Appunti esaustivi delle lezioni di Storia Economica. Rivedono le principali tappe dell'evoluzione dell'economia internazionale e nazionale.
Si parte dalle caratteristiche principali dell'economia preindustriale, per poi analizzare approfonditamente cause, conseguenze e sviluppi della rivoluzione industriale inglese. Si passa attraverso la prima e la seconda guerra mondiale presentando i mutamenti economici a seguito dell'impegno bellico, dei risultati dei conflitti e soprattutto della crisi del 1929. Si conclude infine con un'analisi della nascita, e della crisi poi, del miracolo economico italiano.
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una
panoramica storica
di Valentina Minerva
Appunti esaustivi delle lezioni di Storia Economica. Rivedono le principali tappe
dell'evoluzione dell'economia internazionale e nazionale.
Si parte dalle caratteristiche principali dell'economia preindustriale, per poi
analizzare approfonditamente cause, conseguenze e sviluppi della rivoluzione
industriale inglese. Si passa attraverso la prima e la seconda guerra mondiale
presentando i mutamenti economici a seguito dell'impegno bellico, dei risultati
dei conflitti e soprattutto della crisi del 1929. Si conclude infine con un'analisi
della nascita, e della crisi poi, del miracolo economico italiano.
Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Facoltà: Economia
Esame: Storia economica - a.a. 2006
Docente: Locatelli Andrea Maria1. Società ed economia preindustriale
L’economia è la gestione delle risorse (materiali o immateriali) per rispondere a dei bisogni cambiati nel
corso del tempo. L’economia di mercato è il modo migliore per rispondere a questi bisogni.
L’economia di mercato è l’interazione tra
- OFFERTA : gestione delle risorse
- DOMANDA : soddisfazione dei bisogni
L’economia di mercato è nata con l’età moderna (indicativamente inizia nel1492 con la scoperta
dell’America e finisce nel 1789 con la Rivoluzione francese) in Europa, dove poi si è sviluppata.
L’economia di mercato può essere definita come un processo lungo e graduale, dove sono stati eliminati
progressivamente una serie di fattori negativi e appunto gradualmente sono emerse le caratteristiche che ora
la compongono.
L’Europa fino all’anno 1000 era un popolo di barbari, e così una crescente popolazione mise a coltivazione
una crescente estensione di terra, si diffusero molti insediamenti umani dove prima le terre erano incolte,
cresce il numero delle città, si sviluppano le tecnologie di guerra , dell’architettura, dei trasporti e
dell’agricoltura. Tutte queste innovazioni permisero all’Europa di sviluppare il commercio, la produzione e
l’organizzazione economica. Fino ad un certo momento dove l’Europa occidentale entra in competizione
con l’Europa orientale, dato che i prodotti che prima venivano comprati nell’Europa orientale ora venivano
prodotti in quella occidentale ed esportati.
L’economia è iniziata nel 1500, ha riguardato tutta l’Europa, ma ha raggiunto l’apice tra nella seconda metà
del 1700 in Inghilterra nella sua prima fase, la rivoluzione Industriale. Si è poi diffusa nell’Europa
occidentale nel 19° secolo, grazie alla dotazione di risorse che non esistevano nelle aree extraeuropee.
In Europa con il 1500 nasce una situazione capitalistica nel commercio, caratterizzata da un predominio
rispetto agli altri Paesi.
Le dinamiche demografiche
- lenta crescita della popolazione
- alta natalità (35-45 per mille)
- alta mortalità, in realtà il tasso di mortalità era inferiore rispetto a quello di natalità, ma avvenivano spesso
improvvise mortalità catastrofiche, di cui la popolazione risentiva immediatamente.
* mortalità ordinaria (30-35 per mille)
* mortalità catastrofica, (20-30 %), dovuta da la crisi di sussistenza e tensione sui prezzi delle derrate
alimentari causa di sotto nutrizione dei meno abbienti, manifestazioni epidemiche, operazioni militari con
fine di rovine e miserie, carestie e guerre guerreggiate (truppe in combattimento).
- reversibilità demografica: ovvero c’era una grande presenza di popolazione giovane e scarsa presenza di
popolazione anziana, di conseguenza la società preindustriale era un sistema incapace di reggere la crescita
della popolazione e soddisfarne i bisogni con le risorse (vincolo maltusiano).
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una
Composizione della società
- La grande proprietà, il latifondo, erano in mano al feudatario. La terra veniva distribuita in base
all’appartenenza sociale, non esisteva il mercato, a differenza dell’economia di mercato dove la terra si
compra e si vende.
- La comunità del villaggio gestisce la terra, quindi la sussistenza della comunità viene prima di tutto.
- Utilizzando il sistema del maggese, la terra deve riposare un anno, questo rendeva, dal punto di vista
economico, il sistema inefficiente e a basso rendimento.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una 2. Fattori che frenano lo sviluppo dell'economia preindustriale
L’economia preindustriale era caratterizzata da diversi vincoli, che hanno frenato lo sviluppo:
- L’economia era basata fondamentalmente su un sistema dominato dalla ruralità (agricoltura), quindi c’era
una centralità del sistema agricolo.
- Il sistema agricolo aveva come obbiettivo la possibilità di disporre in quantità sufficiente del grano per
poter provvedere ad un’economia di sussistenza, per far sopravvivere la collettività.
- L’economia era caratterizzata da bassi rendimenti della terra e bassa produttività del lavoro.
- L’irrazionale utilizzo dei suoli: perché si utilizzava la terra per la sopravvivenza. Era la comunità a
gestire la terra, quindi le regole della collettività del villaggio erano superiori rispetto all’iniziativa
individuale. Era il villaggio a decidere cosa produrre, in che quantità, ecc…
- Gli uomini non riuscivano a far conciliare la crescita della popolazione e la disponibilità delle risorse;
quindi la società preindustriale non era in grado di riuscire a soddisfare i bisogni della popolazione, perché
non è capace di generare risorse.
