La Repubblica di Weimar
La Repubblica nata dalla Costituente di Weimar, rappresentò negli anni ’20 un modello di democrazia parlamentare aperta e avanzata. Molti erano, tuttavia, i fattori che contribuivano a insidiare la vita democratica e a indebolire il sistema repubblicano. Il più evidente motivo di debolezza stava nell’accentuata frammentazione dei gruppi politici. La socialdemocrazia si era riunificata in un unico partito nell’estate del ’22 con la confluenza dell’Uspd nella Spd. La Spd rimase per un intero decennio il partito più forte ma non riuscì mai ad allargare i suoi consensi al di là del tradizionale elettorato operaio. La diffidenza nei confronti del sistema democratico coinvolgeva non solo i gruppetti dell’estrema destra sovversiva ma anche buona parte della media e della piccola borghesia. Nella primavera del ’21 una commissione interalleata stabilì l’ammontare delle riparazioni nella cifra di 132 miliardi di marchi-oro da pagare in 42 rate annuali. In altri termini i tedeschi avrebbero dovuto privarsi per quasi mezzo secolo di un quarto del loro prodotto nazionale per assolvere un impegno a cui la popolazione non riconosceva alcuna legittimità. L’annuncio dell’entità delle riparazioni suscitò in tutta la Germania un’ondata di proteste: i gruppi dell’estrema destra nazionalista, fra i quali si stava mettendo in luce il piccolo Partito nazionalsocialista guidato da Adolf Hitler, scatenarono una vera e propria offensiva terroristica contro la classe dirigente repubblicana, accusata di tradimento per essersi piegata alle imposizioni dei vincitori. I governi di coalizione che si succedettero fra il ’21 e il ’23 si impegnarono comunque a pagare le prime rate delle riparazioni ma furono costretti ad aumentare la stampa di carta moneta. Il risultato fu che in pochi mesi il valore del marco precipitò dando luogo a un rapidissimo processo di inflazione.
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Autore:
Marco Cappuccini
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- Facoltà: Scienze della Comunicazione
- Esame: Storia contemporanea
- Docente: Adriana Roccucci
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