Riassunto del libro "L'ermeneutica del soggetto". Foucault ripercorre la tradizione della cura di sè, concetto sviluppato da vari pensatori a partire dall'"Alcibiade" di Platone. La cura di sè come conoscenza di sè stessi e degli altri dallo stoicismo al periodo ellenistico, fino alla spiritualità della meditazione cristiana sulla vita e sulla morte.
Ermeneutica del soggetto
di Dario Gemini
Riassunto del libro "L'ermeneutica del soggetto". Foucault ripercorre la
tradizione della cura di sè, concetto sviluppato da vari pensatori a partire
dall'"Alcibiade" di Platone. La cura di sè come conoscenza di sè stessi e degli
altri dallo stoicismo al periodo ellenistico, fino alla spiritualità della meditazione
cristiana sulla vita e sulla morte.
Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Esame: Storia della medicina
Titolo del libro: L'ermeneutica del soggetto
Autore del libro: Foucault
Editore: Feltrinelli
Anno pubblicazione: 20031. Ermeneutica del soggetto. Occuparsi di sè
La filosofia vuole determinare per il soggetto le condizioni di accesso alla verità, grazie a pratiche di
spiritualità. La verità va guadagnata, non è data. L’età moderna comincia quando è la conoscenza a dare
accesso alla verità, senza modificare se stessi. Nell’Alcibiade appare lo gnothi seauton come invito alla
prudenza per l’esercizio del potere, come necessità pedagogica e monito per giovani. Ma cos’è il sé di cui
occuparsi? Il problema nasce tra giovani aristocratici.
Occuparsi del sé è occuparsi dell’anima intesa come soggetto dell’azione. Cura di sé qui è solo cura
dell’anima, non c’entra il corpo. Come ci si cura? Conoscendo se stessi. In Platone tutto è subordinato alla
conoscenza di sé. Conoscersi avviene grazie alla conoscenza del divino. Conoscersi si identifica con la
Giustizia. Dopo aver visto Dio possiamo scendere nel mondo. Gnothi seauton come forma principale della
cura di sé. Dietetica economica ed erotica non sono incluse nella cura di sé.
Ora con l’età ellenistica curarsi di sé vale per tutti e si fa per se stessi. Prima l’unica forma della cura di sé
era la conoscenza di sé, ora ci si occupa di sé anche in altri modi. La cura si estende all’intera vita e l’età
prediletta è quella di mezzo. Kairos vs Hòra. Si comincia dal correggere e dal raschiare, e questa è una
funzione tipica della medicina.
Vedi in comune la nozione di pathos degli stoici e i suoi 6 stadi. I terapeuti curano anima e corpo.
Therapeuin: atto che guarisce – servitori che obbediscono – tributano un culto.
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Ermeneutica del soggetto 2. Cura di sè nell'Alcibiade
Vecchiaia come momento della ricompensa. Ma curarsi non è una legge perché non tutti possono
permetterselo, e la cosa si svolge in gruppi chiusi.. Le forme di esclusione in atto sono i gruppi chiusi e la
capacità di otium. Cosa significa esser soggetti nell'età ellenistica? Avere un rapporto pieno con sé. Lo
stultus è disperso nel tempo (no memoria) e nello spazio (no volontà). Forme istituzionali: ellenica = scuola.
Romana = consigliere privato. La pratica di sé diviene pratica sociale ed il filosofo non è più uomo divino e
ispirato.
Primato dell’Alcibiade. Il rapporto politico-catartico suscita problemi tra i neoplatonici. Ma la pratica di sé
nell’ellenismo comincia lentamente a concludersi nel sé, senza il momento politico, e la cura di sé ad
identificarsi con l’arte dell’esistenza. Si sviluppa la cultura (organizzazione gerarchica di valori accessibili a
tutti ma con tecniche speciali) di sé e la filosofia è assorbita dalla spiritualità. Nozione di salvezza senza
riferimenti a un altro mondo.
TERMINI CHIAVE
Terapeutica= attività curativa spirituale
Iatrica = attività curativa del corpo.
Egkrateia = dominio di sé
Hexis = modo d’essere
Protreptikos = in grado d impartire un insegnamento protrettico (conduce l’anima nella buona direzione)
Elegktikos = abile nell'arte della discussione
Sozein = salvare, liberare da un pericolo, proteggere, custodire..