La rottura di questo vincolo è uno dei fattori dell’economia di mercato.
La centralità dell’agricoltura si legava alla produzione e al consumo del grano e per questo era
indispensabile usare il maggese, che lasciava riposare il terreno un anno. L’agricoltura si basava su una
produzione cerealitica.
Tecniche colturali nell'economia preindustriale
Il grano era la coltivazione fondamentale per le popolazioni europee, ma era una risorsa depauperante che
costrinse gli agricoltori a trovare un modo di conservare la fertilità della terra, altrimenti dispersa dal
succedersi anno dopo anno delle coltivazioni.
Al tempo non esistevano conoscenze agricole che permettevano di provvedere ad una corretta lavorazione
del terreno e all’impiego di fertilizzanti.
L’unico modo per ricostituire la fertilità una rotazione agraria su ciclo biennale, sistema a due campi
possibile nell’area mediterranea per la terra leggera e asciutta di queste zone, e consisteva nell’alternanza di
un anno con coltivazione a cereale vernino e l’anno successivo a maggese; o triennale, sistema a tre campi,
possibile nell’Europa continentale per le sue terre pesanti, dove venivano alternati i cereali vernini
(frumento e segale), i cereali primaverili (orzo e avena) e il maggese.
Il maggese è una pratica agricola (di solito svolta in maggio) che consiste nel lasciare la terra un anno a
riposo e nel frattempo prepararla per una successiva coltivazione a cereali. Venivano quindi strappate
l’erbacce e la terra veniva concimata, per recuperare le proprie caratteristiche nutritive, depauperate dalle
precedenti colture.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una I tre sistemi di coltivazione, fondiari:
- SISTEMA ATLANTICO : tipico delle zone costiere occidentali, è un sistema fondiario dove prevale il
pascolo. È il contadino a gestire la terra.
- SISTEMA MEDITERRANEO : tipico della Spagna, Francia meridionale e Italia, unisce in rotazione
biennale le culture arboree e i cereali. Anche qui è il contadino a gestire la terra.
- CAMPI APERTI / OPEN FIELD : tipico delle Midland inglesi, della Francia settentrionale, dell’area
tedesca e delle aree meridionali della Scandinavia. La produzione rimane sempre la stessa, ovvero cereali e
piante arboree, ma cambia la gestione della terra: la gestione è collettiva, i campi sono a disposizione di tutta
la comunità, che decide cosa si coltiva e chi acquista il prodotto.
Al momento della mietitura il prodotto ritornava al proprietario legale in giusta proporzione, dopo di che
fino alla successiva lavorazione, diventava proprietà collettiva. Durante queste fasi di uso libero, unite alla
possibilità di utilizzo dei common lands ( terre cedute dal feudatario che consentivano il pascolo, la raccolta
di legname e se ricche d’acqua, la pesca) permettevano alla comunità di usufruire dei beni per l’economia di
sussistenza.
Il singolo individuo non poteva occuparsi della terra senza la decisione della collettività: primo perché le
proprietà fondiarie erano costituite da piccoli appezzamenti non continui e sottoposti da molti vincoli d’uso,
se il singolo individuo non avrebbe potuto fare niente senza essere notato dai vicini; secondo perché i singoli
coltivatori non avevano le attrezzature necessarie per gestire una terra.
- L’Europa preindustriale ha una scarsa capacità di innovarsi tecnologicamente. Ad esempio non
disponevano di fertilizzanti, di conseguenza le terre dovevano stare ferme un anno.
- Le terre vengono gestite dalla comunità perché il sistema non è in grado di generare risorse per tutta la
popolazione, per questo deve garantire una sussistenza a tutti.
- La struttura sociale dipende dalle risorse naturali. Il sistema produttivo è vincolato dalla disponibilità
delle risorse naturali. La Rivoluzione Industriale rappresenta la liberazione di questo vincolo: la società non
dipende più dalle risorse naturali, ma è l’uomo che le crea, che le genera.
La società preindustriale era legata all’unico prodotto che si poteva produrre, quindi l’uomo dipendeva dalle
risorse.
- Nell’età preindustriale non esistevano fabbriche, ma solo manifatture.
Anche la manifattura era dipendente dal sistema agricolo.
Qualsiasi sistema produttivo parte dalle materie prime (INPUT) che vengono trasformate in prodotto finito
(OUTPUT).
Gli economisti si soffermano sul processo di trasformazione: quando prevale il lavoro umano sul fattore
tecnologico siamo di fronte alla manifattura, viceversa quando prevale il fattore tecnologico sul lavoro
dell’uomo, siamo di fronte alla fabbrica.
Formule del rapporto tra lavoro umano e fattore tecnologico o capitale
LAVORO UMANO: L
FATTORE TECNOLOGICO O CAPITALE: K
L/K =
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una - L > K : manifattura
- L < K : fabbrica (Questa formula rappresenta il passaggio all’economia di mercato)
Nell’età preindustriale erano tre i tipi di manifattura:
- RURALE / PROTOFABBRICA : è una manifattura che dipende dai prodotti agricoli, che utilizza come
materie. Viene quindi eseguita in campagna, perché ha bisogno della terra, quindi sta vicino alla terra.
Un esempio di manifattura in questo periodo è quella tessile.
FATTORE DI SUCCESSO : permette una grande quantità di prodotto a basso costo e il coltivatore era
impegnato anche quando non lavorava la terra.
- URBANA: L’artigiano era un artista, e lavorava prevalentemente su commissione per produrre beni di
lusso che in gran parte non erano essenziali. Per difendere e regolare questo mercato chiuso, perché produce
solo per i nobili, per il Re, gli artigiani si associavano tra di loro. Nascono così le corporazioni, ovvero
associazioni di autogoverno di artigiani urbani, che stabilivano cosa produrre, fissavano il prezzo e
concedevano l’autorizzazione per fare questo lavoro. La corporazione controlla quindi il mercato e gestisce
la domanda. Una forma moderna di corporazione sono i cartelli.
