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Sanatori, poliambulatori e medici negli anni 30


Si spende tanto per i sanatori e non per i poliambulatori.
Il cambiamento, doppio regime, si scelse la continuità (male).

Ospedali: la legge del 1890 tenta di razionalizzare le opere pie e le trasforma in IPAB., togliendo il personale ecclesiastico cercando di rendere la gestione economico più razionale (bilanci eccetera). Applicata poco e male.

Nel 1929 con i patti lateranensi il fascismo abolisce di fatto aspetti di quella legge, ridando spazio negli ambiti sanitari e sociali.

Comunque l'ospedale italiano degli anni 30 ha un processo di modernizzazione.

I primi già in epoca Giolittiana, adesso aumentano.
L'avanzamento avviene perché? Il mutualismo contribuisce perché i malati con la mutua sono pagati da questa. Quindi introiti nuovi, oltre alla beneficenza e ai soldi dei comuni per i poveri.
Gli ospedali inoltre si inventano i reparti a pagamento per le classi più abbienti.
Le risorse permettono di modernizzarsi.
Non si usano solo medici dipendenti ma anche co-interessati.
Gli viene data una quota per ogni mutuato più una compartecipazione sui paganti.
Come paragone verso il passato c'è un salto ma non è comunque come poi con gli anni 50 (antibiotico, sulfamidici).

Culturalmente il medico è un libero professionista.
Nei paesi nordici medici sono dipendenti fin dalla loro nascita, fin dagli anni 1800.

Medici condotti: si tenta la fascistizzazione, nei comuni e sul territorio. Giuramento come con gli insegnanti.

Tratto da STORIA DELLE AZIENDE PUBBLICHE E SANITARIE di Barbara Pavoni
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