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Ermeneutica del soggetto 3. Cura e conoscenza di sè
Rapporto tra cura di sè (epimeleia heautou) e conoscenza di sè nella storia del pensiero occidentale. La
formula che fonda la questione del rapporto soggetto-verità è lo gnothi seauton. Perchè? All'inizio ha altri
significati, legati ai 3 precetti delfici ( NIENTE DI TROPPO = fare solo domande utili al dio; non vincolarsi
a cose che non puoi onorare; gnothi seauton = esamina bene le domande da porre). Con Socrate lo g.s.
appare nella filosofia associato alla cura di sè, come 1 sua forma o applicazione (tra i tanti modi di curarsi di
sè c'è il conoscersi). La nozione di cura di sè è importante in tutte le scuole, ma anche al di fuori dei filosofi,
coinvolge la società ellenistica e romana, e compare nel cristianesimo, in plotino, nell'ascetismo cristiano. la
nozione si amplia e si modifica. Essa è un atteggiamento, ma anche una conversione di sguardo. Affinità di
epimeleia con meletè = esercizio e meditazione. Epimeleia allude anche ad azioni da fare su di sè.
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Ermeneutica del soggetto 4. Spiritualità e conversione. Accesso alla verità
Ma come mai la nozione di epimeleia è stata così trascurata dagli studiosi? forse per la sua carica di
separazione dalla società. Ma paradossalmente le regole austere della mentalità moderna e cristiana sono
state riprese dall' e. h. ma in un clima diverso. Ragione essenziale 1: il momento cartesiano. torniamo
indietro e definiamo la filosofia come forma di pensiero che vuole determinare le condizioni di accesso del
soggetto alla verità. Le pratiche attinenti le diciamo spiritualità. La spiritualità ha 3 caratteri: 1) la verità non
è concessa al soggetto di diritto, ma guadagnata modificandosi 2) la conversione implica ascensione, forme
di eros e askesis. 3 )la verità illumina il soggetto dandogli la tranquillità dell'anima. Nell'antichità il
problema filosofico dell'accesso alla verità e quello della pratica d spiritualità son connessi. l'ingresso nell'
età moderna si ha quando si ammette che solo la conoscenza dà accesso alla verità. Il filosofo ha accesso
alla verità senza modificare se stesso, dunque così com'è è capace di verità. Ma non esisterà più l'istante dell'
illuminazione, e la verità non salverà più il soggetto.
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Ermeneutica del soggetto 5. Spiritualità dopo Cartesio
La dissociazione tra i 2 punti di prima non è brusca, ma inizia da molto tempo con la teologia come
riflessione razionale. non vi era opposizione tra scienza e spiritualità (vedi alchimia), ma tra teologia e
spiritualità. Ma anche dopo vien posto il problema del rapporto tra condizioni della spiritualità e come
raggiungere la verità. lo vediamo in spinoza o nelle filosofie del 19 sec, che ripropongono la questione della
spiritualità. Anche nel campo dei saperi riappaiono le strutture della spiritualità, vedi marxismo e psicanalisi.
Ora però le condizioni della spiritualità sono mascherate in una serie di pratiche sociali, che rimandano a
modi di formazione del soggetto per l'accesso alla verità. In Lacan la cosa riappare.
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Ermeneutica del soggetto 6. Alcibiade di Platone
Riferimento: l'Alcibiade di Platone. Emerge la cura di sè, ma era già una vecchia massima della cultura
greca, lacedemone, Vedi un testo di plutarco in cui si allude all'occuparsi di sè come privilegio politico,
economico e sociale degli spartani. Socrate dice ad Alcibiade, che vuole entrare nella vita politica, che non
ha lo stesso status dei rivali, ed è dunque necessario che rifletta un pò su di sè. lo gnothi seauton avviene in
forma debole, come avviso di prudenza. Vediamo che:
- la necessità di occuparsi di sè è legata all'esercizio del potere;
- la nozione di cura di sè è legata all'insufficiente educazione di alcibiade, quindi a mancanze pedagogiche;
- bisogna imparare a occuparsi di sè fin da giovani. Qui dunque lo g.s. appare come necessità per i giovani;
- la necessità di occuparsi di sè esplode come urgenza quando alcibiade si accorge di ignorare la natura dell'
oggetto di cui occuparsi.