- MERCANTE IMPRENDITORE : è un intermediario, che acquista la materia prima, la da in lavorazione
a qualcun altro, poi ritira il prodotto finito e lo vende. I mercanti imprenditori operavano soprattutto nel
settore tessile.
Il mercante imprenditore riusciva così a far circolare quei beni rurali, condizionati dall’autoconsumo o dai
minimi mercati locali, e troppo deboli per entrare in competizione con un mercato esterno.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una 3. Il mercante imprenditore, la manifatturea e la distribuzione del
reddito nell'economia preindustriale
- Non è lui il produttore, perché da la materia prima in lavorazione a terzi.
- Per comprare la materia prima doveva già possedere capitale da investire
- La sua attività principale è la vendita, la commercializzazione.
- A differenza dell’artigiano urbano, il mercante imprenditore non vende solo in città, me è lui che crea per
la prima volta nella storia europea, una rete commerciale tra aree distanti, lontane.
Nell’Europa preindustriale, soprattutto nell’Italia settentrionale (Milano, Firenze), nella Francia della
Borgogna e dell’Alsazia, e in tutte le città tedesche (che erano stati a sé)ci sono molti mercanti imprenditori.
- il mercante imprenditore recupera i capitali vendendo, e chi ne aveva in grandi quantità, oltre a svolgere
l’attività principale di commercializzazione, diventava banchiere, prestava quindi i soldi in cambio di
interessi.
Le tre forme di manifattura corrispondono alle tre dimensioni di mercato:
- RURALE / PROTOFABBRICA: rappresenta il mercato di sussistenza, autoproduzione, non si vende a
qualcun altro, quindi il mercato è pari a 0.
- URBANA: il mercato è la città o al massimo il contado, il territorio intorno alla città; quindi si parla di
mercato locale.
- MERCANTE IMPRENDITORE: oltre al mercato locale, ha un mercato regionale. Si definisce regionale
perché gli Stati Nazionali non esistevano ancora, erano ancora tutti regionali.
PROBLEMI:
Per la prima volta il mercante imprenditore nella sua rete commerciale ha a che fare con i confini regionali,
quindi doveva pagare il dazio, la tassa regionale.
Inoltre esisteva il problema del denaro, perché ogni Re aveva la sua moneta. Ed era anche un problema il
trasferimento del denaro. Questo da vita ai circuiti commerciali. Per avere uno sviluppo dell’attività
commerciale è essenziale avere un mercato con caratteristiche il più possibili simili.
Un esempio pratico che si può rifare a quanto detto è quello del mercante FUGGHER:
Fuggher era un artigiano che produceva vestiti a Lipsia (vestiva i nobili della città). Un giorno decise di
comprare la stoffa e darla in lavorazione al contado, rischiando i capitali, poi lui l’avrebbe venduta in
Europa. Questa vendita andò bene, così Fuggher iniziò ad avere negozi in giro per l’Europa. Da questi ebbe
molti profitti, iniziò così a prestare soldi in cambio di interessi. Arrivò a finanziare persino Carlo V. Diventò
così finanziatore del papato, perché assumeva sempre più potere.
Il mercante imprenditore rappresenta il passaggio verso il cambiamento, sta rompendo il quadro storico.
Il reddito è la quantità di ricchezza che ogni persona ha a disposizione. Nell’età preindustriale la
distribuzione del reddito è fortemente sperequata, poiché poche persone hanno tanto reddito e tante persone
hanno poco reddito. Per questo doveva prevalere un’economia di sussistenza, in quanto la maggior parte
della popolazione disponeva di quote di reddito appena sufficienti per acquistare i beni fondamentali per la
sopravvivenza: derrate, vestiario, abitazione.
L’economia industriale cambierà questa distribuzione.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una È una società che non investe e consuma molto, solo per quell’elite di persone che hanno molto reddito
La Francia, se pur legata alla produzione agricola, rafforza la sua posizione in campo industriale: sete, lini,
vetrerie, carta, stampa.
Più rilevanti sono i progressi dei Paesi Bassi e dell’Inghilterra dove tra 1500 e 1600 prende forma una
manifatturiera fondata sulla produzione della lana, uno sviluppo dell’industria mineraria e metallurgica, con
un forte incremento della produzione di carbone.
- l’inefficienza e gli alti costi del trasporto via terra: la pessima condizione delle strade
- la relativa efficienza dei trasporti via acqua i canali navigabili: la navigazione marittima
- esito: la difficile specializzazione produttiva
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una 4. Crescita economica con l'espansione coloniale
La crescita economica viene calcolata attraverso:
- PIL, prodotto interno lordo: quantità di beni prodotti da un paese in un tempo dato, tendenzialmente un
anno.
- prodotto interno procapite
L’Europa del 1500-1600, per la prima volta nella storia, misura una crescita del PIL intorno al 3-4 %
l’anno, soprattutto in Francia, Olanda e Inghilterra.
Questa crescita è legata ad una crescita economica, dalla fine dell’Impero Romano lo popolazione per la
prima volta cresce, in particolare quella francese e inglese.
La popolazione cresce grazie innanzitutto alla scomparsa della peste, all’apertura del continente ai commerci
con le colonie che arricchiscono i porti europei e i loro retroterra, all’espansione delle città sedi governative
dei nuovi stati assoluti e crescita di molti centri urbani minori, ai progressi delle attività agricole produttive,
grazie al maggiore sfruttamento dell’energia idrica e delle risorse minerali e forestali, all’aumentata gamma
di cibi e alla maggiore igiene urbana e personale. Inoltre il maggior numero di persone che dovevano trovare
da vivere o spingeva verso un migliore utilizzo di campi già coltivati, spingeva verso la colonizzazione di
terre ancora inabitate.
