Appunti anno scolastico 2018-2019 presi a lezione. Contenuti: Crescita e innovazione in età preindustriale, illuminismo industriale, il rapporto scienza-tecnologica, i luoghi dell’innovazione, cambiamento tecnologico e incertezza, relazione innovazione e invenzione, fonti dell’innovazione, innovazione come processo, Come viene misurata l’innovazione, i brevetti, l’impresa innovativa in Europa, Schumpeter Mark 1 e Mark 2, Teorie neoclassiche della crescita, teoria evolutiva, sistemi nazionali di innovazione, Friedrich List e i SNI, Freeman e il Giappone moderno, Lundvall, Nelson, Valenza dell’approccio, il ruolo delle politiche pubbliche e industriali e dell’innovazione, il ruolo delle politiche pubbliche, Caso Corea del Sud, L’impresa innovativa, distretto industriale inglese dell’800, l’impresa manageriale americana, la sfida giapponese, il modello della new economy, il finanziamento dell’innovazione, l’impresa innovativa ed il fabbisogno finanziario, il funding gap delle imprese innovative, Angel Finance, Venture capital, Crowfunding, R&S militare e innovazione, modello mission - oriented, sistemi settoriali di innovazione, differenze e classificazione dei settori, la conoscenza, teoria neoclassica e intervento pubblico, i brevetti, la diffusione dell’innovazione, caratteristiche generali, modelli di diffusione, innovazione e competitività internazionale, concorrenti in Europa, In Giappone, Impatto dei circuiti integrati nei vari paesi, Ascesa giapponese, risposta americana.
Economia dell'innovazione
di Mattia Fontana
Appunti anno scolastico 2018-2019 presi a lezione. Contenuti: Crescita e
innovazione in età preindustriale, illuminismo industriale, il rapporto scienza-
tecnologica, i luoghi dell’innovazione, cambiamento tecnologico e incertezza,
relazione innovazione e invenzione, fonti dell’innovazione, innovazione come
processo, Come viene misurata l’innovazione, i brevetti, l’impresa innovativa in
Europa, Schumpeter Mark 1 e Mark 2, Teorie neoclassiche della crescita,
teoria evolutiva, sistemi nazionali di innovazione, Friedrich List e i SNI,
Freeman e il Giappone moderno, Lundvall, Nelson, Valenza dell’approccio, il
ruolo delle politiche pubbliche e industriali e dell’innovazione, il ruolo delle
politiche pubbliche, Caso Corea del Sud, L’impresa innovativa, distretto
industriale inglese dell’800, l’impresa manageriale americana, la sfida
giapponese, il modello della new economy, il finanziamento dell’innovazione,
l’impresa innovativa ed il fabbisogno finanziario, il funding gap delle imprese
innovative, Angel Finance, Venture capital, Crowfunding, R&S militare e
innovazione, modello mission - oriented, sistemi settoriali di innovazione,
differenze e classificazione dei settori, la conoscenza, teoria neoclassica e
intervento pubblico, i brevetti, la diffusione dell’innovazione, caratteristiche
generali, modelli di diffusione, innovazione e competitività internazionale,
concorrenti in Europa, In Giappone, Impatto dei circuiti integrati nei vari paesi,
Ascesa giapponese, risposta americana.
Università: Università degli Studi del Piemonte Orientale
A.Avogadro
Facoltà: Economia
Corso: Amministrazione Controllo e Professione
Esame: Economia dell’innovazioneDocente: Michele d'Alessandro1. Preambolo: che ci importa dell’innovazione?
Grafico 1: si fa uguale a 1 il valore del PIL pro capite nel 1800, valore rappresentato dalla linea retta
orizzontale.
Pressione demografica sulle risorse: la popolazione mondiale non ha potuto crescere troppo (crescita al 3%
= raddoppio popolazione in 30 anni) durante la rivoluzione pre industriale la crescita era allo 0,5 % perché
se reddito procapite aumenta le persone si sposano prima, la donna ha più tempo per fare figli quindi più
figli per donna. All’epoca la popolazione poteva aumentare ma se in un campo al posto di 5 persone ne metti
50 aumenti l’input lavoro ed hai un incremento decrescente. Prima si coltivavano solo le terre, prima le più
fertili poi le meno fertili che però davano rendimenti minori. Mancava l’innovazione tecnologica che
permettesse di estrarre più prodotto dalla terra. È chiaramente diverso arare il terreno con il bue che con il
trattore. Tutto era limitato dalla possibilità di risorse procapite.
