Sequenza del ballo in "L'orgoglio degli Amberson"
La sequenza del ballo è molto lunga, sebbene mutilata poi in sede di montaggio, costruita sfruttando al meglio un effetto morbido di fluidità e scorrevolezza della macchina da presa riconducibile alle stesse caratteristiche temporali. Uso costante del Piano-Sequenza durante la festa, in modo particolare nel momento dell’incontro/scontro tra George e Eugene, che nel frattempo è diventato vedovo. È da notare la prevalenza del buio e delle tonalità scuro rispetto all’illuminazione, soprattutto nella seconda parte della sequenza: tale scelta estetica è inconsueta e abbastanza sorprendente, visto e considerato il contesto mondano e di festa in cui si svolge la sequenza.
È ricorrente la gaffe legata al cognome di George, che si chiama Minafer, ma tutti o per abitudine, o per sbaglio, o per provocazione viene chiamato Amberson, così come sono ricorrenti gli accenni autobiografici che Welles dissemina lungo il racconto; in questo caso specifico, riferendosi a George, vi è il richiamo alla gracilità nei primi anni di vita che accomuna il personaggio del film e il regista. Nella composizione delle inquadrature, esattamente come avveniva in Quarto Potere, torna spesso e volentieri la disposizione a triangolo delle figure, senza che nessun volto prevarichi su un altro: triangolo costruito sapientemente, al centro del quale troviamo sempre una donna, molto spesso in questo caso la madre, Isabel Amberson. Infatti George soffre le attenzioni che Eugene dedica a sua madre e cova una morbosa gelosia verso la donna. Al tempo stesso George si innamora di Lucy, figlia di Eugene.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Marco Vincenzo Valerio
[Visita la sua tesi: "La fortuna critica italiana de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli"]
- Università: Università degli Studi di Milano
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Teoria e analisi del linguaggio cinematografico
- Docente: Elena Dagrada
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