Appunti riguardanti l'intero corso di "Linguaggi della comunicazione", basati su appunti in aula e studio individuale
Negli appunti vengono trattati i seguenti argomenti: linguaggio digitale e linguaggi analogico, la comunicazione in generale, la comunicazione interpersonale, l’impatto delle emozioni sulla comunicazione, idee e ideologie, creatività e personalità creativa, rapporto tra segno-significante-significato-senso, indice Gulpease, retorica e dialettica, processo di costruzione di un discorso, modalità per argomentare un discorso, rapporto tra testo-contesto, le relazioni nella comunicazione.
Linguaggi della comunicazione
di Fabio Merenda
Appunti riguardanti l'intero corso di "Linguaggi della comunicazione", basati su
appunti in aula e studio individuale
Negli appunti vengono trattati i seguenti argomenti: linguaggio digitale e
linguaggi analogico, la comunicazione in generale, la comunicazione
interpersonale, l’impatto delle emozioni sulla comunicazione, idee e ideologie,
creatività e personalità creativa, rapporto tra segno-significante-significato-
senso, indice Gulpease, retorica e dialettica, processo di costruzione di un
discorso, modalità per argomentare un discorso, rapporto tra testo-contesto, le
relazioni nella comunicazione.
Università: Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
Facoltà: Economia
Corso: Economia Aziendale
Esame: Linguaggi della comunicazione
Docente: Prof.ssa Annamaria Testa1. Linguaggio e comunicazione
Ogni organismo vivente comunica nella misura in cui interagisce con l’ambiente in cui non è l’unico
organismo vivente (si può comunicare con se stessi ma non con “nessuno”)
Gli esseri umani possiedono un linguaggio strutturato e combinatorio
A volte esprimere comunicare (es. neonato urla ed esprime un disagio ma non riesce a comunicarne i
motivi) è necessario preoccuparsi di come far recepire il messaggio in modo tale da non essere frainteso
Comportamento linguaggio dissonanza cognitiva prevale il comportamento
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione 2. Linguaggio numerico/digitale
Linguaggio dei numeri e delle parole
• È fatto di entità discrete in sequenze finite
• Contiene funzioni logiche (e/e, o/o, se/allora..)
• È astratto, non c’è un rapporto necessario tra ciò che viene rappresentato e la sua rappresentazione (es. la
parola “cinque” non somiglia a cinque cose messe insieme)
• Indica per corrispondenze univoche e codificate + si può decodificare
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione 3. Linguaggio analogico
Linguaggio dei gesti
• È un continuum (non inizia né finisce) debolmente codificato (alti gradi di ambiguità)
• Indica per somiglianze + si può interpretare (es. mano alzata può significare 5, “fermati”...)
• Non comprende la negazione, non si può compiere una non-azione (l’unico modo per negare un gesto è
interromperlo, ma l’interruzione di un’azione è un’azione stessa)
• È più veloce da percepire (es. capisco più velocemente un istogramma che un elenco di numeri); il
linguaggio analogico viene percepito nella sua globalità
Di norma, una comunicazione presenta aspetti sia digitali che analogici; qualsiasi comunicazione contiene
aspetti analogici (ci può essere comunicazione interamente analogica ma non ci può essere comunicazione
interamente digitale) tutto ciò che trasmettiamo viene trasmesso su un supporto
Modificare il linguaggio digitale è più semplice che modificare il linguaggio analogico
Noi facciamo parte di sistemi (e sottosistemi) e possiamo agire liberamente (siamo liberi di fare quello che
vogliamo) all’interno dei vincoli strutturali e delle condizioni ambientali; il grado di libertà dipende dal
grado di complessità del sistema
L’unico modo per modificare i vincoli di un sistema è cambiare il sistema
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione 4. Comunicazione: definizioni
Comunicare = scambio di informazioni tra 2 o più entità in grado di emettere e ricevere segnali processo
interattivo in cui è presente un meccanismo di feedback (reazione dell’altra parte). Vincoli:
• È fisiologico e connesso con il nostro sistema sensoriale (se qualcosa sfugge ai nostri sensi, non la
percepiamo); se un canale sensoriale è inutilizzabile bisogna coinvolgerne un altro (es. i ciechi usano il tatto
con il Braille)
• È cognitivo e riguarda ciò che siamo in grado di riconoscere e decodificare come informazione,
distinguendola da rumore (se non conosco il vietnamita, non capisco ciò che mi dice un vietnamita); più un
sistema è complesso, più rumori sarà in grado di decodificare e riconoscere come informazione
Un’informazione è tale per il ricevente solo se egli conosce il codice usato per trasmetterla
Sulla base di un’informazione, il ricevente può riconoscere altri messaggi e prendere decisioni
• È situazionale e presuppone la presenza di un altro (le 2 persone devono essere in grado di percepire i
segnali); per una buona comunicazione è necessario visualizzare l’interlocutore + la scena + l’azione che
stiamo descrivendo (capire a chi parlo rende più facile capire come/cosa comunicare)
• L’altro deve retroagire e l’ipotesi di retroazione orienta la comunicazione