Il reddito pro capite nel corso di questi 3000 anni: fino al 1800 poca variazione, reddito uguale; ci sono
piccole oscillazioni dovute per esempio a eventi come la peste nera attorno al 1300 perché la popolazione è
diminuita e quindi c’è stato un aumento del Pil pro capite. Dal 1800 il reddito pro-capite sale
esponenzialmente (guardiamo i paesi che si industrializzano, chi non si industrializza rimane indietro
creando una grande divergenza in termine di reddito procapite e disuguaglianze tra paesi.
Trappola Malthusiana, la popolazione non poteva crescere perché non c’era prodotto e mancava
l’innovazione tecnologica.
REDDITO PROCAPITE= PRODOTTO/POPOLAZIONE
La rivoluzione industriale è un tornante della storia, è l’inizio della crescita economica moderna come
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione sostiene Kuznets che si è dedicato molto a studiare i processi di crescita: la crescita economica moderna
inizia con rivoluzione industriale ed è caratterizzata da un aumento costante nel tempo di popolazione,
crescita del lavoro e PIL. Il fattore decisivo è stata l’innovazione tecnologica che in quegli anni si trasforma
da prodotto secondario e occasionale dell’attività economica in processo continuo.
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione 2. Crescita e innovazione in età preindustriale
Prima l’innovazione non è che non c’era ma era poca e sporadica.
Nel periodo 1450-1750, il settore di gran lunga più dinamico è il commercio.
1. Periodo 1450-1750: il settore più dinamico è il commercio => compagnie privilegiate, nuove rotte e
nuove leadership, nuova composizione degli scambi internazionali.
2. L’agricoltura dove si concentra il 66%-95% della forza lavoro è il settore chiave per l’aumento degli
standard di vita. Ma questo settore ha poca innovazione in quel periodo
3. Ambito manifatturiero con grandi innovazioni alla fine del medioevo (invenzione della polvere da
sparo, la stampa a caratteri mobili - Gutenbergh metà 1400) Però tutto ciò non può essere ben verificato
come impatto sulla crescita ma per esempio per la stampa ha permesso una maggiore diffusione della cultura
e acquisizione delle conoscenze.
4. Il settore tessile: ha permesso di cercare nuovi prodotti come panni di lana. Prodotti di alta qualità e di
lusso creati principalmente dagli inglesi, questa è innovazione di prodotto
5. Ambito di marineria: miglioramento del progetto di disegno della nave ha permesso viaggi di distanze
più lunghe (la caravella che modifica la galera che non era molto adatta alla navigazione nell’oceano, la
inventano i portoghesi)
Nel complesso la produttività del settore in Europa culmina nel ‘500 e declina nel ‘600, provocando
stagnazione e declino demografico, con alcune eccezioni come Paesi Bassi e Inghilterra.
Anche nel settore industriale-manifatturiero la crescita e l’innovazione sono rare:
• orologi, polvere da sparo, cannoni e stampa a caratteri mobili sono le grandi invenzioni del periodo;
• Per il resto; metallurgia, meccanica strumentale, lavorazione del legno e del vetro, ecc, dominano micro
innovazioni cumulative e innovazioni di prodotto (es: tessile come panno inglese).
La disponibilità di energia e la povertà dei materiali da costruzione limitano le possibilità di aumentare la
produttività; Non sono rare le resistenze all’innovazione.
Le autorità temono la disoccupazione e le corporazioni frenano il progresso tecnico.
Ci sono anche ostacoli intrinseci alla diusione dell’innovazione dai paesi d’origine ad altri contesti
produttivi (es.: la cantieristica olandese del 1600).
