoltare i bambini del suo gruppo.
Durante questa fase, in un momento stabilito da tutte le educatrici, ogni gruppetto va in bagno con la
persona di riferimento.
Fino a che il carrello delle vivande non si trova realmente in sala, i gruppetti rimangono con le rispettive
educatrici nei propri angolini. Questo evita di far sedere i bambini a tavola prima che il cibo sia servito, cosa
che crea sempre confusione e inquietudine. Talvolta ai bambini vengono dati libri da sfogliare, cantano delle
canzoncine oppure fanno dei giochi con le mani durante l’attesa.
Ci sono due punti riguardo all’organizzazione sui quali trovare un accordo: il primo, che sia un’ausiliaria o
un volontario a portare in sala il carrello delle vivande in modo che l’educatrice non sia costretta a lasciare il
suo gruppetto; secondo, durante questo lasso di tempo, prima, durante e subito dopo il pranzo, che le
educatrici non ricevano telefonate, se non in caso di vera emergenza.
Quando arriva il carrello delle vivande, la persona di riferimento di ogni gruppetto va a tavola con i bambini.
Una volta seduta tutto dovrebbe essere a portata di mano, così da non doversi più alzare - cosa essenziale se
vuole godersi il suo pranzo almeno un po’.
Un modo per ridurre o modificare la sensazione di perdita che si genera nel bambino quando la “sua”
persona di riferimento è assente è quello di fare un piano preventivo in queste circostanze in modo da avere
una precisa persona in alternativa. Prendiamo ad esempio le ferie. La data precisa di queste assenze
solitamente si conosce in anticipo. La persona di riferimento dovrebbe spiegare ai suoi bambini che non ci
sarà per un certo periodo, e dire il nome dell’educatrice che li accudirà al suo posto. Anche i genitori devono
essere avvertiti. Quando il bambino arriverà al nido, il giorno in cui la sua educatrice è in vacanza,
l’educatrice che la sostituisce prenderà l’iniziativa per fargli capire che lo stava aspettando e che è il
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Bambini da zero a tre anni