Il declino dell'impero asburgico - 1848 -
Il declino dell'impero asburgico - 1848 -
Il passaggio dall’età bismarkiana all’età guglielmina non comportò nessun mutamento sostanziale nel gruppo di potere dominante, se non forse per un peso più accentuato dei vertici militari. La spinta nazionalista e aggressiva insita nella politica estera tedesca finì per coinvolgere tutte le maggiori forze politiche.
L’impero asburgico, vide aggravarsi il declino delineatosi a partire dal 1848 e dovuto, oltre che al ritardo nello sviluppo dell’economia, ai sempre più forti contrasti tra le diverse nazionalità. Mentre l’impero tedesco trovava nel nazionalismo di una popolazione compattamente tedesca un potentissimo elemento di coesione, in Austria-Ungheria le tensioni tra i diversi gruppi etnici costituivano un fattore di logoramento e di disgregazione per una compagine statale che aveva come principali elementi unificanti la Corona, l’esercito e la burocrazia. Con la soluzione dualistica varata nel 1867, la monarchia asburgica aveva scelto la strada del compromesso col gruppo nazionale più forte, quello magiaro, che aveva conquistato nella parte sud-occidentale dell’impero una posizione privilegiata simile a quella detenuta dagli austriaci nella parte nord-occidentale. Tra la fine dell’800 e l’inizio del‘900 si assistette però alla crescita dei movimenti nazionali: I più irrequieti erano i popoli slavi, i grandi sacrificati dal compromesso del 1967. Le limitate concessioni che i governi di Vienna erano disposti a fare alle singole nazionalità non erano mai sufficienti a bloccare i fermenti autonomistici, ma bastavano a suscitare la reazione degli altri gruppi etnici. Una parte della classe dirigente e dei circoli di corte si orientò verso l’idea di trasformare la monarchia da dualistica in trialistica: di staccare, cioè, gli slavi del sud dall’Ungheria e di creare così un terzo polo nazionale accanto a quelli tedesco e magiaro. Questo progetto, che aveva il suo sostenitore più autorevole nell’arciduca ereditario Francesco Ferdinando, si scontrava però con l’opposizione degli ungheresi e con quella dei nazionalisti serbi e croati, che miravano con tutti i mezzi alla fondazione di un unico stato slavo indipendente. Da questo pericoloso focolaio di tensione sarebbe scoccata nel 1914 la scintilla che portò allo scoppio della guerra europea e alla dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Cappuccini
[Visita la sua tesi: "La comunicazione commerciale, ovvero come battere Berlusconi alle prossime elezioni"]
- Facoltà: Scienze della Comunicazione
- Esame: Storia contemporanea
- Docente: Adriana Roccucci
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