Cinema e società: "Rocco e i suoi fratelli"
Aferesi del paese--> la sceneggiatura originale mostrava la lucania e la famiglia Parondi al funerale del capofamiglia mentre i figli gettavano la bara nel mare. L’innamorata di Rocco che gli lasciava una ciocca di capelli e la vendita dei terreni della famiglia. Il paese è costantemente evocato ma non si vede mai, è caratterizzato da un leitmotiv che si affianca all’unico altro presente quello di Nadia.
Apocope della fabbrica--> la fabbrica viene lasciata fuori campo perché rappresenta l’integrazione avvenuta e a Visconti interessa il processo nel suo svolgersi. La fabbrica viene immaginata da Rocco quando riceve la lettera della madre nell’unico momento che rompe la linearità temporale del film, ma è una soggettiva immaginaria.
L’inizio e la fine scelgono di non mostrare perché visconti vuole sottolineare il transito, cioè drammatizza la decostruzione identitaria ed i processi di ridefinizione di sé di un gruppo di personaggi bruscamente strappati al loro ambiente.
Visconti crea una favola che richiama i Malavoglia di Verga, l’impresa del carico dei lupini è assimilabile alla box, Visconti definisce Rocco.. il secondo episodio di La terra trema che era una sua precedente interpretazione de I Malavoglia.
Da sottolinearsi l’importanza diegetica che assume l’assenza della figura paterna i ragazzi per questo sono costretti a farsi da padre l’un l’altro;
Il film si snoda sul motivo verghiano di un elemento sconvolgente che permette alla famiglia di comprendere che non sta bene o che potrebbe stare meglio.
La storia si offre come una parabola rappresentativa dell’emigrazione degli abitanti del sud verso il nord alla fine degli anni cinquanta, ma è raccontata attraverso la dimensione del mito tragico.
Il film presenta un’architettura diegetica basata sulla alternanza di armonia e disarmonia--> una situazione apparentemente armonica viene compromessa bruscamente dall’irruzione di un elemento inaspettato:
--> l’arrivo della famiglia Parondi a casa di Ginetta
--> Rocco che piange dopo la vittoria sul ring e Ciro e Franca che festeggiano il carnevale
Questa dialettica di accostamenti chiaroscurali rinvia al gusto melodrammatico di Visconti, sottolineato nella grandiosa scena del montaggio alternato dell’incontro di box di Rocco e l’uccisione di Nadia, mostrando che la bontà di Rocco e la cattiveria di Simone altro non sono che due facce della stessa medaglia.
I Parondi a Milano non sono vittime di soprusi o abusi, sono anzi accolti benevolmente, l’impatto da sopportare è quello con la modernità, il confronto con la penuria e la tentazione del consumo. Il più debole sotto quest’aspetto è Simone che ricorre al furto. La sofferenza di Rocco ed il suo confronto con il fratello Simone deriva da una differente reattività di fronte alla modernità.
Visconti sceglie di non collocare la televisione tra i desideri dei Parondi, l’unico momento in cui vediamo la televisione è durane il rapporto mercenario tra Simone e Morini; L’immagine si ferma su dei quadri che rappresentano un altrove, l’armonia delle immagini pittoriche non è assimilabile alle disarmonie del moderno.
Visconti denuncia l’anesteticità del moderno--> prende atto dell’impossibilità di conciliare l’utopia del progresso con l’ideale decadente di bellezza.
Continua a leggere:
- Successivo: Il rinnovamento del discorso filmico con "L’avventura" e "La dolce vita"
- Precedente: La contraddizione del Sessantotto
Dettagli appunto:
-
Autore:
Asia Marta Muci
[Visita la sua tesi: "Panoramiche d'interni. Approfondimenti e divagazioni sul cinema e l'unità di luogo"]
- Università: Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM)
- Esame: Storia del cinema italiano
- Docente: Gianni Canova
Altri appunti correlati:
- Il cinema italiano dalle origini agli anni novanta
- Corpo e maschera nel cinema italiano
- Semiologia del cinema
- Il grottesco nel cinema italiano
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Dalla dolce vita alla vita agra. La commedia del boom (1960-1964)
- Nel dubbio, fate uno spaghetti western: l'italianità di un genere
- Da ''La dolce vita'' a ''La grande bellezza''. Un viaggio lungo quarant'anni
- "CIAK, si guida!" La motorizzazione dell'Italia del boom e la sua rappresentazione cinematografica
- Alberto Sordi. Il volto, la voce, il corpo e l'anima del secondo dopoguerra italiano
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.