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APPROFONDIMENTI
Blog d’informazione: il modello di business dell’advertising
di MARIA CAROLA CATALANO
Il modello di business di un blog o di un network di blog d’informazione ha come variabile di riferimento principale, così come qualsiasi altro sito web, il traffico di visitatori. Quello che invece differenzia il weblog da qualsiasi altro sito è il diverso tipo di appeal che genera nei lettori, interessati all’interpretazione che specifici blogger danno di determinati contenuti più che al contenuto in sé. Ciò significa che qualsiasi fonte di reddito deve essere coerente nella forma e nei contenuti con quanto espresso nei post. Soltanto in questo caso sarà possibile generare risultati economici significativi. Tra le diverse fonti di reddito che un blog può decidere di adottare, la pubblicità è la più utilizzata. Ne esistono diverse tipologie, ognuna delle quali è governata da precise logiche sia dal punto di vista dell’inserzionista che da quello del blogger.
A riscuotere maggior successo è il contextual advertising, la pubblicazione di annunci pubblicitari in corrispondenza delle parole chiave emergenti dal contenuto di una pagina web. Questa corrispondenza tematica determina, infatti, almeno sulla carta, una maggiore probabilità di successo dell’annuncio. Così, per esempio, leggendo un post sul nuovo Ipod appena commercializzato, il lettore accetterà di buon grado un collegamento pubblicitario all’Apple Store. Tra i servizi del settore esistenti vanno ricordati Google AdSense, Overture e Yahoo Search Marketing. Tutti e tre utilizzano il meccanismo del pay per click che...[continua]
Attraverso il video, dentro sé: Bill Viola
di SIMONE PARNETTI
Buio, silenzio.
Impercettibile una figura avanza: un uomo, in abiti fluidi, cammina lentamente in un luogo sgombro come un hangar.
Davanti a lui, una fiammella votiva, che piano piano s’ingrandisce.
L’uomo si ferma, allarga le braccia e così si allarga anche la fiamma, una piramide di fuoco, tutto lo spazio è fuoco. E rumore assordante. Poi tutto di nuovo tace, e tutto è buio.
Buio, silenzio. Sul retro dello schermo, l’uomo avanza allo stesso modo, con lo stesso incedere fluido. Si ferma. Uno scroscio d’acqua, violento come una cascata lo investe, lo fradicia, lo annienta. Tutto è di nuovo buio. Accoglienza emotiva forte, quella che Bill Viola offre ai visitatori della mostra personale a Palazzo delle Esposizioni di Roma.
L’acqua, il fuoco, le origini primigenie; e ancora, il corpo e il suo annientamento, se letto come semplice immagine su schermo mentre è investito dalle forze della natura. Eppure, proprio il narrare per immagini di enorme dimensione dona all’umano un’aura cosmologica: quell’uomo non è un uomo ma la storia dello stesso, quel silenzio è il nostro raccoglimento...[continua]
In principio fu ET....
di BENEDETTA SIRONI
...il piccolo extraterrestre che nel 1982 mangiava le caramelle Reese's Pieces. O, forse, faremmo meglio a dire che in principio fu il cinema. Infatti, se la nascita del product placement viene generalmente fatta risalire alla pellicola di Spielberg, analoghi fenomeni si possono riscontrare sin dai primi filmati dei fratelli Lumière, il cui scopo era appunto quello di accrescere il prestigio e la fama della loro società di lastre fotografiche.
Nella società contemporanea, la tecnologia sta rivoluzionando la televisione ed il mondo della pubblicità. Assistiamo oggi ad una crescente pervasività dei messaggi pubblicitari, che hanno invaso gran parte degli spazi disponibili nella moderna comunicazione di massa. Questo sovraffollamento pubblicitario, da un lato provoca una sorta di rigetto da parte del pubblico, che ha ormai imparato a riconoscere ed evitare i tradizionali messaggi pubblicitari; d'altro lato porta le imprese a cercare soluzioni alternative per promuovere il proprio brand. In questo contesto si colloca il product placement: pratica consistente nell'inserimento pianificato di un prodotto o di una marca – in quest'ultimo caso si parla più propriamente di brand placement – in una vasta tipologia di contenuti di intrattenimento, in contesti non specificatamente pubblicitari, in cambio di una somma in denaro o dell'impegno in attività promozionali...[continua]