Sequenze di "Histoire d'un crime" di Ferdinand Zecca
1 – Siamo all’interno di una banca, al di qua di un ufficio dove il guardiano dorme e nel frattempo è entrato un ladro. Il ladro uccide il guardiano. La veduta è frontale. Non esiste l’idea di privilegiare una figura piuttosto che un’altra. L’illuminazione è piatta. La prima e la seconda veduta sono legate da dissolvenza.
2 – In un caffè vediamo il ladro giocare a carte. Improvvisamente la polizia lo arresta. Nuovo legame con la veduta successiva grazie all’uso della dissolvenza.
3 – Il confronto: il ladro viene messo a confronto con il cadavere, finisce con il cedere e ammettere la sua colpa. L’impostazione della veduta è tale che il pubblico in quest’unica inquadratura possa vedere tutti gli elementi (il ladro, la polizia, il cadavere) rinchiusi in questo piano. Valenza della composizione pittorica molto forte. Nuova dissolvenza.
4 – Interno cella. Sulla destra vediamo la guardia che dorme, mentre sulla sinistra possiamo ammirare il ladro fare la stessa cosa. Sopra di lui si apre un sipario posto all’interno della parete che ci mostra i sogni del ladro che ripercorre in progressione la propria vita. L’effetto di luce dato dal sipario che scende e risale contribuisce a cambiare le scene e a far avanzare il racconto della vita del protagonista. Dopo due scene familiari vediamo il protagonista in una locanda abbandonarsi all’alcol.
5 – Interno cella. Le posizioni ora sono ribaltate. La guardia è a sinistra e il ladro a destra. Entrano alcuni uomini che accompagneranno il condannato a morte verso la sua esecuzione. Vediamo la scena svolgersi nella sua interezza: da quando entrano gli uomini a comunicare al ladro la sua imminente morte a quando la cella si svuota completamente. Ennesima dissolvenza
6 – Un fondale dipinto fa da sfondo alle attività preparatorie che accompagnano l’esecuzione. Il condannato viene fatto sedere, legato e poi coperto con degli stracci, mentre sopraggiunge un prete che gli commina la benedizione. Di nuovo la veduta dura finchè l’azione non si conclude nella sua interezza. Passaggio alla nuova veduta segnato da dissolvenza.
7 – Un portone si apre e mostra un disegno in prospettiva che rappresenta una ghigliottina. Il prigioniero viene condotto verso il portone e proprio mentre dovrebbe iniziare a percorre il tragitto che lo conduce verso la ghigliottina si verifica una nuova dissolvenza.
8 – La dissolvenza precedente ci porta laddove vi è la ghigliottina. Nuovo cambio di campo quindi. Con la tecnica dello stop motion il corpo dell’uomo viene sostituito da quello di un pupazzo che viene decapitato. Così si conclude l’azione.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Vincenzo Valerio
[Visita la sua tesi: "La fortuna critica italiana de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli"]
- Università: Università degli Studi di Milano
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Teoria e analisi del linguaggio cinematografico
- Docente: Elena Dagrada
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