La conquista del continente permetteva di trovare nuovi spazi e mercati.
Questo aumento demografico genera una pressione di domanda sulle risorse agricole.
L’Europa ha bisogno di produrre di più, verrà quindi messa a coltura più terra ed aumenta l’estensione
produttiva, verranno quindi messe a frutto terre relativamente vicine, soprattutto differenziate dai climi,
dalle risorse naturali e dalla densità di popolazione. Tutto ciò genererà relazioni mercantili interregionali.
L’afflusso di oro e argento proveniente dal Nuovo mondo, genera l’inflazione, perché aumenta la
circolazione della domanda rispetto ad un’offerta statica.
INFLAZIONE: aumento dei prezzi, ovvero il rapporto tra il costo di produzione e il valore della moneta.
Se c’è in giro molta moneta, e quindi la popolazione è disposta a comprare, ma l’offerta è sempre stabile, i
prezzi tendono a salire e cresce l’inflazione.
Quindi la crescita economica è contemporanea alla crescita dell’inflazione. Questo favorisce i debitori, che
in questo modo devono pagare di meno perché il valore della moneta è sceso, e penalizza i creditori, che
recupereranno di meno. Quindi tutti quei proprietari, creditori rispetto agli affitti dei contadini, vogliono
rivedere i canoni di locazione. Avverranno delle rivolte dei contadini.
Il mercante imprenditore invece guadagna da questa situazione. Viene definita inflazione da profitti, quindi
si ritrova con un guadagno in più. Questi soldi, soprattutto in Francia e in Inghilterra, meno in Spagna e
Portogallo, verranno investiti in nuove attività.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una
L’inflazione genera una rivoluzione commerciale (avvenuta nel 1500) e ha come protagonisti l’Olanda con
Amsterdam, il Belgio con Anversa e l’Inghilterra della Regina Elisabetta I.
Con la rivoluzione commerciale avviene il passaggio dalla centralità dell’Italia (area mediterranea) alla costa
Atlantica, legato al commercio con le colonie dell’Asia, dell’Africa e del Sud America. Si commercia quindi
a livello mondiale. Gli inglesi hanno colonie nel sud-est asiatico, mentre gli spagnoli nel sud America.
La Spagna e il Portogallo affidano la gestione dei commerci allo stato, alla corona, a funzionari pubblici.
L’Inghilterra, la Francia e l’Olanda, invece, affidano la gestione dei commerci ad operatori privati per la
prima volta. Questi però hanno dei problemi:
- hanno bisogno di capitali per i trasporti
- aumentano i rischi di trasporto, dove se qualcosa andava male, venivano perse grosse quantità di capitali.
Le regole sono libere perché la casa reale non ha influenza sui commerci, infatti non fornisce le navi. Però
questi problemi generano nuovi atteggiamenti in chi gestisce i flussi commerciali.
Tutti gli imprenditori privati si rifanno ad un modello sviluppato nel Medioevo: la Società in nome
collettivo. Per formare questa società, si univano più persone, che mettevano in comune i capitali, si
dividevano i rischi di mercato e le spese. Questa realtà viene chiamata compagnia regolata, tipico modello
olandese.
I mercanti avevano diritto di monopolio su alcune aree e una volta che si associavano, mettevano in comune
le risorse ad esempio per comprare le navi. Inoltre venne creato un organismo che coordinava e gestiva.
DIFETTI:
- c’erano molti conflitti sulla spartizione delle aree
- spesso qualche mercante non rispettava le regole.
In Inghilterra fanno una piccola modifica, che segnerà la storia economica e finanziaria occidentale.
Separano la gestione dalla proprietà: alcune persone avevano il compito di gestire i flussi (comprare le navi,
vendere, commerciare), mentre altri mettevano i capitali e in cambio avevano degli interessi. Chi metteva i
capitali poteva anche fare l’agricoltore, il commerciante, erano persone disposte ad investire del capitale.
In questo modo chi metteva i capitali non aveva il rischio di gestione.
Questa realtà si evolverà in Società per azioni: ovvero la raccolta di capitali, senza coinvolgerli nella
gestione. Il patrimonio della società è diviso in tante quote messe in vendita, a persone che non gestiscono la
proprietà e annualmente ricevono utili.
Viene creato un mercato finanziario. Si può affermare che sia nato prima il mercato finanziario che il
sistema produttivo industriale.
15 marzo 1600 : viene costituita la Compagnia delle Indie Orientali inglese
1602 : viene costituita la Compagnia delle Indie Orientali olandese
Queste società hanno avuto successo per il meccanismo economico, perché se fallisce la società, fallisce la
gestione, non gli azionisti che diventano creditori della società, a differenza della Società in Nome
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una Collettivo.
Inoltre lo stato diede a queste due compagnie, l’esclusiva sul mercato, chi voleva commerciare, doveva per
forza passare per la Compagnie delle Indie.
La Compagnia era una sorta di amministratore della corona. Ad esempio i gestori della Compagnia olandese
venivano nominati dalla Corona.
Mentre i gestori della Compagnia inglese venivano nominati dagli azionisti con il crescere delle attività.
La società tendeva a dividere il capitale in quote e cercare nuove fonti di finanziamento per aumentare il
capitale. Tutto questo genera un mercato.
Con la creazione del mercato, subentra la necessità di:
- avere delle REGOLE, per comprare e vendere le quote (azioni) : CODICI DI COMMERCIO
- avere un LUOGO per le contrattazioni: BORSA VALORI
- avere degli OPERATORI PROFESSIONALI che si occupino di vendita e acquisto delle azioni :
AGENTI DI CAMBIO
Le Borse di Amsterdam e di Londra sono le prime.
