Il fantasma materno di Gozzano

Anche senza questa convergenza con Le due strade, resta fermo il fatto che nella genesi dinamica dell'Assenza è all'opera un processo di rimozione in virtù del quale ciò che viene allontanato dall'io ritorna con forza, spostato e mascherato, in nuovi nuclei di immagini che, senza un apparente legame con la rappresentazione della madre censurata, ne prendono il posto. Come ci ha insegnato Freud, un contenuto rimosso non viene mai del tutto annullato ma, in quanto dotato di una forza, riemerge dall'inconscio sotto la forma del sintomo o anche di fantasie che alla coscienza possono sembrare del tutto indipendenti dall'oggetto della rimozione, mentre in realtà sono delle vere formazioni di compromesso tra le rappresentazioni rimosse e le istanze rimoventi.  In effetti, l'importo d'affetto legato ala figura della madre, e da essa all'apparenza disinvestito in seguito alla soppressione – censura delle tre strofe iniziali di A, si sposta sulle strofe aggiunte che si configurano dunque come il luogo del testo in cui ritorna il rimosso.  Tra l'altro, questo lavoro di eliminazione e di sostituzione ofrre al poeta il duplice, ambivalente vantaggio di obbedire all'istanza censoria dell'io che colpisce la confusione madre – amante e insieme di trasgredire al divieto in quanto il lettore accosta poeta ed assente in un rapporto di amante ed amata. Per di più, con le nuove rappresentazioni si definisce e si rinforza l'elemento orale che una volta, nella rimozione originaria, si era fissato al fantasma materno ora rimosso.Se ciò ha un senso, e se pretende di avere qualche coerenza la lettura che stiamo avviando, Gozzano nell'Assenza trascriverebbe il rimosso che ritorna con i suoi derivati e le sue formazioni sostitutive. Sono lo smarrimento e l'angoscia causati dall'assenza dell'oggetto amato a mettere in moto la regressione e ad attivare la forza delle primitive fissazioni orali che, aggirando la rimozione, si esprimono in fantasie tipiche del mondo pregenitale dell'oralità.