Il passaggio alla crescita economica
Nell’età imperiale diverse società hanno conosciuto periodi di crescita economica ma le loro dimensioni e la loro durata erano state modeste. In queste società preindustriali i limiti sociali, politi e tecnologici condizionavano fortemente l’accumulo di capitali e l’efficienza produttiva necessari ad una crescita economica a lungo termine. Furono i progressi tecnologici legati alla rivoluzione industriale che permisero di accrescere ricchezza e potere. La crescita economica divenne cumulativa e autoregolamentata perché al moderna tecnologia industriale consentì a certe società di sfuggire al classico problema maltusiano dei rendimenti decrescenti. La moderna crescita economica rafforzò le relazioni tra ricchezza e potere e nel far ciò alterò profondamente la natura delle relazioni internazionali. Il ciclo degli imperi era stato creato in gran parte dalla tendenza dei costi delle più efficienti tecniche militari a crescere più in fretta degli introiti erariali facendo sì che lo stato si distinguesse o rimanesse indietro rispetto ai rivali in ascesa. La crescita economica permise di superare questo limite. Un’economia in espansione permetteva di produrre tecniche militari più efficienti e di acquisire una superiorità sui rivali con tassi di crescita economia più bassi. D’ora innanzi i tassi relativi di crescita economica tra le società, le dimensioni delle basi economiche della società e le proporzioni della produzione totale destinata alla difesa avrebbero determinato in misura sempre maggiore la potenza e la posizione degli stati nel sistema internazionale.
Nel mondo moderno la ricchezza e il potere non coincidevano necessariamente. Anzi, come dice Mcneil le società più ricche e economicamente più progredite vennero spesso distrutte e saccheggiate da quelle meno sviluppate. Queste popolazioni più rozze erano più potenti dal punto di vista militare perché o erano dotate di una superiorità numerica o appartenevano a una stirpe più forte.
Quando l’agricoltura era la base della ricchezza, i mutamenti demografici, le innovazioni nell’organizzazione militare o politica e sviluppi tecnologici erano spesso il fattore principale di un cambiamento politico e della crescita diseguale di potere tra gli stati. L’accumulo di ricchezza attraverso lo sfruttamento seguiva la conquista militare. Mediante la richiesta di tributi, il saccheggio e l’asservimento dei popoli conquistati, la potenza militare acquisiva ricchezza. L’avvento della moderna industria rafforzò il legame diretto tra ricchezza a potere.
Fino al XVII secolo la ricchezza era stata spesso separata dal potere. Il rapporto tra ricchezza e potere cambiò nel tardo periodo medievale. Fu allora che la crescita economica europea superò quella delle civiltà rivali. L’imperialismo europeo depredò le società extraeuropee dei loro metalli preziosi e dei beni di lusso. Con l’avvento dell’industria moderna il progresso tecnologico e l’efficienza economica divennero i mezzi più sicuri per guadagnare ricchezza e potere.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Filippo Amelotti
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- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Relazioni Internazionali
- Docente: G. Cama
- Titolo del libro: Guerra e mutamento nella politica internazionale
- Autore del libro: R. Gilpin
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 1989
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