La funzione dell’inconscio nella creatività
Freud ha esaminato il processo creativo in chiave psicoanalitica classica; per lo studioso le forze che inducono l’artista a produrre derivano dall’inconscio ed hanno la stessa intensità e le stesse caratteristiche di quelle che possono condurre altre persone alla nevrosi. Mentre il nevrotico blocca la sua energia per reprimerla, l’artista la libera, sublimandola, per cercare di orientare le pulsioni inconsce, libidinali e aggressive, a manifestarsi in comportamenti culturalmente approvati e apprezzabili.
I fattori che influenzano in questo processo sono la sublimazione, l’appagamento delle pulsioni lipidiche, e le esperienze infantili: il creativo sa attingere dalla sua memoria e sa identificarsi col suo passato.
Secondo Klein (1929), la creazione non è altro che la ricreazione di un oggetto un tempo amato e poi distrutto o perduto. Mentre il nevrotico attiva comportamenti difensivi, l’artista supera l’ansia istintuale trasformandola in opera d’arte. Il processo creativo canalizza produttivamente le pulsioni libidinali e aggressive.
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