La trasparenza dei segni nel cinema
Anche se il mondo della finzione assomiglia più o meno al nostro, non gli deve niente. L’autore è libero d’inventare e noi gli riconosciamo questa libertà, è libero di decidere se le radiazioni atomiche fanno rimpicciolire, crescere o scomparire gli esseri umani; gli chiediamo solo di non cambiare le regole mentre si sta giocando! La finzione non ha dunque niente a che fare con la menzogna; questo far finta condiziona d'altronde la nostra ricezione: fingiamo con la serietà del bambino che crede al suo ruolo nel momento in cui gioca e che sa, quando si accascia a terra colpito dalla pallottola di un fucile immaginario, che fa il morto, che è morto per finta.
Eco notava che un tipo di trasmissione risultava difficile da posizionare su una mappa delle credenze: il gioco
da un lato, i giochi fanno ricorso a una netta distinzione tra verità ed errore: ci sono risposte giuste e risposte sbagliate, lo stesso animatore si presenta spesso come garante della verità;
dall’altro, questo stesso animatore può mentire in maniera evidente, per esempio raccontando una storia che egli non ha vissuto personalmente per provare la sagacia del candidato, recitando ruoli, travestendosi: insomma, scherzando.
Abbiamo finora esaminato due modi di costruire mondi: facendo riferimento al nostro mondo oppure facendo riferimento ad un mondo immaginario; in entrambi i casi, i segni mirano a una certa trasparenza, soprattutto quando si tratta di immagini e di suoni: hanno meno importanza di ciò che mostrano. Ma può anche succedere che il segno rinvii a se stesso, in modo autoriflessivo, rinviando ad un oggetto. Trattandosi di cinema, questa impressione che il segno si prenda per l’oggetto fa riferimento ai meccanismi dell’enunciazione cinematografica e talvolta genera una sensazione di gratuità: il gioco è un’attività fisica o intellettuale non imposta e gratuita, alla quale ci si abbandona per divertirsi, per provare piacere.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Nicola Giuseppe Scelsi
[Visita la sua tesi: "A - Menic / Cinema. Da Dada al Progetto Cronenberg"]
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Docente: Francesco Pitassio
- Titolo del libro: Realtà/Finzione
- Autore del libro: François Jost
- Editore: Il Castoro - Milano -
- Anno pubblicazione: 2003
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