Codice Urbani, d.lgs n. 42 Codice dei beni culturali
Codice Urbani, d.lgs n. 42 Codice dei beni culturali
Tutte queste normative verranno recepite (risultando così con un carattere essenzialmente compilativo) all’interno del Testo Unico (insieme di normative in materia di tutela dei beni culturali), anch’esso approvato con d.lgs n. 490 nel 1999, composto da 166 artt. il cui punto centrale rimangono le previsioni inserite nella legge 1089/39. Oltre alla tutela il T. U. si propone fini di valorizzazione e viene
innovato il procedimento del’interesse culturale. Il d.lgs n. 42 contenente il Codice dei beni culturali e del paesaggio è stato approvato anche su base di una legge delega del Parlamento n. 137 ai sensi dell’art. 10 del 6/07/2002, una legge che aveva per oggetto il riassetto, la codifica e la riorganizzazione dei beni culturali. È così che nasce il Codice detto Urbani, che abrogando il T. U. si propone, secondo le parole date dallo stesso ministro al momento della presentazione: il riconoscimento della nozione di paesaggio all’interno del patrimonio culturale, il riconoscimento del carattere unitario di tutela del nostro patrimonio culturale (ai sensi degli artt. 9, 117, 118 Cost.), la subordinazione della pianificazione urbanistica a quella paesaggistica, l’enucleazione di un demanio culturale nell’ambito del patrimonio pubblico. Il codice risulta diviso in 5 parti, riguardanti: Disposizioni generali (9 importanti articoli che hanno una valenza generale e uhn rilievo tale da caratterizzare l’intero codice), Beni culturali, Beni paesaggistici, Sanzioni e Abrogazioni. Il punto centrale della disciplina è rinvenuto nel fondamentale art.9 della Cost. che proclama che “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura, tutela il paesaggio e il patrimonio storico-artistico”.
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Dettagli appunto:
- Autore: Alessia Muliere
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Scienze Umanistiche
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