Organizzare lo spazio per vivere, imparare e giocare al nido
L’ambiente fisico esercita una importante influenza su come le educatrici vivono il proprio lavoro e sulla qualità dell’esperienza che possono offrire ai bambini.
Un nido è un luogo dove si vive, si lavora e si gioca. L’ambiente fisico deve tenere conto di queste diverse funzioni. Esso deve combinare la comodità e la familiarità con l’organizzazione di una classe di scuola materna ben gestita. Il suo aspetto complessivo dovrebbe offrire interesse e piacere sia ai bambini che agli adulti. Poiché i fondi per gli asili nido sono sempre comunque scarsi, si deve ricorrere spesso all’utilizzo di materiali di recupero.
Paesi come l’Italia danno molta importanza all’educazione visiva e artistica.
Riproduzioni di dipinti ed acquarelli possono essere molto attraenti per i bambini e possono essere spunto di conversazione. Anche le educatrici hanno i loro gusti personali e possono aver piacere di appendere per un certo periodo i quadri che preferiscono. La creazione di un ambiente che soddisfi l’occhio non è un qualcosa che si fa una volta per tutte, ma che si rinnova continuamente.
Se si ha la possibilità di arredare una stanza partendo da zero, la cosa migliore è scegliere a colori tenui, non troppo brillanti, per i mobili di base; saranno poi le educatrici che utilizzeranno la loro creatività per adornare i muri, mettere tende, mobiletti, ricoprire i cuscini, appendendo quadri e tante altre cose facili da spostare e da sostituire. Pavimenti forniti di moquette assorbono il rumore, danno l’impressione di uno spazio più ampio e invitano a sedersi.
L’entrata
Lo spazio che accoglie le persone che entrano al nido per la prima volta necessita di una cura particolare. Entrare in un luogo luminoso, con tappeti, sedie comode per l’attesa, piante, fotografie e quadri ben disposti alle pareti dà una sensazione migliore rispetto ad un ingresso scuro con panche strette, cartelli con divieti e arredi ammucchiati. È fondamentale dedicare un’attenzione speciale all’impatto visivo di questa zona sia per coloro che visitano il nido per la prima volta, sia per coloro che ci vanno tutti i giorni.
Si possono mettere, ad esempio, fotografie ingrandite del quartiere e della vita che vi si svolge, fotografie del personale del nido con il nome di ognuno, in modo che i genitori e i visitatori possano facilmente identificare gli operatori, foto di bambini impegnati in attività di gioco. Ci sono messaggi di benvenuto in lingue diverse per le famiglie che usano il servizio.
La quantità di informazioni che il personale espone nell’entrata può essere in contrasto con l’obiettivo di mantenere questo spazio attraente ed informale. Troppi avvisi, infatti, possono dare una sensazione di comunicazione burocratica e creare un effetto di confusione. E importante invece mantenere un occhio critico su questo aspetto.
Noi dobbiamo fare il possibile per mantenere, in un nido, il livello di rumore al minimo. Questo significa intervenire immediatamente quando i bambini piangono, non urlare o chiamarsi da una parte all’altra della stanza; le superfici progettate per attutire suoni e rumori. Il rumore crea tensione al personale e inibisce lo sviluppo del linguaggio dei bambini.
Ogni educatrice deve far fronte al quotidiano compito di tenere in ordine la stanza. La mancanza di spazio e i continui spostamenti dei mobili possono rendere questo un aspetto del lavoro particolarmente estenuante. Occorre perciò riflettere attentamente su come ridurre questi problemi. Il fatto inevitabile che i bambini giocano, mangiano e talvolta dormono sempre nello stesso spazio, genera una sensazione di stress e di restrizione che ha il suo impatto sia sui bambini che sugli adulti.
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Dettagli appunto:
- Autore: Anna Bosetti
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Scienze dell'Educazione
- Corso: Scienze dell'Educazione
- Esame: Pedagogia dell’infanzia
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