Ci sono delle resistenze all’innovazione che sono le corporazioni, che stabilivano prezzi, quantità prodotte,
procedimenti, orari di lavoro e processo di carriera. Non vedevano di buon occhio l’innovazione perché non
erano loro a promuoverla, l’innovatore era visto come un sovversore, una minaccia alla loro posizione
acquisita. Infatti la maggior parte dell’innovazione avviene nelle campagne dove le corporazioni non
arrivavano.
Anche la politica vede l’innovazione come una possibile causa di disoccupazione e vuole difendere lo
status quo. Ovviamente ci sono anche paesi che le appoggiano ma non tutti. Un altro ostacolo come detto
sono le fonti di energia che in quel periodo erano l’acqua e gli animali o il vento che muoveva i mulini.
C’era un trade off tra la crescita della popolazione umana e quella animale dovuta all’abbattimento di
boschi, diminuzione dei pascoli e questo porta a meno fertilità dei campi. Quindi l’aumento della
popolazione porta anche alla diminuzione dell’energia produttiva.
Anche i materiali usati erano di scarsa qualità e soggetti a processi di esaurimento.
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione
La domanda è uno stimolo all’innovazione: nelle città vivevano poche persone e la popolazione era troppo
sparsa, frammentata e frastagliata (densità abitativa) e quindi c’era poca domanda per cui l’innovatore non
ha un grande mercato. Solo in alcuni luoghi abbiamo forte concentrazione di popolazione e di domanda
(l’Olanda aveva molte città e quindi c’era una maggiore domanda).
Legge di Pepis: quanto più alto è il numero di abitanti dentro una popolazione tante più alte sono le
probabilità che all’interno ci sia una mente geniale, inventiva. Bassa densità quindi non favorisce di certo.
L’Olanda nel 1600 ha un secolo d’oro: centro commerciale di prima grandezza e controlla molti traffici nel
mondo. Ha un economia forte e fiorente e sono tra i più abili costruttori di navi.
Andavano lì molti paesi europei ad osservare i cantieri navali ma o non riescono a capirli o non riescono ad
applicarlo a casa loro= il motivo è che l’utilizzo di un modello al di fuori del loro contesto demografico ed
economico è perché lì la struttura sociale era organizzata in un certo modo e all’epoca era unico.
Gli apprendimenti sono localizzati e dipende da fattori sociali, culturali ed economici. Non vuol dire che non
si possano trasferire ma ci vuole tempo ed adattamento.
Fino ad ora quindi c’era una crescita Smithiana quindi non dovuta alla crescita dell’innovazione ma all’
estensione del mercato più che dal progresso tecnico. Per esempio l’impatto che ebbero le stazioni
ferroviarie in America che unirono la Costa Est a quella Ovest nella prima metà dell’Ottocento, si ha una
forte specializzazione regionale: ad Est manifattura, a Sud lavoro schiavistico per cotone e tabacco, ad Ovest
produzione alimentare. Con creazione ferrovie sviluppo molto forte per più efficiente allocazione del
capitale finanziario ed umano.
Secondo Joel Mokyr no, gli artigiani difettano di adeguate basi di conoscenze scientifiche e capacità di
manipolare le tecnologie attraverso analogia e ricombinazione.
L’occasionalità dell’innovazione non avrebbe consentito di entrare in crescita economica che è giunta grazie
alla crescita di mentalità che arriva lentamente grazie all’ illuminismo industriale, attraverso la
valorizzazione della conoscenza, utile per ridurre i costi di accesso alla conoscenza scientifica.
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione 3. Illuminismo industriale
L’ illuminismo industriale si ricollegava al programma di Francis Bacon (1561-1626):
• comprendere la natura per controllarla e migliorare le condizioni di vita materiali dell’uomo.
• Metodo di indagine sperimentale-induttivo
L’illuminismo propugnava infatti il progresso tecnico e materiale, incivilimento, vittoria della ragione
sulla natura; ideali di giustizia, uguaglianza, libertà, abolizione privilegi, monopoli, corporazioni ecc,
promozione del mercato.
L’idea era quello di liberare l’economia dell’epoca dai vincoli che la caratterizzavano perché nel ‘700 c’era
ancora retaggio medievale con opportunità distribuite in modo ineguale. Promuove invece un programma
politico che sfocia nella rivoluzione francese la quale va contro ai privilegi solo per alcune classi che
avevano bloccato lo sviluppo economico.