L’economia di mercato nasce appunto tra la separazione tra proprietà e gestione, senza chi risparmi e investe
non può avvenire lo sviluppo economico commerciale.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una 5. Mutamento culturale e importanza del carbone dopo l'espansione
coloniale
Il quadro politico-culturale dell’Europa ha un cambiamento tra 1600 e 1700. (rivoluzione protestante, fine
idea impero e rapporto col papato, affermazione Stati Nazionali, declino della Spagna)
Si affermano due elementi di rottura del sistema preindustriale:
- l’affermazione della scienza pura, ovvero la ricerca
- sviluppo della tecnologia
Tra 1500 e 1700 maturano nel mondo anglosassone e francese una serie di progressi nella conoscenza del
mondo fisico: l’uomo conosce e gestisce le risorse naturali.
Il mondo anglosassone utilizza le conoscenze teoriche per organizzare la gestione delle risorse, e avviene
l’applicazione di queste conoscenze al sistema economico produttivo. L’organizzazione delle conoscenze si
chiama TECNOLOGIA.
Il PERCORSO TECNOLOGICO (tra 1600 e 1700) afferma la trasformazione da INVENZIONE, ovvero
la scoperta scientifica e INNOVAZIONE ovvero le tecniche, l’applicazione delle scoperte scientifiche.
Non tutte le invenzioni però diventano innovazioni. Per il sistema economico contano le innovazioni.
Il processo di trasformazione è stato messo in atto dagli inglesi. Spesso le innovazioni sono nate non per
opera di scienziati ma per opera di mercanti imprenditori o artigiani.
L’affermazione del mondo scientifico è legata alla società inglese, dove la ricerca empirica, la
sperimentazione, assume un ruolo fondamentale. L’innovazione nell’economia preindustriale è servita a far
passare il concetto di macchina mossa da energia inanimata, quindi rappresenta il passaggio da un’economia
ORGANICA a un’economia MINERALE. L’operatore economico dell’età preindustriale è dipendente dalla
disponibilità geografica e dalla quantità delle risorse agricole. L’innovazione tecnologica rompe questa
dipendenza, così diventa l’uomo a gestire, manipolare, cambiare, le risorse naturali.
NOTE:
- la tecnologia permette all’uomo per la prima volta di gestire le risorse: può decidere quanta energia
produrre senza essere legato al sole.
- La tecnologia nei sistemi economici ha permesso di incrementare la produttività, ovvero il rapporto tra il
prodotto finito e le risorse impiegate, ci vogliono meno input per avere più output. Il telaio meccanico
(Inghilterra 1600) permette di impiegare meno cotone.
- Storicamente l’innovazione è legata ad un processo di miglioramento, non di rivoluzione. L’innovazione è
un processo incrementale – learning by doing
- Questo processo di innovazione ha riguardato solo l’Inghilterra, non altri paesi dell’Europa. Questo perché
l’Inghilterra ha un sistema sociale propenso al cambiamento, all’innovazione. Infatti l’innovazione è legata
ad una società aperta.
- Da questo processo di innovazione si arriva alla produzione di beni standardizzati, perché sono stati creati
sistemi produttivi grazie all’innovazione tecnologica. In questo modo i beni che prima potevano essere
utilizzati solo da un élite, ora circolavano tra più persone. La trasformazione del processo produttivo è dato
dalla liberazione delle dipendenza dell’uomo dalla gestione delle risorse.
Senza le compagnie regolate e le società per azioni, non saremmo arrivati alla fabbrica e senza l’innovazione
tecnologica non saremmo arrivati al processo di fabbrica.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una
Il carbone a legna viene sostituito al carbone fossile, che permette l’impiego come fonte primaria di
energia.
Questa sostituzione nasce da un sistema economico sviluppato:
- Tra il 1540 e il 1640 la popolazione inglese passò da 3 a 6 milioni. Questa crescita esercitò una forte
pressione sui mezzi di produzione, che avevano bisogno di nuova energia, perché la legna non bastava più.
Esisteva la necessità di trovare combustibile a basso costo in sostituzione alla legna, risorsa naturale alla
quale, fino ad ora, gli uomini erano legati.
La pressione demografica genera la domanda, il sistema sociale ed economico inglese, doveva trovare la
soluzione. Questa soluzione era data dalla conformazione geografica del territorio inglese, che aveva un’alta
disponibilità di giacimenti superficiali di carbone accessibili.
- Gli inglesi nel 1700 avevano una stabilità politico-istituzionale, con la Regina Elisabetta prima, che non gli
impegnava in guerra, a differenza degli altri paesi che dovevano fronteggiare guerre di religione e
successioni dinastiche.
- La Regina Elisabetta I e il Re Enrico VIII vollero una svalutazione del valore della moneta e questo
alimentò l’inflazione. Per i mercanti imprenditori si parlava di inflazione da profitti, e i guadagni venivano
investiti nello sfruttamento del carbone e dei canali.
- Lo scisma anglicano, ovvero la rottura di Enrico VIII con la chiesa cattolica, portò alla nascita della chiesa
anglicana. Ma questo portò un cambiamento anche a livello economico, perché la corona inglese incamera.
Le terre in un primo momento andarono in mano alla chiesa, aumentando il suo patrimonio, ma
successivamente il Re confisca e rivende queste terre, non le tiene per se perché lui aveva bisogno di denaro
in cassa, crea così un MERCATO, con investimenti. Si parla di mobilizzazione della terra, perché la terra
viene messa in circolazione.
Per la prima volta viene venduta e comprata la terra. Finisce il passaggio di proprietà in base alla nascita,
perché viene sostituito dal diritto di proprietà per NEGOZIO ECONOMICO.
Il carbone segna quindi il passaggio dalla manifattura alla fabbrica, senza il carbone fossile, e quindi
l’energia non sarebbe stato possibile questo passaggio.
