Punteggiatura, grafia, strofe soppresse dell'Assenza di Gozzano
Oltre che i contenuti, le varianti dei due testi a stampa nei confronti di A riguardano la punteggiatura e la grafia, o ubbidiscono, nella maggioranza dei casi, a esigenze di normalizzazione metrica, consentendo di allungare a novenari alcuni versi ipometri dell'autografo. Contro questi aggiustamenti, il fatto capitale, nella dinamica testuale dell'Assenza, sta nel rapporto tra la soppressione delle tre strofe iniziali di A e l'apparizione in B e C di nuove strofe con nuove immagini del tutto assenti nel manoscritto (estate, il geranio, il Papilio, la luna, Carlotta e Speranza nella strofa di B poi eliminata, lo stagno, il martin pescatore). Dunque la lirica, nella redazione definitiva, è il prodotto ultimo di un processo di revisione che, passando attraverso la stampa del 1910, investe il testo manoscritto soprattutto per cancellare la presenza della madre che il poeta non vuole (non può) riconoscere apertamente. Si tratta di un'operazione di difesa dell'io che, ritenendo incompatibile la figura della madre con il contesto non troppo velatamente erotico (il bacio, il vagheggiamento) si vieta di accettare una rappresentazione in chiaro dell'assente, con le conseguenza che un tale riconoscimento avrebbe in termini di senso di colpa.
Analoghe forme di censura in altre opere.
Un'analoga forma di censura sui segni materni, nel passaggio tra due stesure di uno stesso testo, si può forse cogliere nelle Due strade, già apparsa nella Via del rifugio ma che nei Colloqui, rispetto alla prima stampa, ha in meno quattro distici. Due sono quelli che ci interessano:
Al freddo che s'annunzia piegan le rose intatte,
ma la donna combatte nell'ultima rinunzia.
O pallide leggiadre mani per voi trascorse-
ro gli anni! Gli anni, forse, gli anni di mia Madre!
Come si vede, nella redazione di Via del rifugio, gli anni dela Signora erano riportati – sia pure con l'attenuazione del forse – a quelli della Madre, con un paragone che riapparirà a proposito del bacio della cocotte e per gli occhi di una delle donne di Convito non arrivata alla pagine dei Colloqui. La scaltra signora e la madre hanno qualcosa che agli occhi del poeta le accomuna. Ma proprio per questo egli in seguito ha sentito poco conveniente richiamare insieme il modello materno (significato dalla maiuscola) e la donna con cui lascia supporre di avere avuto una banale avventura. L'intervento censorio cancella allora l'accostamento irriverente dell'amante e alla madre.
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letteratura italiana moderna e contemporanea
- Docente: Giuseppe Savoca
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