L’illuminismo promuove anche un mercato delle idee (prima c’era un potere costituito che definiva cosa
fosse un sapere accettabile o meno vedi Copernico) ora invece le idee per l’illuminismo vanno valutate
tramite metodi riconosciuti: supporto sperimentale, procedimenti matematici, osservazione.
Si crea così un mercato aperto della conoscenza: chi ha un’idea la propone al pubblico per avere diusione
e farla validare o contestare.
L’illuminismo è anche avverso alla tutela dei diritti della proprietà intellettuale (il brevetto quindi non
viene visto di buon occhio) perché si pensa che tutti debbano entrare a conoscenza dell’attività inventiva
anche se ci sono filoni diversi e contrastanti; per alcuni sarebbe importante tutelare coloro che hanno avuto
un invenzione riconoscendo la proprietà intellettuale.
Quanto alla cornice istituzionale dell’innovazione nell’Inghilterra del ‘700 e ‘800, la tutela della proprietà
intellettuale non ha dato contributo decisivo è più importante un regime fiscale non predatorio nei confronti
dei profitti di impresa.
Il finanziamento dell’attività innovatrice e imprenditoriale (venture capital) non richiedeva somme
ingenti ed era spesso fornito da reti informali. Il capitale umano era fornito più dall’apprendistato che dalle
scuole.
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione 4. Il rapporto scienza-tecnologia
Fino al 1830 (rivoluzione industriale) le nuove innovazioni tecnologiche hanno un legame molto flebile
con la scienza.
Le grandi invenzioni sono: macchina a vapore, filatoi meccanici… quindi nonostante una mobilitazione
della scienza le prime invenzioni prescindono da questa.
Infatti gli inventori protagonisti sono mastri artigiani, operai esperti, tecnici, inventori a tempo perso… non
sanno quindi spiegare scientificamente perché le loro macchine funzionano.
Le invenzioni sono quindi frutto di tentativi ed errore, esplorazione, ingegno manipolatorio.
Inizialmente l’apporto diretto della scienza alle innovazioni della rivoluzione industriale è minimo (es.:
cloro e candeggina, soda, parafulmine). Dopo il 1830, fatta eccezione per le ferrovie e la meccanica, lo
sviluppo della metallurgia, della chimica e del telegrafo poggiò di più su cognizioni scientifiche e approcci
sistematici.
È però con le invenzioni della seconda rivoluzione industriale (metà anni 1850) che il rapporto scienza-
tecnologia si fa significativamente più stretto: acciaio, chimica organica (coloranti artificiali, esplosivi,
farmaci, sintesi ammoniaca); elettricità, motore a scoppio.
La crescente interazione scienza-tecnologia significa che l’innovazione tecnologica richiede sempre più
spesso una formazione scientifica superiore, inoltre la tecnologia offre alla scienza strumenti per la
sperimentazione e stimoli (problemi da risolvere).
I procedimenti trial and error non cessano, ma la cornice è cambiata.
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione 5. Competizione delle tecnologie
Quando si hanno delle innovazioni tecnologiche che provocano discontinuità con le tecnologie esistenti
nasce la minaccia delle tecnologie concorrenti.
Per esempio la General Electric possedeva 3 rami di attività: fabbricazione lampadine, costruzione
macchinario elettrico, illuminazione e nel 1896 aveva costituito un parent pool con Westinghouse.
Si svolgeva una competizione tra le grandi case americane e quelle europee e queste iniziano a farsi
concorrenza stimolando l’innovazione tecnologica.
La General Electric era minacciata da tecnologie concorrenti come la glower lamp tedesca.
Testo di Schumpeter 1934:
«Development [...] is then defined by the carrying out of new combinations.
This concept covers the following five cases:
(1) The introduction of a new good — that is one with which consumers are not yet familiar — or of a new
quality of a good.
(2) The introduction of a new method of production, that is one not yet tested by experience in the branch
of manufacture concerned, which need by no means be founded upon a discovery scientifically new, and
can also exist in a new way of handling a commodity commercially.
