Famiglie immigrate e servizi educativi per la prima infanzia a Perugia
Le donne magrebine sono molto presenti in Umbria e nel perugino. La loro presenza però non collima con il numero di iscritti ai nidi visto che spesso si tratta di casalinghe. In Africa ci sono molti idiomi, molti dialetti. L’arabo classico del corano è sicuramente un fattore di condivisone e da senso di appartenenza ad una stessa comunità, la Umma, la comunità religiosa. Per questo motivo mantenere la lingua d’origine è veramente fondamentale per questi immigrati.
Per quanto riguarda la maternità e la diffusione dei saperi allevanti possiamo affermare con certezza che tra le donne magrebine le conoscenze su gravidanza- nascita- puerperio sono diffuse grazie alla maggiore circolazione dei saperi tra le donne della famiglia allargata. Non si tratta di “parole” ma di gesti che vengono trasmessi: la maternità è per loro “la cura del fare” si impara dalle mani, dal guardare, dal chiedere perché esso fa parte delle competenze femminili ed è un esperienza di apprendimento continuo attraverso pratiche consolidate. Le donne magrebine immigrate in Italia vivono la loro condizione di liminalità sia prima che dopo la partenza. Prima di partire hanno la sensazione che sia dannoso tanto partite quanto restare mentre quando giungono nel loro paese non riescono più a rispecchiarsi nel modello di cure materne data l’assenza della rete familiare di supporto. In Italia quindi queste donne esperiscono un vero e proprio trauma migratorio, una forte frattura, vissuta in modo particolare dalle donne più giovani. Da un lato v’è una frattura generazionale perché l’ intenso senso di rispetto per le loro mamme, nonne e per il loro sapere tipicamente femminile cozza con l’assenza di queste figure così importanti; dall’altro queste donne vivono una frattura di tipo culturale- simbolico perché rispetto alla propria identità il processo migratorio porta con sé una ridefinizione del proprio orizzonte culturale di appartenenza. Si deve quindi continuamente mediare, negoziare tra la nostalgia di casa, le aspettative, sogni, desideri e la realtà. Proprio per questo si devono trovare forme di domesticità, di familiarità, e i riti svolgono un ruolo molto importante.
Continua a leggere:
- Successivo: Le pratiche e i saperi allevanti delle donne magrebine
- Precedente: Il maternage delle donne immigrate
Dettagli appunto:
- Autore: Barbara Reanda
- Università: Università degli Studi di Perugia
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Corso: Pedagogia
- Esame: Antropologia dell’educazione. III modulo: la cultura come ritualita’ legata alla nascita, saperi allevanti, pratiche di cura dell’infanzia.
- Docente: P. Falteri
- Titolo del libro: Nello stesso nido. Famiglie e bambini stranieri nei servizi educativi.
- Autore del libro: Favaro G., Mantovani S., Musatti T.
- Editore: Franco Angeli
- Anno pubblicazione: 2006
Altri appunti correlati:
- Mille modi di crescere. Bambini immigrati e modi di cura
- Pediatria
- Teoria Tecnica Didattica Età Evolutiva
- Psicopatologia dell'età evolutiva
- Sociologia dei processi culturali
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Il Coordinatore Pedagogico e il gruppo educativo nei servizi per la prima infanzia
- Fiaba e musica come ponti tra culture. Progettare un percorso interculturale all’asilo nido attraverso l’unione di narrazione e suono
- Donne e uomini Moriscos nella Spagna del lungo Cinquecento. Un profilo storico-culturale
- La Cancel Culture nel Sistema Moda
- Quando muoio sarò un bambino. Eutanasia per i minori in Belgio.
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.