Emergono 2 questioni: cos'è il sè di cui occuparsi? come la cura di sè ci condurrà a noi?
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Ermeneutica del soggetto 7. Cura di sè e tecnologie del sè
IL PROBLEMA DELLA CURA DI SE'
Elementi in cui compare la questione “occupati di te”:
Il problema della cura di sè compare nel contesto dei giovani aristocratici. Problemi:
- l'autorità loro conferita gli consente di governare?
- Critica della pedagogia, confrontata con spartani e orientali, e d. amore per i giovani, abbandonati quando
han bisogno di educazione.
- Ignoranza. scarto tra la pedagogia tradizionale e quella della cura di sè.
LE TECNOLOGIE DEL SE'
Nell'Alcibiade c'è una chiara teoria su cosa significa curarsi di sè. Ma le tecnologie del sè esistevano già
prima di Platone. Nella grecia arcaica c'erano: riti di purificaz x contattare il dio - concentrazione dell' anima
per non disperdere il pneuma - tecnica d isolamento (anacoresi), o assenza visibile - perseveranza. La
maggior parte di tali pratiche sono nel pitagorismo: una preparazione purificatrice al sogno, o l'organizzare
le tentazioni. Comunque in Platone troviamo tecniche di concentrazione dell'anima, isolamento,
perseveranza, ma lo stesso anche in Epicuro e negli stoici (vedi lavoro sulle phantasie). Pare comunque che
in Platone le vecchie tecnologie del sè siano riorganizzate.
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Ermeneutica del soggetto 8. Il sè di cui occuparsi
Socrate pone una questione: è facile ingannarsi rispetto al sè di cui ci si deve occupare. Emergono qui 2
questioni: qual'è il sè di cui occuparsi? che forma ha tale cura? mentre il 1°riferimento allo gnothi era per
prudenza, qui emerge un altro livello. Risposta: bisogna occuparsi della propria anima. In Cratilo, nel fedone
e nell'apologia si dice questo. L'inverso del procedimento della Repubblica. il solo elemento che si serve
davvero del corpo è l'anima, l'anima intesa come soggetto dell'azione, come ciò che si serve del corpo.
Servirsi è la traduzione del verbo khrestai = mi servo. Platone non parla dell'anima sostanza, ma dell'anima
soggetto. Quindi la cura di sè si svolge sull'anima come soggetto, e va distinta dall'attività del medico
(dietistica - si cura solo d corpo), dall'economia (si occupa dei beni), e dall'attivita dell'amante (si occupa del
corpo). Socrate, invece, si occupa dell' anima di alcibiade. Rapporto con il maestro. Egli cura la cura che il
soggetto ha di sè. Queste 3 linee evolutive andranno poi in 3 direzioni diverse. Ci sarà un modo in cui cura
di sè e medicina si rapporteranno, ed in età ellenistica la dietetica diverrà una delle forme principali della
cura di sè, intesa come regime generale di esistenza del corpo e dell' anima. Verrà sviluppato anche il
rapporto con l'attività sociale valutando la compatibilità tra cura di sè e tali doveri. Verrà posto infine il
rapporto con la relazione amorosa, e l'erotica sarà lentamente dissociata dalla cura di sè, come aspetto
portatore di turbamenti e inquietudini.
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Ermeneutica del soggetto 9. Come conoscere se stessi e il divino
Questa è la seconda domanda che troviamo nell'Alcibiade. Cosa significa curarsi? conoscere se stessi.
Compare una 3a accezione di gnothi seauton, la 2a era un problema metodologico. qui si allude al fatto che
la cura di sè consiste nella conoscenza di sè. Pare che Platone reintegri tecniche arcaiche per subordinarle al
principio dello Gnothi seauton, ossia tutte quelle cose van fatte per conoscere se stessi, ma anche solo nella
misura in cui ci si conosce. G.s. ed e.h. si avviluppano, implicandosi a vicenda.
