Le pratiche e i saperi allevanti delle donne magrebine: parto e puerperio
PARTO
Il parto può essere un momento più o meno traumatico ma quando non si
conosce la lingua, i codici visivi e gestuali diventano incomprensibili;
i tempi e la medicalizzazione ospedaliera spesso cozzano con le proprie
abitudini culturali e fanno sembrare il tutto come il risultato di una
catena di montaggio.
PUERPERIO
Il primo bagno è un momento molto importante dove il liquido rappresenta
un ancoraggio forte con la madre, in cui si può giocare ancora l’amore
filiale. L’operazione si fa in bagno perché è più comodo, più caldo e
perché c’è la credenza che in camera da letto possano esserci degli
spiriti malvagi. La puerpera infatti si trova in condizione di
liminalità perché non è più in gravidanza ma non è stata ancora
riaggregata alla propria comunità di appartenenza con il nuovo nato.
Questa condizione che scientificamente è data come delicata per la vita
di entrambi, rende più vulnerabile la donna alle varie influenze divine e
positive ma anche a quelle negative come per esempio i jinn,
spiritelli capricciosi che vivono nelle tubature e nei luoghi di
passaggio tra dentro e fuori, sopra e sotto come il water e il
lavandino che infatti vengono purificati. Per evitare possibili contatti
con i jinn quindi si preferisce fare le operazioni nel bagno
disinfettato . Nei primi 40 giorni dopo il parto la donna è ancora
“aperta” e si dice che abbia “la tomba aperta”; ella deve solo allattare
mentre le incombenze domestiche spettano alle altre donne di casa.
Finita la quarantena la donna viene purificata dalle impurità del parto
prima di essere ri-presentata alla propria comunità come si faceva in
Italia non più tardi di 50 anni fa quando sull’uscio della chiesa veniva
benedetta dal prete e solo allora poteva rientrare in chiesa. Lo stesso
accade per le donne magrebine che vengono lavate nei bagni turchi dalle
madri e dalle sorelle; la puerpera fasciata e avvolta viene poi spinta
ai fianchi affinché venga richiuso e rimesso in ordine ciò che è stato
smosso. Questo cerimoniale per chiudere il corpo femminili serve a
proteggere la donna che era stata aperta dal parto e quindi resa
vulnerabile. Infine la donna viene riaggregata nella comunità attraverso
la festa del settimo giorno che si fa appunto il settimo giorno dalla
nascita del bambini ove possibile o tramite il rito della circoncisione.
La festa del settimo giorno è il momento in cui il neonato viene
presentato alla comunità attraverso la scelta del nome e la madre
riaggregata alla comunità di appartenenza. Rappresenta la nascita
sociale e un rito di aggregazione importante per rinsaldare i legami
sociali. Dopo il parto, quando il bambino è stato lavato (abluzione), un
uomo della sua famiglia gli sussurra all’orecchio i versetti del
corano. Si tratta di un vero e proprio atto di inculturazione religiosa
affinché il bambino entri subito nella Umma. Tale gesto rituale deve
essere fatto da un uomo perché la donna potrebbe essere impura
(mestruazioni) allo stesso tempo funge da protezione ed è un modo per
rassicurare e far addormentare il bambino. Altri riti del genere sono ad
esempio il porre sotto il letto della puerpera oppure sopra alla testa
del piccolo per proteggerlo dal male il corano, ma anche medagliette
d’oro con scritti alcuni versetti o la mano di Fatima come amuleto (
Fatima figlia di Maometto). Altro rito di passaggio fondamentale è la
circoncisione. Nella maggior parte dei casi è praticato nei paesi di
origine perché c’è maggiore attenzione alla tradizione ed è possibile
fare feste in cui siano presenti tutti. Come ogni rito di passaggio ha
tre momenti: l’attesa/separazione in cui il bambino viene praticamente
rapito dagli altri parenti e tolto così dalla madre; ciò aiuta entrambi
in questa prima importante separazione. Oltre alla vestizione del
piccolo c’è l’uso rituale dell’hennè che i maschi usano in pochissime
occasioni: il rito della circoncisione e quello nuziale. Per la donna
questa pittura ha significato estetico ma anche simbolico. Esso infatti
collega i due mondi quello maschile e quello femminile in quanto per il
colore è associato al sangue mestruale; trasmette energia e riscalda ciò
che è freddo. Il momento soglia o limite: è il momento liminale in cui
si sta per essere circoncisi e infine la festa in cui il piccolo fa
ufficialmente parte della Umma.
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Dettagli appunto:
- Autore: Barbara Reanda
- Università: Università degli Studi di Perugia
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Corso: Pedagogia
- Esame: Antropologia dell’educazione. III modulo: la cultura come ritualita’ legata alla nascita, saperi allevanti, pratiche di cura dell’infanzia.
- Docente: P. Falteri
- Titolo del libro: Nello stesso nido. Famiglie e bambini stranieri nei servizi educativi.
- Autore del libro: Favaro G., Mantovani S., Musatti T.
- Editore: Franco Angeli
- Anno pubblicazione: 2006
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