(3) The opening of a new market, that is a market into which the particular branch of manufacture of the
country in question has not previously entered, whether or not this market has existed before.
(4) The conquest of a new source of supply of raw materials or half-manufactured goods, again
irrespective of whether this source already exists or whether it has first to be created.
(5) The carrying out of the new organisation of any industry, like the creation of a monopoly position (for
example through trustification) or the breaking up of a monopoly position.»
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione 6. Cambiamento tecnologico e incertezza
Una delle caratteristiche del cambiamento tecnologico è che rappresenta una sorgente fondamentale della
crescita economica di lungo periodo.
La tecnologia inoltre è avvolta dall’incertezza a partire dal sapere se gli investimenti fatti per creare una
certa tecnologia avranno un ritorno.
È impossibile avere una distribuzione delle probabilità sul successo delle tecnologie.
Scavare sulla natura di questa incertezza ci aiuta a fare luce su:
• La genesi delle nuove tecnologie
• La rapidità di diffusione
• L’estensione ultima della diffusione
Per guidarci in questa sua considerazione ci fa una serie di esempi e ci dice che una delle principali forma di
incertezza delle tecnologie è quella degli usi.
A) Per esempio il laser per cosa si può usare? Per tagliare, per riproduzione cd, per strumenti di misurazione,
strumenti di chirurgia, per le stampanti….abbiamo in sostanza numerosi impieghi. Uno degli usi più
importanti però sono nella telecomunicazione con la fibra ottica.
Il paradosso sta nel fatto che il laser inventato e brevettato dai Bell Labs inizialmente rifiutò di brevettarlo
per la tecnologia, pensavano che il laser non sarebbe servito a nulla nelle telecomunicazioni.
B) Un altro paradosso è della Western Union (compagnia di telegrafi) che ha l’opportunità di acquistare il
brevetto di Graham Bell per il telefono ma rifiutarono e preferirono accordarsi col creatore del telefono per
operare insieme sul mercato loro col telegrafo e Bell con il telefono. Ora il telegrafo è praticamente solo un
cimelio. Ma all’epoca neanche Bell sapeva che successo avrebbe potuto avere il telefono, lui stesso appunto
aveva un'idea sottostimata del potenziale di quello che aveva inventato.
C) Un altro paradosso ancora: Marconi inventa la radio e vuole mettere in comunicazione coloro che non
possono comunicare via cavo. Lui aveva pensato alle navi per esempio. Quindi pensava alla comunicazione
uno-a-uno non uno-a-molti.
D) Ancora un paradosso: il computer, non si aveva idea che sarebbe stato utilizzato così largamente,
penavano si potesse usare in pochi ambiti specifici.
Rosenberg vuole trovare e spiegare le ragioni di queste incertezze: non è miopia o carenza di
immaginazione, ma le tecnologie appena vengono la mondo per la prima volta sono molto primitive, per
esempio il primo transistor era enorme ed era molto lunga e faticosa la sua costituzione. Il primo computer
occupava una intera stanza. Questo ci aiuta a capire perché quando nasce una tecnologia così nuova sia
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione difficile immaginare l’utilizzo e la diffusione.
Alcune volte si tende a svilire il valore di quella attività di ricerca e sviluppo che si occupa
dell’affinamento perché ha un valore apparentemente minore a quella di invenzione ma è molto importante
per determinare i possibili sentieri di sviluppo della tecnologia è per questo che ha l’80% di investimento.
Inoltre le proprietà di alcuni prodotti vengono a conoscersi successivamente. Un esempio può essere
l’aspirina inventata nell’800 si scopre 70/80 anni dopo che ha proprietà fluidificante del sangue. Un altro
esempio sono gli strumenti di diagnostica clinica che offrono immagini che hanno richiesto tempo per essere
interpretati clinicamente.
Affinché si affermino certe tecnologie quindi serve lo sviluppo di tecnologie complementari: come l’uso
del laser nella telecomunicazione possibile solo dopo l’invenzione della fibra ottica o la diffusione del
computer dopo l’introduzione del transistor e del circuito integrato al posto delle valvole.
