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Mutualismo libero


In epoca fascista e il mutualismo nasce con la carta del lavoro (1927).
Per tutta la prima fase del fascismo non c'è una vera politica sanitaria perché c'è il laissez faire e non sarebbe stato coerente.
Inizia nel 1927 con la carta del lavoro che è la prima legge forte del fascismo perché è il primo insieme di norme sull'organizzazione del lavoro in epoca fascista.
Mette le fondamenta del corporativismo e del mutualismo: ne sancisce l'avvio.
Quindi la seconda fase è più importante per le tutele che vengono emanate.
Se si sostiene che un corpo sociale e settoriale ha senso ed è basato sulla collaborazione quindi anche di tipo auto mutuo aiuto di fine 1800 che viene rivalorizzato e ripreso.

Per lo sviluppo del paese è importante anche la salute e la sanità che viene da forme di autotutela.
Ecco perché sono correlati tra loro. Dice che dentro il contratto di lavoro in ogni settore devono essere previste norme di mutualismo, cioè si creano le mutue libere dentro ogni settore e dentro ogni contratto di lavoro.
Sono libere perché non sono obbligatorie, si possono prevedere e si possono costituire, non “si deve”. Se attraverso la negoziazione si vogliono fare bene, altrimenti no.
Si basa sulla contrattazione settoriale.
Ancora lo Stato non ha forme di intervento.

Le condotte mediche restano ma svuotate.
Le condotte sono dipendenti dai comuni cui il fascismo toglie le risorse (perché temono il medico condotto e tentano di fascistizzarlo: omologarlo al pensiero dominante e farlo diventare agente del fascismo nei comuni e verso poveri).

I condotti sono difficili da fascistizzare e il fascismo non si fida di loro perché erano progressisti e toccava con mano la realtà che stava peggiorando col fascismo.

Ai comuni si tolgono i fondi, li si vuole indebolire per accentrare il potere e quindi per togliere autonomia ai comuni ne toglie la libera elezione. Il sindaco è sostituito dal podestà (con Crispi il consiglio comunale era eletto ed eleggeva il sindaco).

Il podestà è mandato dal partito a governare il comune. Nonostante ciò il comune è pericoloso perché ha autonomia quindi si tolgono le risorse per togliere il potere ma così facendo si tolgono soldi ai condotti. Questi verseranno in condizioni difficili con una modalità tipica (Giolitti aveva fatto lo stesso): non gli chiedevano il tempo pieno e gli permettevano così di fare un altro lavoro: non c'è più la condotta piena.

Tratto da STORIA DELLE AZIENDE PUBBLICHE E SANITARIE di Barbara Pavoni
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