Perché…
- L’uomo ha così un’abbondante fonte di energia termica. La legna era condizionata dalla disponibilità di
foreste e soprattutto dalla localizzazione. Anche il carbone fossile in un primo momento resta legato alla
localizzazione, perché si trovava solamente nelle aree del nord dell’Inghilterra, però si poteva trasportare.
Quindi il carbone permette di generare più energia termica rispetto alla materia prima.
- Il carbone fossile permette l’utilizzo dell’energia a vapore e quindi delle macchine, questo vuol dire
aumentare la produzione e le unità di produzione.
Però la fabbrica richiede due fattori fondamentali:
- Più capitali, quindi più investimenti per costruire la fabbrica
- L’organizzazione della produzione, perché è la macchina a determinare tempi e modi. L’organizzazione
non era mai esistita fino ad ora. Da qui nasce l’operaio, ovvero una persona che non deve avere una
preparazione come l’artigiano, ma presta il suo lavoro in cambio di un salario.
NOTA:
L’Inghilterra non si è industrializzata tutta, ma per aree regionali, per zone.
Il passaggio dalla manifattura alla fabbrica in Inghilterra è avvenuto nello stesso luogo e nella stessa area di
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una dove era presente il carbone. Quindi nella prima fase si resta legati alla localizzazione.
Progressivamente però, avviene uno spostamento in zone lontane dalle miniere. Questo è reso possibile dai
mezzi di trasporto, come la ferrovia e dai canali. Ci si sposta perché diventa molto più importante la
localizzazione su Londra, che approvvigionarsi della materia prima che si può spostare con le ferrovie.
Quindi la fabbrica è legata a:
- La possibilità di trasportare materie prime e prodotti finiti. Il problema dell’imprenditore è avere mezzi di
trasporto che costino poco e permettano di trasportare le materie prime.
- L’accesso al mercato, ora è l’imprenditore a cercare i mercati e a spostarsi nei mercati.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una 6. Intervento dello Stato nello sviluppo economico del periodo
preindustriale
Nell’agricoltura, nell’industria e nel sistema creditizio ci sono stati una serie di operatori che sono mutati
nel tempo. In questo ciclo progressivamente è intervenuto un nuovo soggetto, lo Stato, il potere pubblico,
che ha interagito nella vita economica.
Nel sistema preindustriale il potere pubblico era in mano al re, mentre nella Rivoluzione Industriale il potere
pubblico diventa lo Stato Nazionale, che ha assunto nella storia economica europea forme diverse.
Con il passaggio dall’economia preindustriale all’economia di mercato avviene anche una trasformazione
del sistema politico-istituzionale, (Il sistema politico-istituzionale indica come sono organizzati i poteri che
gestiscono la vita cittadina)
Che riguarda il passaggio da sistema feudale a liberismo.
Non c’è capitalismo senza liberalismo. (Il liberalismo rappresenta il sistema politico istituzionale. Non va
confuso con liberismo, che è una dottrina economica).
Quindi in tutti i paesi in cui si è sviluppata l’economia di mercato, si è affermato il liberalismo. L’economia
di mercato si è affermata prima negli stati dove si è affermato il liberalismo, mentre i paesi che sono rimasti
indietro (Spagna e Portogallo) sono paesi che non hanno affrontato il liberalismo.
Questo processo ha molto inciso nell’affermazione della Monarchia Costituzionale inglese.
L’Inghilterra oltre ad essere il primo paese a provare la Rivoluzione Industriale, è stato il primo paese a
passare dalla Monarchia feudale alla Monarchia Costituzionale (il parlamento controlla il Re). Questo
passaggio avviene con la morte di Carlo I Stuart.
All’inizio del 1600 con la Gloriosa Rivoluzione di Cromwell in Inghilterra, finisce il sistema industriale e si
afferma il sistema del liberalismo, dove i poteri si controllano.
Questo processo va in contemporanea con la formazione degli Stati Nazionali, insieme di persone che si
riconoscono in una nazione, finisce così il modello feudale. Questo processo genera:
- PRINCIPIO DELLA FISCALITÀ CON RAPPRESENTANZA : non c’era nessuna tassazione senza
rappresentanza, ovvero siccome esiste uno stato, l’operatore economico deve partecipare al pagamento delle
tasse, me decide come. La rappresentanza è data dalla Camera dei Lord che decide insieme al Re le tasse.
- Con la rivoluzione francese, si afferma il DIRITTO DI CITTADINANZA : ogni operatore economico ha
diritti e doveri, che il sistema politico deve fare rispettare. Tutto ciò permette l’economia di mercato. In
questo modo viene riconosciuto un diritto sul mercato, se no il mercato sarebbe in mano al più forte come
nel sistema feudale.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una 7. La rivoluzione industriale 1760 - 1850
- L’economia di mercato NON È la rivoluzione industriale inglese, ma è nata dalla rivoluzione industriale.
- La Rivoluzione Industriale NON È una rivoluzione, perché è un processo graduale e lungo nel tempo, che
parte dalla società preindustriale e arriva al 1800.
- La Rivoluzione Industriale NON È industriale, o meglio, NON È SOLO industriale, perché in realtà è
cambiato tutto il sistema economico e sociale.
- La Rivoluzione Industriale è preceduta da una RIVOLUZIONE AGRICOLA
- La rivoluzione non è solo agricola ma anche AGRARIA
Cambia il modo di coltivare la terra perché vengono inserite nuove tecniche culturali e criteri gestionali.
- Finisce il metodo del maggese, che viene sostituito dal SISTEMA DELLE ROTAZIONI : la terra viene
coltivata costantemente cambiando ogni anno il tipo di coltura.
- Vengono introdotti nuovi tipi di colture: leguminose da foraggio (erba medica e trifoglio) e radici (rape e
patate).
- La rotazione può essere biennale o quadriennale della terra. Questo è reso possibile grazie all’utilizzo dei
CONCIMI e dall’invenzione e utilizzo di una serie di MACCHINE. Quindi l’uomo interviene sulla terra.