I tempi di adozione delle nuove tecnologie possono essere quindi lunghi e l’impatto sulla crescita
economica non immediato => Impatto e adozione non immediati
Prendendo l’esempio del motore elettrico: mettiamoci nei panni di un imprenditore del primo decennio del
novecento:
Spostarsi dall’alimentazione a vapore o idraulico a quella elettrica comporta:
1. La riprogettazione dei layout degli impianti
2. La sostituzione dei vecchi
Quindi porta a nuovi costi.
Spesso le tecnologie nascono per risolvere problemi molto specifici, rimane però la difficoltà di prevederne
altri possibili utilizzi. Può accadere di concentrarsi su poche tecnologie dirompenti che hanno poi campi di
applicazione molto ampi e variegati. Questo vale spesso per le GPT (es.: macchina a vapore, ruota,
elettricità, computer) ovvero tecnologie estremamente versatili.
Il successo delle nuove tecnologie dipende da uno sforzo immaginativo e dal requisito di essere
commercialmente valide. Quindi devono anche rispondere ad un requisito di praticabilità commerciale.
Carenza di immaginazione? Miopia? Ristrettezza mentale di inventori e imprenditori?
Rosenberg suggerisce risposte più penetranti
• le nuove tecnologie vengono al mondo in uno stato molto primitivo; arduo immaginarne molteplicità di
impieghi (es: computer, motore a turbina degli aerei)
Non per nulla una percentuale di gran lunga maggioritaria delle spese in R&S è dedicata al miglioramento
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione di tecnologie esistenti anziché l’invenzione di nuove.
Molto spesso le nuove tecnologie non sono sostituti di tecnologie esistenti e lo spettro delle proprietà e
caratteristiche non è noto fin da subito in tutte le sue parti.
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione 7. Definizioni e concetti di base
L’economia dell’innovazione come disciplina
Articoli di scienze sociali con la parola “innovation” nel titolo, 1956-2006 (% di tutti gli articoli di scienze
sociali).
Alle origini degli studi:
• 1948: Rand Corporation: ricerca negli USA allo scopo di programmazione militare, periodo guerra fredda,
studio dei fattori di successo dell’innovazione: Nelson, Winter, Schmookler, Arrow
• 1965: Nel Regno Unito Science Policy Research Unit: approccio multidisciplinare allo studio dei processi
innovativi => Freeman, Dosi, Soete. Da qui è nata una rivista: la Research Policy esistente tuttora.
La disciplina è frequentata comunque in modo prioritario dall’economica, seguiti da geografi, sociologi,
psicologi, ingegneri e così via che pensano a politiche legate ad innovazione, crescita e sviluppo.
Oggi come oggi è l’Europa che si occupa maggiormente di ricerca sull’innovazione, seguita da Nord
America e poi le altre.
Concetti e definizioni:
• Scienza: tipo di sapere non finalizzato, nuova conoscenza creata in modo sganciato da una finalità
specifica. È un bene pubblico (lago, mare, luce solare), non rivale, non escludibile. Lo scienziato punta alla
fama, reputazione gloria. Il profitto è un profilo secondario.
• Tecnologia: Conoscenza finalizzata a soluzioni utili e obiettivi specifici; bene privato. Si vuole trarne
vantaggio/beneficio quindi segretezza e brevetti. Si punta al profitto e alle quote di mercato. È orientata al
prodotto.
• Invenzione: Secondo Schumpeter è una nuova idea, un nuovo prodotto, una scoperta che non
necessariamente viene diffusa o ha un successo commerciale. È la concezione di una cosa nuova. Amplia
lo stock di conoscenza tecnologica esistente. Ha caratteristiche tecnologiche ma è separata dal processo di
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione fusione sul mercato. Può avvenire in qualunque luogo o contesto (svincolata da un contesto operativo
collettivo) e non implica necessariamente una innovazione.
• Innovazione: Introduzione nell’uso e sfruttamento commerciale dell’invenzione. Richiede conoscenze
articolate: mercati, produzione e risorse. Richiede interazione con altri individui. È condizionata da mercati,
politiche pubbliche e istituzioni ed ha carattere economico e sociale. Ha dimensione collettiva, perché per
produrlo e distribuirlo non puoi farlo da solo ma dipende dalla tua collaborazione con altri.
