Storia e tecniche didattiche intraprese dalla televisione italiana a partire dai suoi esordi e ricostruzione delle serie televisive realizzate da Roberto Rossellini sottoforma di documentari
Applicazioni didattiche della televisione
di Silvia Lozza
Storia e tecniche didattiche intraprese dalla televisione italiana a partire dai suoi
esordi e ricostruzione delle serie televisive realizzate da Roberto Rossellini
sottoforma di documentari
Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
Facoltà: Lettere e Filosofia
Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello
Spettacolo
Esame: Applicazioni didattiche della televisione
Docente: Claudio Bondì1. Cos'è la televisione didattica/educativa
Le trasmissioni televisive in italia iniziano nel 1954, dopo alcuni anni di prove tecniche, prima a Torino
(come anche la radio, sempre a Torino), c'è solamente la Rai inizialmente, e c'è solamente Rai 1.
Il tipo di offerta della Rai in quegli anni era dedicata a un pubblico medio/basso dal punto di vista della
cultura e bisognava risolvere dei problemi di linguaggio in quanto molta gente parlava solo il dialetto -->
inizia l'unificazione della lingua. Molte trasmissioni utilizzarono un italiano letterario, un po' artefatto, che
era una lingua "educativa", e non quella di tutti i giorni, tratta dai grandi romanzi/teatro/letteratura/poesia.
Tra i primi prodotti della televisione (che era esclusivamente in diretta) c'erano molti programmi che si
occupavano di arte, letteratura e storia (1954-1960 circa).
- Creato un programma, di grandissimo successo, dove veniva riproposta la scuola elementare, dalla prima
alla quinta.
- Il musichiere: programma tipo "sarabanda" che unifica una lingua anche "meno alta"
La televisione nasce quasi immediatamente con un progetto didattico/educativo (anche se l'italia arriva alla
televisione in ritardo rispetto agli USA per colpa della guerra --> le formule di riferimento sono i programmi
americani, vengono importati i format e adattati).
Show americani ritradotti in italiano, con l'oversound --> molto buffi.
La registrazione dei programmi era molto complicata.
Tra la fine degli anni '60 e la prima metà degli anni '70 la televisione educativa prende anche una forma più
concreta, strutturandosi nel dipartimento "scuola educazione" per proporre e realizzare programmi che non
fossero solamente legati alla alfabetizzazione, ma raccontare il paese tramite temi (storia dell'arte, storia,
agricoltura).
I programmi nel tempo si moltiplicarono, arrivando a coprire circa 3 ore al giorno (14.30 – 17.30); alle
17.30 iniziava la tv dei ragazzi, didattica, che utilizzava però linguaggi più spettacolari, anche con la
partecipazione dei linguaggi stessi.
Seconda metà degli anni '70 : grande riforma della televisione.
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Applicazioni didattiche della televisione 2. Il problema della divulgazione della cultura
Il problema della divulgazione della cultura nasce prima della televisione --> enciclpedia dei grandi filosofi
francesi che, sovvertendo l'uso dell'epoca, progettarono un'enciclopedia che fornisse a tutti le conoscenze
per imparare qualsiasi cosa.
Linguaggio divulgativo : rivolgersi al volgo --> Vengono creati gruppi di studio che cominciarono a scrivere
e a fare interviste a persone del popolo per poter tradurre in termini conoscitivi accessibili le varie parti
dell'enciclopedia.
Diderot suggerisce la prospettiva di andare incontro alle classi subalterne e un nuovo modo di organizzare il
lavoro (prima = si imparava nelle botteghe). Metodo di apprendimento LAICO --> enciclopedia raccolta in
termini non ricattabili.
In america la televisione nasce come volano di trasmissione non della cultura ma del mercato =
prolungamento del prodotto/fabbrica --> le ore di trasmissione erano pochissime rispetto a quelle di
pubblicità --> in italia il contrario.
Lenin riprende l'idea dell'enciclopedia (utopica) nella rivoluzione d'ottobre.
Rai : educare, informare, divertire : cose che devono coesistere.
Prima metà degli anni '60: il programmista/direttore è molto attento anche ai legami pubblicitari con il
programma --> i programmi di telescuola non possono avere la pubblicità, in quanto c'era poca gente che la
vedeva.
Lenin considera la cultura il fondamento su cui si basava l'ipotesi di fare avanzare la popolazione russa
verso il socialismo.
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