Occuparsi di sé = conoscere se stessi. Ma come ci si conosce? È l’anima a dover conoscere se stessa in
Platone. Metafora dell'occhio: un occhio può vedersi nello specchio, ma anche nell'occhio di un altro simile.
Condizione x conoscersi: identità di natura. ma l'occhio si scorge solo nel principio della visione = pupilla.
Quindi l'anima può vedersi solo guardando verso un elemento che ha la sua stessa natura, ossia l'elemento
che assicura il pensiero e il sapere. Tale elemento è l'elemento divino. Conoscere il divino è condizione per
la conoscenza di sè. C’è un brano poi dove si dice che gli specchi migliori sono più puri e luminosi dello
stesso occhio. Vedremo meglio la nostra anima osservandola in un elemento più puro e luminoso = Dio.
Condizione x la conoscenza di sé appare qui la conoscenza del divino. Per occuparci di noi dobbiamo
conoscerci. E per conoscerci occorre guardarci in un elemento identico a noi, l’elemento divino: scrutare il
divino per riconoscere se stessi. Colto il divino, l’anima risulterà dotata di saggezza, sophrosune, e solo ora
potrà volgersi verso il mondo di quaggiù. Saprà ora comportarsi e distinguere bene e male. Occuparsi di sé
ed occuparsi della GIUSTIZIA è la stessa cosa.
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Ermeneutica del soggetto 10. Datazione dell'Alcibiade di Platone
Ci sono problemi sulla data di composizione di questo dialogo. Datazione incerta. Lo stile è quello del
dialogo socratico. Il fatto che qui irrompa una concezione della conoscenza d sé come riconoscimento del
divino non rivela lo stile dei primi dialoghi. Forse è un dialogo riscritto, che ingloba anche il Platone del
periodo tardo.
- Generalizzazioni successive: curarsi come privilegio dei governanti. Limitazioni: è un comportamento
d’elite – dovrà rendere l’individuo diverso dagli altri.
- Poi in Socrate e Platone la cura è connessa alla questione della pedagogia: l’inadeguatezza di questa rende
necessaria la cura. Lo spostamento che avverrà dopo: occuparsi di sé sempre, per prepararsi alla vecchiaia.
- Cambia anche il rapporto con l’erotica dei ragazzi. Tende a scomparire nella cultura di sé.
Dario Gemini Sezione Appunti
Ermeneutica del soggetto 11. Articolazioni della cura di sè in Platone
Il periodo storico che si sta studiando è dalla dinastia di Augusto fino alla fine di quella degli Antonini. In
filosofia dallo Stoicismo di Musonio Rufo a Marco Aurelio (ellenismo), l'età dell'oro della cura di sè. 3
condizioni determinano la cura di sè dell'alcibiade: occuparsi di sè per poter esercitare virtuosamente il
potere; la cura di sè ha come forma principale la conoscenza di sé; è riservata a giovani che esercitano il
potere. Ora curarsi di sè diviene imperativo che si impone a tutti e ci si occupa di sè non per governare bene,
ma per se stessi. Poi ci si cura non solo nella forma della conoscenza di sè.
ARTICOLAZIONI DELLA CURA DI SE'
Esaminiamo l'espressione "epimelesthai heautou" = occuparsi di sè, che già troviamo nell'alcibiade.
Epimeleia rimanda a termini come meletè, ecc. Le meletai sono esercizi di ginnastica, ecc. Epimeleia si
riferisce dunque a una forma dell' attività continua e applicata, a un insieme di pratiche. Individuiamo una
nebulosa con le famiglie di espressioni: 1)[rimandano ad atti conoscitivi]: attenzione, sguardo, esaminarsi
2)[movimento complessivo dell' esistenza]: rivolgimento verso sè (metanoia), ritirarsi o raccogliersi in se
stessi. 3)[attività o comportamento verso sè]: lessico medico: curarsi, giuridico:rivendicarsi, liberarsi.
religioso: venerarsi, onorarsi. 4)[tipo di relazione permanente con sè, ad es. di dominio]: padroni di sè.
Quindi la cura di sè si è molto articolata, generalizzandosi su 2 assi: estendendosi all'intera vita ed in
maniera necessaria. Kairos (congiuntura) vs hòra (stagione della vita).
Dario Gemini Sezione Appunti
Ermeneutica del soggetto