Esempio: OGM, pesticida, pratiche di fecondazione utero in affitto
OECD, Oslo Manual, 2018
“An innovation is a new or improved product or process (or combination thereof) that differs significantly
from the unit’s previous products or processes and that as been made available to potential users (product)
or brought into use by the unit (process)”
Fino al 2017 l’OCSE distingueva 4 tipi di innovazione:
1. Di prodotto
2. Di processo
3. Organizzativa: aspetti gestionali dell’impresa
4. Di marketing: come presenti il prodotto, come lo vuoi confezionare, come lo presenti al pubblico
In seguito l’OCSE dal 2018 ha compresso questi tipi di innovazione mantenendo solo l’innovazione di
prodotto e l’innovazione di processo (business process), anche per semplificare la rilevazione.
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione 8. Relazione innovazione e invenzione
Invenzione e innovazione sono in un certo grado complementari.
Probabilmente non nel breve ma sicuramente nel lungo.
Se 0 invenzioni e solo innovazioni, senza idee nuove prima o poi si esauriranno le combinazioni possibili di
conoscenza e tecnologie già esistenti.
Non sempre invenzione comporta innovazione e viceversa.
Un’impresa che adotta un business model che è già stato utilizzato innova ma non inventa. Quando c’è un
trasferimento di una tecnologia da un paese avanzato a uno meno avanzato fa innovazione ma non inventa
nulla.
Questo è un tipo di innovazione imitativa, ciò non significa che sia un’innovazione minore ma ha la sua
importanza perché comunque le tecnologie devono essere adattare al tipo di contesto di riferimento.
(Processi diffusivi)
Innovazione incrementale: miglioramenti apportati a prodotti, processi e servizi esistenti. Insiste nel solco
delle tecnologie affermate. Tecnologie più performanti e più adeguate alle esigenze (es.: automobile)
Non sottovalutare l’effetto cumulativo dell’innovazione incrementale perché migliora le tecnologie esistenti
e si adatta ai nuovi bisogni dei mercati.
Innovazione radicale: discontinuità/rottura rispetto alle tecnologie esistenti, può generare nuove industrie
(es.: CD vs. Vinile) e nuovi mercati (panni lana inglesi).
Rivoluzione tecnologica: gruppo di innovazioni con impatto sull’intero sistema produttivo; trasformazioni
economiche e sociali. Forte impatto, cambia la vita delle persone e i mercati. Noi siamo nel mezzo di una
rivoluzione tecnologica.
Ricerca di base: orientata all’ampliamento della conoscenza scientifica; non ha scopi precisi in termini di
prodotti o processi
Ricerca applicata: orientata alla creazione di nuovi prodotti/processi
Sviluppo: realizzazione pratica del prodotto/processo innovativo
Fonti dell’innovazione:
• la R&S è una delle fonti principali dell’innovazione, è un attività sistematica che richiede conoscenze
acquisite in modo formale, ma l’apprendimento basato sull’esperienza - learning by doing - continua a
essere un canale importante di innovazione (nell’età preindustriale infatti è stata la fonte più importante dei
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione processi di innovazione), poi dal legame più stretto creato da scienza e innovazione è la ricerca e sviluppo
che si fa nei laboratori di ricerca industriale la fonte primaria dell’innovazione.
• Anche i modelli neoclassici ne tengono conto, ma la rendono funzione delle quantità prodotte, ovvero del
tempo. Curve di apprendimento, l’efficienza produttiva di un’impresa aumenta con il volume cumulativo
della produzione ovvero con gli anni di attività. L’apprendimento basato sull’esperienza ha la differenza di
essere trasmissibile, quindi c’è una sottovalutazione delle modalità reali di come avviene il processo di
apprendimento che non viene quindi in modo automatico ma dall’esperienza di coloro che operano
nell’impresa.
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione 9. L’innovazione come processo
Dall’inizio del ‘900 l’innovazione è un’attività organizzata
Come funziona nella pratica il rapporto: ricerca - sviluppo - commercializzazione?
