Terza fase totalitaria del fascismo nella politica sanitaria
                                    
Terza fase è quella totalitaria cioè della dittatura, di uno Stato 
supremo. Lo Stato è dominante su ogni singolo e su ogni sua scelta. Nega
 la libertà dei singoli in nome dello Stato.
Tutto il fascismo non nasce dal nulla ma trova le radici nella società precedente e poi lascerà tracce.
Il
 comunismo e il capitalismo sono due concezioni del mondo opposte ma 
entrambe si basano su un'idea di conflitto sulla diversità di classe.
Ci sono classi contrapposte (capitalisti e proletari) e una delle due ha il sopravvento. Le classi sono conflittuali.
La
 terza via è quella corporativa: non si deve guardare alla 
conflittualità ma alla cooperazione tra le classi cioè l'idea che i 
capitalisti (datori di lavoro) e proletari (dipendenti) hanno interessi 
in comune. Devono quindi con lavorare e non confliggere. In questa 
logica si immagina che la collaborazione avviene per settori di 
attività.
Per esempio l'agricoltura: se tutti collaborano, si 
uniscono e costituiscono il grande corpo del settore agricolo. Lo stesso
 nel settore industriale e negli altri settori via via più specifici 
come la scuola, la sanità..
Chi lavora nel settore delle collaborare.
Corpo: membri diversi collaborano per il funzionamento complessivo.
Richiama
 il concetto di funzionalità complessiva di tutti gli organi diversi: 
pur diversi e essenzialmente diversi collaborano all'esistenza del 
corpo.
Il passaggio seguente è che una concezione tipicamente 
cristiana e cattolica che viene riutilizzata dal fascismo e resa 
ideologia dominante.
Poi era tipica della società romana: Agrippa 
dice ai cittadini che patrizi e plebei contribuiscono alla gloria di 
Roma. In questa cultura ci sono radici cattoliche romane. 
Il corporativismo trova il consenso pieno della Chiesa cattolica perché vi trovano fattori del proprio modo di vedere.
Anche
 nel medioevo ci sono riferimenti al corporativismo: espressione di ceti
 artigiani o professionali che fanno garanti di se stessi come modalità 
di autotutela, ma era più facile unire padroni e lavoratori perché le 
piccole botteghe si riunivano nel lavoro. Erano pochi c'era miglior 
rapporto tra le classi. Era un autotutela settoriale per tipo di 
professione.
Nella fase totalitaria, la terza, si sostiene l'idea
 che lo Stato sia padrone assoluto (e impersonificato nel partito unico e
 nel Duce). Non è uno Stato di diritto, è sinonimo di partito fascista e
 Duce.
Tutto è deciso dall'alto, dalla dimensione totalitaria e autoritaria al limite della dittatura. Non c'è ombra di democrazia.
Nel 1933-34 ci sono le leggi razziali.
Si
 fa più forte la presa di potere di Mussolini che nella prima e nella 
seconda fase era pur sempre dentro una democrazia svuotata ma può sempre
 democrazia come la Germania.
La monarchia non viene mai messa da 
parte o deposta, il Re e il suo modo legittima la dittatura fascista, 
non prende provvedimenti.
Nella prima nella seconda fase Re e forma democratica restano. È contraddittorio.
L'astuzia di Mussolini è di lasciare formalmente tutta la struttura dello Stato ma svuotarla di democrazia dall'interno.
Fin dalla marcia su Roma basta cambiare pochi punti della legge per cambiare tutto.
È la terza fase non si parla più di libertà e di mercato. Il corporativismo diventa asservito allo Stato.
I corpi sociali applicano le direttive dello Stato e non collaborano autonomamente.
La trasformazione è progressiva e strisciante.
Il fascismo accelera (diversamente dall'epoca liberale passata) in termini di politica sanitaria e se ne vanterà molto.
Che tipo di interventi fecero? Come si configura la tutela sanitaria?
Grande risultato in termini di servizi, professioni eccetera.
Il fascismo ha chiuso con l'emanazione dell'assicurazione sanitaria obbligatoria (1943).
La modalità è comunque stata tipica del fascismo (clientelare, settoriale....)
il mutualismo libero nasce nel fascismo
ONMI (opera nazionale maternità e infanzia)
ristrutturazione e modernizzazione degli ospedali
assicurazione obbligatoria
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Dettagli appunto:
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                                Autore:
                                Barbara Pavoni
 [Visita la sua tesi: "L'evoluzione della valutazione nel pubblico impiego"]
 
- Università: Università Politecnica delle Marche
- Facoltà: Economia
- Esame: Sociologia delle aziende pubbliche e sanitarie
- Docente: Maria Giovanna Vicarelli
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