La cura del corpo dei bambini al secondo anni di vita
Per un bambino di circa due anni una quantità non indifferente della sua giornata sarà dedicata all’accudimento dei suoi bisogni fisici. Troppo spesso questo compito è considerato come una semplice questione di routine, e quindi spesso ci si fa aiutare da un’altra educatrice a caso.
L’accudimento fisico può essere invece una delle migliori opportunità, durante un’intera giornata, in cui l’adulto e il bambino possono avere una comunicazione uno-a-uno e un momento di gioco spontaneo.
Il controllo degli sfinteri
Nell’approccio all’”educazione al bagno”, probabilmente verso la fine dei due anni, il fattore significativo è il rapporto che il bambino ha con la persona che gli chiede di collaborare.
Se si inizia a casa ad abituare il bambino a fare i suoi bisogni nel vasino, è importante che l’approccio della famiglia sia in armonia con quello del nido.
Quando un bambino sta imparando a chiedere e ad usare il vasino ci sono ancora momenti della giornata in cui tiene il pannolino, ad esempio quando si prepara per andare a dormire. Spesso l’educatrice ha bisogno di metterlo sul fasciatoio, specialmente se deve lavarlo. I bambini, per affermare il loro legittimo desiderio di autonomia, a volte mettono a dura prova la pazienza dell’educatrice, ad esempio opponendosi al pannolino o non volendo stare fermi per farsi sistemare.
Un modo positivo per affrontare questi momenti della giornata è di procurarsi una scaletta con due gradini e invitare il bambino a salire da solo sul fasciatoio. Così mostreremo inoltre al bambino che rispettiamo la sua responsabilità nella cura del corpo e che non intendiamo forzarlo né sottometterlo al nostro potere.
C’è un periodo in cui il bambino si rifiuta di stare sul vasino e l’adulto può interpretare questo atteggiamento come un atto di ostilità. Tuttavia, nelle situazioni in cui il bambino ha il controllo del proprio corpo, non c’è modo per l’adulto di “vincere”, ed è quindi più saggio accettare garbatamente questo comportamento. Un bambino che rifiuta insistentemente il vasino può darsi che abbia vissuto un’esperienza di eccessiva severità a casa, e se il problema persiste è bene parlarne con i genitori.
Lavarsi la faccia, asciugarsi le mani e spazzolarsi i denti sono tutte azioni che servono a prendersi cura del proprio corpo e ci fanno stare meglio con noi stessi. L’innegabile piacere che si vede sulla faccia di un bambino quando, durante un bagno rilassante, sente le mani della persona di riferimento che delicatamente gli pettina o spazzola i capelli, lo aiuta a lavarsi e gli dice quanto è bello, sottolinea il valore di questa cura dettagliata per la propria persona.
Nel processo di educazione riguardante i propri bisogni fisiologici noi chiediamo al bambino di rinunciare al piacere di toccare il prodotto del suo corpo ma gli forniamo delle alternative. L’energia attivata dall’interesse immediato e primitivo del proprio corpo si trasferisce in attività creative con materiali quali l’argilla, l’acqua, l’impasto per il pane, la sabbia e la pittura con le dita.
Un particolare della cura del proprio corpo è l’eterno compito di pulire il naso ai bambini quando non riescono ancora a farlo da soli. Insegnare ai bambini come soffiarsi il naso è uno dei passi verso la cura di se stessi.
Un altro aspetto importante è dove si mettono i fazzoletti usati. Una possibilità è quella di chiedere al bambino al quale abbiamo fatto soffiare il naso di andare a buttare il fazzoletto nel cestino, oppure può farlo anche l’adulto per non disturbare il gruppetto. L’uso della carta igienica per pulirsi il naso confonde le idee al bambino piccolo che si trova nella fase in cui deve comprendere i diversi processi del corpo.
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Dettagli appunto:
- Autore: Anna Bosetti
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Scienze dell'Educazione
- Corso: Scienze dell'Educazione
- Esame: Pedagogia dell’infanzia
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