Il maternage delle donne immigrate
I modi di inculturazione familiare e le modalità di maternage riguardano soprattutto le abitudini attorno all’alimentazione, il sonno, le regole ed i divieti. Raramente le differenze vengono esplicitate e questo può provocare interpretazioni riduttive, catalogare gesti e messaggi in maniera fuorviante, semplificando ciò che rimane sullo sfondo e non immediatamente accessibile.
- L’alimentazione: spesso tramite biberon, ma anche biscotti o dolci vari, tende a lenire il senso di colpa della madre per l’abbandono, sostituire il seno materno, riempire il vuoto lasciato dalla sua assenza e riallacciare un legame tramite la soddisfazione orale; ma altri episodi che richiedono una negoziazione tra partner educativi sono le modalità di stare a tavola, quindi anche lo svezzamento.-
- Il sonno: ogni bambino ha le sue abitudini per cui c’è quello che vuole il ciuccio, quelli che vogliono stare in braccio ecc..
E’ proprio su questi temi, che possono sembrare sciocchi o banali, che avvengono gli incidenti relazionali che, se non adeguatamente elaborati, portano a chiusura entro i confini della propria appartenenza culturale. Alcune famiglie ad esempio si auto escludono: non partecipano alle feste o agli eventi se non quando strettamente necessario. Ciò è dovuto ad almeno due fattori: le difficoltà alloggiative per cui se il bambino della famiglia straniera va a giocare a casa dei suoi amichetti si è costretti a re-invitare il piccolo a casa propria e a volte questo è imbarazzante per le condizioni igieniche, di sovraffollamento e degrado in cui spesso gli immigrati si trovano a vivere. L’altro motivo risiede nelle differenze somatiche per cui i bambini reagiscono in modo diverso: alcuni sembrano spaventati dalla diversità e si allontanano, non vogliono toccare quella bimba di colore. Ma non sono reazioni normali: incidono molto le parole i gesti, il linguaggio non verbale degli adulti. Per quanto riguarda altri elementi tipici del maternage Bornstein (in Favaro, mantovani nello stesso nido) individua una tassonomia del parenting costituita da sei categorie: nurturant, fisico, sociale, didattico, materiale, linguistico. Si tratta di categoria sovra ordinate, che con molta probabilità fanno parte universalmente del c.d. “prisma della genitorialità” ossia individuano le regole per definire il maternage:
1) nurturant: letteralmente provvedere alle cure infantili con amore e attenzione
2) provvedere alle cure fisiche
3) provvedere all’interazione sociale
4) provvedere all’insegnamento
5) provvedere alla cura dell’ambiente di vita
6) provvedere alla cura della linguistica
Il non riuscire a fornire queste cure, a causa degli orari di lavoro, difficoltà economiche, mancanza di una rete familiare di supporto ecc. può provocare nelle mamme immigrate un vissuto di dissonanza, affettiva e cognitiva, proprio di chi è costretto ad assumere comportamenti e pratiche lontane dal modello culturale interiorizzato. Tutto questo ci appare difficile da comprendere perché poco osservabile. I messaggi di tipo affettivo, sociale, didattico, tesi a rassicurare e coccolare il figlio, decodificare il mondo, narrare e anticipare eventi sono espressi in lingua d’origine. Per la maggior parte degli immigrati la propria lingua rappresenta il terreno dell’intimità perché esse hanno un colore, un sapore che rimanda subito alla dimora familiare; un contenitore che assicura continuità di legami e attenua la separazione. Ci sono i casi in cui la condizione di liminalità è ancora più evidente: come nel caso dei cinesi che spesso usano le due lingue ed in entrambi i casi i due codici linguistici rimangono sulla soglia.Per i bambini stranieri tutto è novità e scoperta il mondo della casa e quello del nido sono totalmente differenti per cui è opportuno trovare un approdo momentaneo, rassicurante (un angolo, un oggetto, un rito…) altrimenti sono come smarriti, esposti alla nuova realtà senza disporre di ancoraggi protettivi. Come un pesciolino che nuota nell’acqua (contesto culturale di origine) che si arricchisce di nuovi elementi, riferimenti che comporta non solo un arricchimento ma anche maggiore fatica. Le strategie per attenuare questa fatica possono essere anche molto differenti tra loro a seconda delle politiche educative adottate ma in generale gli studi mostrano come sia importante:
1. COMUNICARE NON SOLO INFORMARE
2. PREDISPORRE UN PRONTO SOCCORSO LINGUISTICO
3. NARRARE IN MOLTE LINGUE
4. FACILITARE LO SCAMBIO RELAZIONALE TRA GENITORI
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Dettagli appunto:
- Autore: Barbara Reanda
- Università: Università degli Studi di Perugia
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Corso: Pedagogia
- Esame: Antropologia dell’educazione. III modulo: la cultura come ritualita’ legata alla nascita, saperi allevanti, pratiche di cura dell’infanzia.
- Docente: P. Falteri
- Titolo del libro: Nello stesso nido. Famiglie e bambini stranieri nei servizi educativi.
- Autore del libro: Favaro G., Mantovani S., Musatti T.
- Editore: Franco Angeli
- Anno pubblicazione: 2006
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