- Viene introdotto l’ALLEVAMENTO BOVINO.
La seminatrice, la zappatrice a cavalli che alleviò il lavoro con la zappa, migliorò l’aratura grazie al
miglioramento degli aratri e perfezionata con l’impiego di ferro leggero che consentiva un risparmio nei
costi di manodopera e di impiego di animali da tiro; si sviluppò anche la trebbiatura.
Tutte queste innovazioni portano al primo modello di azienda capitalistica.
Perché…
- Esiste una SINERGIA (interdipendenza) tra coltivazione e allevamento bovino, che è un ottimo fattore di
concimazione.
- C’è una perfetta allocazione rispetto al mercato: per la prima volta l’agricoltore può produrre e vendere.
Queste tecniche vengono sviluppate in Lombardia, poi i viaggiatori inglesi copiano e importano in
Inghilterra. Questa è una capacità del mondo anglossassone di acquistare le conoscenze.
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Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una 8. Rivoluzione agraria e demografica nella rivoluzione industriale
Nei Paesi Bassi l’uso più intensivo della terra si manifestò grazie a cinque progressi:
- La sostituzione del maggese con colture fertilizzanti (leguminose da foraggio) inseriti in cicli pluriennali
lunghi fino a sei anni
- Il mantenimento della fertilità grazie al letame reso possibile dall’aumento del bestiame alimentato dai
nuovi foraggi
- L’introduzione di nuovi attrezzi
- L’introduzione di nuove colture industriali, come il il lino, il tabacco, la patata
- Lo sviluppo dell’orticoltura, attraverso colture di serra.
L’evoluzione tecnica dell’agricoltura olandese, è stata permessa grazie alla differenziazione del suolo:
sabbioso, morboso, argilloso.
Inoltre anche in Olanda era avvenuto il superamento dei legami feudali.
L’agricoltura olandese aveva assunto caratteri di un’agricoltura commerciale. La pressione della domanda
portò a soluzioni tecniche per una specializzazione produttiva ed un efficiente uso della terra. Per colmare
gli squilibri di mercato, alcune derrate alimentari venivano importate dal Baltico, inserendo così l’economia
locale in uno scambio continentale.
Questa agricoltura mercantile, modificò il rapporto popolazione-risorse e aumentò l’inurbamento.
Cambiamento nell’organizzazione giuridica della proprietà.
- È la fine degli open fields e della comunità di villaggio. Dal 1500 in poi progressivamente in Inghilterra
non ci sono più.
- Finisce anche il latifondo. In questa cosa gli inglesi sono stati i primi e unici. Questa è una delle ragioni del
grande ritardo dell’Europa continentale.
Questo processo va sotto il nome di ENCLOSURES (le recinzioni), si afferma così la proprietà privata.
Nell’Inghilterra di inizio 1700 sia i proprietari feudatari, sia gli operatori economici, in particolare i mercanti
imprenditori, vedono una crescita dei prezzi dei prodotti agricoli e dei manufatti tecnici, che unita alla
scoperta delle terre unificate, genera la volontà di iniziare a coltivare di più i cereali e sviluppare
l’allevamento bovino e ovino.
C’era però un ostacolo: i campi aperti, che venivano gestiti dalla comunità di villaggio. Questo sistema
doveva cessare per permettere un individuale gestione della terra.
Per fare questo gli inglesi si inventano una strategia:
prevedere degli atti legislativi (leggi), con i quali lo Stato espropriava la terra alla comunità e la rivendeva ai
singoli. Questi atti si chiamano ENCLOSURES ACT (atti delle recinzioni, che avvenivano con muri a secco
o siepi).
Lo Stato riconosce quindi l’acquisto e la vendita della proprietà privata, superando il sistema della società
preindustriale. Si crea il mercato.
La proprietà privata era connessa ad un DIRITTO PATRIMONIALE. È il primo episodio di
PRIVATIZZAZIONE di un BENE ECONOMICO.
Effetti della Rivoluzione agraria
- Cambia il sistema agricolo inglese, diventa un sistema fondato sulla PROPRIETÀ PRIVATA.
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Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una - Non si parla più di economia di sussistenza, ma SI PRODUCE PER IL MERCATO, questo viene definito
individualismo agrario. L’individualismo agrario indica la libera disponibilità della terra alle decisioni
produttive di chi è proprietario. È un concetto inserito da Bloch.
- Molta gente che viveva nella comunità di villaggio e che non diventa proprietaria terriera, si deve trovare
un lavoro. Questi diventeranno potenziali OPERAI nelle fabbriche. Avviene un processo di mobilità del
lavoro dall’agricoltura all’industria nascente.
- Avviene un processo di INURBAMENTO: passaggio dalla campagna alla città perché ci sono le fabbriche.
L’Inghilterra sperimenta una forte caduta della mortalità, un incremento della natalità e di conseguenza una
crescita della popolazione urbana.
Il teorema di Malthus sull'andamento della popolazione
Malthus ha descritto con un teorema l’andamento dell’andamento della popolazione rispetto all’andamento
delle risorse.
L’andamento della popolazione cresce secondo una progressione geometrica.
L’andamento delle risorse, invece, cresce secondo una progressione aritmetica.
Quindi le risorse crescono con un tasso inferiore rispetto al tasso di crescita della popolazione.
Questo porta ad uno stato stazionario, dove dato che non c’erano risorse per tutti, la popolazione viveva una
sorta di depressione, di conseguenza avrebbero fatto meno figli. Secondo Malthus questo permetteva di
riequilibrare la popolazione. Inoltre altri fattori regolativi erano le guerre e le carestie.
Il teorema di Malthus è stato completamente smentito con la Rivoluzione Industriale, perché Malthus aveva
fatto queste osservazioni riferendosi ad una società preindustriale, senza tener conto dell’innovazione
tecnologica, e quindi del cambiamento della produzione. In questo teorema non viene introdotto
l’importante fattore della produttività del lavoro e delle risorse.
