La psicologia dei fattoidi
I fattoidi sono quei fatti che non hanno esistenza prima di comparire in una rivista o in un giornale, le affermazioni di fatti che non vengono confermati dall’evidenza, perché falsi o perché senza prove a sostegno. Sono presentati in maniera tale da venire trattati comunemente come fatti autentici. Nei tribunali i fattoidi sono chiamati “sentito dire” e ritenuti inammissibili come prove. Nei mass media sono chiamati calunnia, diffamazione, insinuazione, e il riferire voci, pettegolezzi, e dicerie correntemente in circolazione è detta notizia.
Oggi interi giornali, riviste e programmi televisivi, che si presentano come servizi d’informazione, sono in realtà dedicati all’invenzione e alla diffusione di voci credibili. La diffusione di voci e fattoidi è ulteriormente favorita dalla pratica del flames via Internet. Flame: attacchi a persone o enti basati sulla diffusione di voci infondate. I fattoidi continuano ad essere diffusi ancora oggi attraverso fughe di notizie a livello presidenziale o congressuale, attraverso le campagne di diffamazione durante la propaganda elettorale e servizi giornalistici basati su “fonti autorevoli”.
Uno dei modi efficaci di persuadere le masse consiste nello sviluppare e ripetere le falsità (es: Adolf Hitler). Bugie così grosse sono difficili da smentire e il fatto che non vi siano prove dell’esistenza di una cospirazione ebraica può essere trasformato in una prova ulteriore dell’abilità degli ebrei. Il semplice interrogativo intorno a un possibile comportamento sconveniente di un candidato o la negazione che un candidato abbia comportamenti reprensibili, danno una percezione negativa del candidato, poco più positiva di quella suscitata da un’accusa diretta. Il mero fatto di interrogarsi sull’esistenza di una connessione tra un candidato e certe attività sconvenienti è sufficiente a danneggiarne l’immagine pubblica.
Tecnica proiettiva
Accusare qualcun altro del misfatto che si sta commettendo. L’accusatore viene ritenuto esente da ogni colpa, mentre il bersaglio della proiezione diventa il capro espiatorio della situazione. Le prove prive di conferma possono avere un impatto sulle giurie in un tribunale anche se il giudice raccomanda ai giurati di ignorare il fattoide.
I fattoidi possono influenzare non solo le decisioni politiche e giudiziarie ma anche le scelte di consumo (Bollettino di Villejuif vs Coca Cola).
Numerosi tentativi nella storia sono stati fatti per limitare l’influenza dei fattoidi dato il loro potere di persuasione
Durante la 2° guerra mondiale il governo statunitense si preoccupò di come le voci e i pettegolezzi potessero indebolire lo sforzo bellico (irrealistiche aspettative di vittoria o speranze infrante di riuscire mai a vincere la guerra), danneggiando il morale.
Sviluppo di un diritto delle prove: da sempre i tribunali hanno sviluppato procedure atte a salvaguardare il giudizio corretto dei giurati (vengono escluse prove non attendibili o basate sul sentito dire o non rilevanti per il caso, o prove basate su un opinione di un teste e non su un fatto e ancora prove che emergono da conversazioni tra avvocato e cliente).
I primi casi legali di pubblicità ingannevole si verificarono negli States tra gli anni ’50 e ’60: ma la credenza in un fattoide può protrarsi per un considerevole lasso di tempo e la pubblicità ingannevole può ingiustamente svantaggiare i concorrenti commerciali e confondere i consumatori. Molti fabbricanti di prodotti diffusi attraverso pubblicità ingannevole, furono condannati a dedicare una percentuale dei loro budget pubblicitari alla correzione di false reputazioni.
Conclusione: quando i fattoidi invadono le sfere private attraverso la diffusione mediatica, il risultato è la costruzione di un’erronea opinione che difficilmente cambia anche contro l’evidenza dei fatti. Il risultato finale è un atteggiamento di cinismo e una profonda diffidenza nei confronti di tutte le persone coinvolte: tutti noi abbiamo la responsabilità di combattere i fattoidi, in primo luogo quando ci imbattiamo in essi, chiedendoci quali prove li confermano, evitando di creare o diffondere false voci e cercando di contrastarle per quanto possiamo.
Continua a leggere:
- Successivo: Il comunicatore credibile: Carl Hovland e Walter Weiss
- Precedente: Il potere delle esche
Dettagli appunto:
-
Autore:
Alessio Bellato
[Visita la sua tesi: "Il trattamento di gioco nei bambini con autismo"]
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Psicologia
- Titolo del libro: L'età della propaganda
- Autore del libro: Anthony Pratkanis, Elliot Aronson
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 2003
Altri appunti correlati:
- Politica e media nell'età contemporanea
- Propaganda: guerra, politica e pubblicità
- Sistemi Informativi e Trend Digitali
- Sociologia della comunicazione
- Semiotica e Comunicazione
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- La comunicazione politica: tra propaganda, pubblicità e marketing
- La pubblicità come strumento di persuasione
- La pubblicità come strumento di persuasione, un approccio culturale. Lo stereotipo italiano nella pubblicità spagnola.
- Il linguaggio di Silvio Berlusconi
- Evoluzione della comunicazione pubblicitaria ed influenza delle psicologie
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.