Le donne medico in epoca fascista
Già all'epoca di Crispi c'era stato un aumento leggero delle donne in medicina (26 donne si laureano dal 1877 al 1900). Rimangono intorno al 2%; i numeri sono piccoli. Nell'epoca crispiana non superano il 2% dei laureati in medicina (quattro anni di corso). La facoltà più importante nel secondo 1800 era a Napoli e De Santis la potenzia.
Il ministero finanziò a Napoli nuovi laboratori e gli ospedali. Quando Roma diventa capitale l'attenzione si sposta verso Torino Milano Roma dove crescono gli iscritti a medicina; Napoli perde il primato pur restando buona. Altre facoltà aumentano il numero degli iscritti e il prestigio internazionale e nazionale come Padova, Torino e Milano e Bologna. Aumentano le sedi di medicina e la presenza femminile.
Sempre in epoca liberale nel 1921 si forma l'associazione italiana donne medico: è la prima. AIDM
nel 1910 era stato formato l'ordine dei medici senza barriere per le donne, diversamente da altri ordini (esempio avvocati). È apparente la libertà di accesso, nei fatti però gli impedimenti sono notevoli. Non ci sono percorsi distinti universitari, ma ci sono molti ostacoli.
Apparentemente è ugualitario il sistema, ciononostante per tutta l'epoca liberale la presenza femminile è stentata e non supera il 2%.
AIDM nasce sulla scia americana che fa da traino per queste associazioni in Europa.
Nel 1924 siamo già in epoca fascista: di nuovo apparentemente per molti non emergono vincoli e l'AIDM continua a esistere ed essere attiva, promuovendo la professione medica femminile, entra in battaglie in loro difesa.
Si apre un contenzioso perché una donna aveva vinto il posto di ufficiale medico in marina ma non la volevano assumere: l'AIDM vince la battaglia. Sembra che l'associazione esiste e ottiene vittorie, in realtà però il numero delle donne medico cresce molto poco: negli anni 40 raggiunge il 4% del totale dei laureati a differenza di altri Stati europei dove è intorno alle 15-20% (Scandinavia, Francia, ecc).
Nonostante un'apparente continuità e vittorie il numero di donne medico è limitato e col tempo sono posti vincoli per la loro attività professionale.
Il fascismo fa una legge che limita il numero delle donne occupate in generale e quindi anche per le donne medico.
Se prendiamo l'ONMI ci potremmo aspettare una presenza femminile in un settore femminile in realtà non è così: i direttori sono uomini, in genere pediatri. Le pediatre sono poche, le ginecologhe non ci sono. Alcune donne non medico sono nel CdA dell'ONMI retoricamente per dimostrare che le donne si sono. Spesso sono nobili, è solo simbolicamente.
Di fatto sono poche e dove potrebbero esserci ci sono.
Sono donne ambivalenti perché ci sono ma non ci sono, fanno attività ma lo nascondono, sono impegnate ma non vogliono essere in evidenza.
È ambivalenza a società viva, singola e del partito fascista verso le donne.
In Germania col nazismo le donne medico hanno un ruolo fondamentale che non hanno in Italia: usa la componente femminile della professione per la selezione genetica della razza.
C'è un progredire di politiche volte a eliminare handicappate, e far abortire donne con possibili problemi sanitari. Volevano creare il bambino ariano per eccellenza.
La politica genetica del nazismo va dall'eliminazione di persona con handicap alla costruzione in laboratorio del bambino ariano per eccellenza. Sono volute dal nazismo e gestite dalle donne medico.
L'associazione tedesca delle donne medico è pro alle politiche genetiche e razziali tedesche.
Ciò non avviene in Italia perché:
il fascismo non ha posizioni estreme e si distanze dalle politiche genetiche tedesche
il fascismo ha una politica più pro-natalista c'era influenza del cattolicesimo che non avrebbe accettato la politica tedesca.
Ha una impronta cattolica. Inoltre le donne medico non avrebbero avuto la possibilità di esprimersi come quelle tedesche. Non avevano posizioni contro le malformazioni e gli handicap o sulle unioni obbligatorie tra persone per far nascere persone di razza pura.
Nazismo e fascismo sono due realtà molto diverse e non paragonabili anche perché ci sono radici culturali diverse. In Italia non c'è l'ideale dell'eroe alla nietzche che è violento ma l'eroe romantico.
Le donne medico sono diverse tra Italia Germania.
Chiuso il fascismo.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Barbara Pavoni
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- Università: Università Politecnica delle Marche
- Facoltà: Economia
- Esame: Sociologia delle aziende pubbliche e sanitarie
- Docente: Maria Giovanna Vicarelli
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