Smentendo Malthus si può affermare che con la Rivoluzione Industriale avviene una crescita della
popolazione. Il sistema delle risorse regge l’aumento della popolazione.
Tutto questo è legato all’affermazione del sistema di fabbrica e alla nascita dell’industria del cotone (è una
pianta). Gli inglesi prendevano il cotone dalle colonie in India e nel sud degli Stati Uniti d’America.
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Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una 9. L'economia di mercato nella rivoluzione industriale
Il sistema di fabbrica si afferma grazie a:
- La scoperta del telaio meccanico e quindi la meccanizzazione della filatura del COTONE.
- Nuovo combustibile: il CARBON FOSSILE.
- SIDERURGIA: ferro e acciaio, ghisa e altoforno
- Nuova fonte di energia: LA MACCHINA A VAPORE
Questi elementi rappresentano la Rivoluzione Industriale inglese.
- Questa nuova tecnologia genera nuovi prodotti che prima non c’erano, che sono:
- COTONE e TESSUTI DI COTONE, costavano poco e potevano essere prodotti in maggiore quantità
rispetto alla lana e alla seta
- FERRO, che sostituisce il legno
- ENERGIA A VAPORE
Questi elementi avevano prezzi molto bassi ed erano presenti in grande quantità. Erano quindi accessibili a
tutti.
Ogni innovazione è fattibile economicamente solo se riduce i costi e permette un incremento delle
produzione.
- Viene generata anche una nuova organizzazione nella produzione.
Avviene il passaggio alla PRODUZIONE DI MASSA, si deve produrre in grande quantità e in serie, si
producono BENI STANDARDIZZATI.
- Viene generata anche una nuova organizzazione del lavoro.
La fine degli open fields segna l’affermazione dell’individualismo agrario, si formano così le figure dei
coltivatori agrari, proprietari terrieri.
Le altre persone, che non diventavano proprietari terrieri, sperimentarono il processo di inurbamento.
Trasferendosi nelle città diventano OPERAI, in cambio di un salario vendono il proprio lavoro.
Invece molte di quelle persone che hanno capitali, iniziano ad investirli nella nuova tecnologia, si forma così
la figura degli IMPRENDITORI: rischiano il capitale per produrre, inoltre gestiscono e organizzano la
fabbrica. Non c’è più la figura del mercante imprenditore. Questi nuovi imprenditori capitalistici,
provenienti dagli strati medi della società ed interessati in particolare alla produzione tessile, assunsero il
ruolo di innovatori nel momento in cui riorganizzarono secondo nuovi criteri le attività produttive e
introdussero nuove macchine. La loro miglior attitudine consisteva nel calcolare in anticipo le possibilità di
profitto conseguenti all’assunzione del rischio di investire risorse in nuove direzioni produttive prima e nelle
nuove tecniche poi.
Questi tre elementi si svolgono all’interno di un MERCATO.
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Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una 10. Rivoluzione dei trasporti, distribuzione delle risorse e divisione
del lavoro nella rivoluzione industriale
Questo processo di affermazione sul mercato è legato ad una rivoluzione dei trasporti.
Questa rivoluzione avviene a Londra, che rappresenta il mercato fisico della Rivoluzione Industriale e che
necessita di creare una struttura di servizi.
Si sviluppano:
- strade e canali
- le ferrovie
I canali servivano per mettere in comunicazione le numerose reti idrografiche naturali, così da facilitare il
trasporto di merci voluminose e di modesto valore come i cereali. Il primo stimolo alla costruzione di canali
provenne dal processo di urbanizzazione (soprattutto di Londra), per soddisfare il bisogno cittadino di
carbone da impiegare come combustibile sia domestico che industriale.
NOTA
La Rivoluzione Industriale inglese non è avvenuta grazie alle ferrovie, ma avviene per lo sviluppo delle
strade e dei canali.
Il mercato senza una rete commerciale non può funzionare.
Con la Rivoluzione Industriale viene risolto il problema della sussistenza, il sistema è in grado di generare
risorse per tutti. Avviene quindi una DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE; l’obbiettivo della popolazione è
accumulare risorse, reddito. In questa fase interviene un nuovo soggetto: lo Stato, che attraverso la politica
fiscale, muove le risorse.
L’affermazione del sistema di fabbrica corrisponde con l’affermazione della macchina. La meccanizzazione
è l’affermazione del nuovo modo di lavorare: la macchina prevale sull’uomo.
Nel 1766 Adam Smith cerca di dare una spiegazione economico matematica all’affermazione di fabbrica e
nel suo libro “La ricchezza delle Nazioni” introduce un concetto fondamentale:
Il sistema di fabbrica ha introdotto la DIVISIONE DEL LAVORO, ovvero la specializzazione.
L’economia di mercato si regge sulla specializzazione, ovvero sulla scomposizione delle tradizionali
mansioni artigiane e sulla rassegnazione di ogni determinata operazione del processo produttivo a ciascun
operaio.
Questo significa che con la divisione del lavoro, ognuno si occupa di un pezzo.
Questo concetto coinvolge anche le aree regionali, le Nazioni. Perché ogni Nazione si specializza nella
produzione di determinati beni, e le altre Nazioni comprano da questa i beni prodotti, di conseguenza la
Nazione produttrice acquisterà i prodotti che le servono da altre Nazioni specializzate.
La specializzazione del lavoro permette di far funzionare il mercato, è la regola: c’è qualcuno che produce
per vendere sul mercato, e qualcuno che acquista e a sua volta produce.
Secondo Adam Smith, le Nazioni sarebbero cresciute maggiormente economicamente, quanto più si
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Dall'economia preindustriale al miracolo economico italiano: una sarebbero specializzate nella divisione del lavoro.
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