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Bergman straniera nei film italiani



Il comune denominatore per le donne interpretate dalla Bergman nei film rosselliniani è l’esperienza dell’emarginazione: lei interpreta sempre il ruolo di una straniera (anche in casa propria). Caratteristica comune: lunghe riprese che accompagnano gli spostamenti della Bergman (che cammina sempre!); mettono in evidenza anche l’ambiente e fanno risaltare l’alterità dell’attrice.
Sono queste riprese che spesso smascherano le varianti apocrife: sono infatti girate nel rifiuto del montaggio classico, quindi impossibili da segmentare o montare diversamente; non ci sono dettagli o primi piani da intercalare come inserto o controcampo, vanno eliminate completamente, o girate ex novo, o modificate con stacchi incongruenti, visibili.
Uso modernissimo degli stacchi netti e delle soggettive; evoluzione verso la spoliazione e la semplificazione del linguaggio: da Stromboli a La paura il numero delle inquadrature cala moltissimo, e appaiono pianisequenza e composizioni in profondità di campo. In questa evoluzione una tappa molto importante è costituta da Viaggio in Italia, indicato in Francia come una tappa essenziale per la nascita del cinema moderno.

Tratto da "LE VARIANTI TRASPARENTI". LA BERGMAN E ROSSELLINI di Marco Vincenzo Valerio
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