In astratto è facile supporre una sequenza lineare, ma la realtà è diversa. Kline e Rosenberg (1986)
suggeriscono un “modello a catena” nel quale il punto di partenza dell’innovazione è la percezione di un
mercato potenziale.
Anziché fare ricerca, si studiano combinazioni nuove con tecnologie esistenti design analitico. Si passa
quindi alla prototipizzazione e test fino alla immissione sul mercato del nuovo prodotto finito. Il processo è
movimentato da:
• Flussi di feedback tra fasi a valle e fasi a monte
• Scambi tra design e ricerca scientifica/conoscenza tecnologica
In generale la ricerca è attivata quando lo stock di conoscenza scientifica e tecnologica disponibile non è
sufficiente.
L’innovatore pensa ad un potenziale mercato e inizia a pensare alla progettazione analitica del prodotto,
l’innovatore prova a sfruttare le conoscenze tecnologiche esistenti quindi non è ancora innovazione, se non
me lo permettono passo al bagaglio di conoscenze esterne all’innovatore quindi scienziati, collaboratori,
università. Se grazie a queste altre fonti di conoscenza esistenti posso perfezionare il modello è fatta.
Se anche queste non sono sufficienti parte la ricerca di tipo base e di tipo applicato, grazie a questo posso
poi passare ad una fase più dettagliata detta prototipizzazione, a questo punto posso usare conoscenze
esistenti e investire ancora in ricerca fino a che non posso metterlo sul mercato. Man mano che il prodotto
passa alla sua creazione completa passano dei feed back che permettono di capire meglio le necessità del
mercato, questi feed back li posso elaborare per riadattare il prodotto.
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione 10. Innovazione come e che cosa misuriamo?
Quando vogliamo farci un’idea dei processi innovativi per capire chi è o meno innovatore, si raccolgono una
serie di dati e si osservano alcuni indicatori; i principali indicatori dell’innovazione sono:
1. Input dell’innovazione le risorse impiegate (quanto si spende, su che cosa, chi?)
• spese in R&S
• Spese per la formazione
• Personale R&S
2. Indagini sull’attività innovativa delle imprese quante, quali imprese, che tipo di innovazione, soldi?
3. Output dell’innovazione brevetti, in quali comparti
L’Asia sta investendo molto, gli Stati Uniti stanno facendo una guerra commerciale.
La rilevazione dell’attività innovativa delle imprese racchiude:
• innovazione di prodotto
• Innovazione di processo
• Spesa in R&S condotta all’interno o all’esterno dell’impresa
• Acquisto di macchinari e impianti
• Acquisto tech non incorporata in beni capitali
L’allocazione della spesa per l’innovazione tra queste voci dà importanti informazioni sull’orientamento e le
politiche dell’impresa.
I dati legati al caso italiano mostrano che la classe dimensionale della grande impresa è fortemente associata
all’intensità e al tipo dell’attività innovativa condotta.
Con riferimento all’Italia di inizio anni 2000, Malerba nel 2007 mostra
• % grandi imprese innovative (>= 250 addetti) 72
• % piccole imprese innovative (<50 addetti) 33
In termini percentuali di PIL i finanziamenti diretti o indiretti dello Stato, variano molto da un Paese
all’altro. Di questo grafico ci interessa il fatto che comunque lo stato permette, tramite i i finanziamenti alle
imprese di fare ricerca e sviluppo (con il sostegno diretto e indiretto)
Poi altro grafico: vediamo il settore ricerca e sviluppo finanziato con fondi esteri. Quindi il caso delle
multinazionali (filiale multinazionale risulta come finanziamento dall’estero). In un mondo globalizzato
numerose sono le multinazionali e la ricerca è svolta in modo decentralizzato da questa, la filiale di una
multinazionale italiana in Francia può ricevere finanziamenti da un agenzia internazionale, questo ci fa
notare come l’attività di ricerca e sviluppo venga finanziata in realtà anche dall’estero.
In aggiunta, la grande impresa innova sia prodotto sia processo, mentre la piccola innova piuttosto i processi
(innovazione non sempre di carattere tecnologico).
Mattia Fontana Sezione Appunti
Economia dell'innovazione