Feedback = reazione connessa con la capacità di avere un obiettivo e di perseguirlo
Il feedback è tipico dei sistemi aperti finalizzati che sono “omeostatici” cioè che tendono a procurarsi uno
stato di equilibrio e benessere che cercano di mantenere stabile autoregolandosi (come il termostato)
o Positivo l’informazione è in accordo con gli obiettivi dell’organismo; il feedback incentiva la fonte perché
continui (es. complimenti)
o Negativo l’informazione è in disaccordo con gli obiettivi dell’organismo; il feedback disincentiva
l’ulteriore produzione (es. smettila)
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione 5. Flessibilità della comunicazione
La comunicazione patologica di solito ha una configurazione rigida e ripetitiva
La soluzione è la flessibilità capacità di accettare una maggior varietà degli input riuscendo a considerare
informazione anche ciò che sembra rumore
Processo narrativo (sintagma) mettere in fila le parole secondo le regole della sintassi
Sistema narrativo (paradigma) scegliere le parole da mettere in fila
Sulla base di uno stesso processo narrativo è possibile realizzare diversi sistemi narrativi semplicemente
cambiando le parole sulla base di scelte “espressive”
La scelta di determinate parole vincola a proseguire la frase in un determinato modo (es. se parlo in prima
persona non posso usare un verbo in terza persona); la serie delle decisioni possibili è infinita e termina
quando chi comunica non ha nient’altro da dire
Scegliendo un certo sistema narrativo, il narratore comunica anche qualcosa di se stesso (a volte anche
inconsapevolmente)
La comunicazione attraverso il comportamento integra linguaggi diversi ed è soggetta ai vincoli della
grammatica + della logica + della genetica + dell’ambiente
Le svolte narrative non dipendono solo dal narratore ma anche dagli altri narratori con cui interagisce
La flessibilità, in tal caso, determina la capacità di adattarsi modificando il comportamento in base a fatti
interiori/esterni; ad esempio basta una smorfia a cambiare il senso di un comportamento, e quindi a cambiare
la reazione della controparte
La nostra capacità di dire è superiore alla nostra capacità di fare
Quando dobbiamo agire, dobbiamo porci 2 domande fine + metodo
La flessibilità, in questo caso intesa come “comprendere ciò che ci circonda per agire e retroagire”, consente
ad organismi complessi (come noi) di sopravvivere mantenendo un equilibrio grazie alle molteplici risposte
che sono in grado di offrire agli stimoli provenienti dall’ambiente
La creatività è un fattore di successo nella comunicazione ed è frutto di un atteggiamento mentale
individuale che, entro certi limiti, è possibile coltivare e trasmettere
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione 6. Comunicazione delle organizzazioni
Organizzazione insieme strutturato di individui che svolgono un’attività
Le organizzazioni sono più attente delle persone alla comunicazione perché è fondamentale per la loro
sopravvivenza e per espandersi; l’organizzazione deve quindi ottimizzare la propria comunicazione per
diffonderla in modo efficace sviluppo di funzioni specifiche
Lo sviluppo di funzioni specifiche all’interno dell’organizzazione determina un’industrializzazione della
comunicazione che diventa quindi strutturata
I mass media diffondono la comunicazione e trasmettono a pagamento comunicazione altrui
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione 7. Comunicatore professionista
Un’organizzazione, così come un individuo, identifica:
• Contenuto
• Pubblico
• Obiettivo
L’organizzazione però non ha una fisicità e quindi non può avere un comportamento in senso stretto, quindi
si affida a mediatori umani
Le organizzazioni hanno bisogno di farsi ascoltare e hanno bisogno di distinguersi il comunicatore
professionista interpreta gli obiettivi delle organizzazioni e li esprime in modo tale che essi acquistino un
senso per i destinatari
Il comunicatore professionista ha competenze linguistiche + pragmatiche + emozionali + predisposizione
all’invenzione trasforma un obiettivo di comunicazione in comunicazione capace di raggiungere un certo
obiettivo
Più l’organizzazione comunica con l’esterno, più si riconosce nei messaggi che esprime e più matura il
bisogno di precisarci attenzione professionale alla comunicazione interna è spesso conseguenza dello
svilupparsi della comunicazione esterna
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione 8. Stile: forma e contenuto
Fa comunicazione professionale chiunque produce per conto di un’organizzazione atti che comunicano +
chiunque svolge un’attività che lo mette in contatto con un pubblico ampio
Il ruolo del comunicatore professionista è caratterizzato da minori gradi di libertà possibili nello scegliere i
contenuti della comunicazione e nel compiere le necessarie scelte di stile
Stile = tratti formali che caratterizzano il modo di esprimersi/comunicare/comportarsi
Certi contenuti vanno espressi in una certa forma forma e contenuto sono interdipendenti
La creatività risiede anche nella possibilità di esprimere certi contenuti in forme diverse, tuttavia bisogna
fare attenzione; il comunicatore professionista potrebbe sovrastimare la componente stilistica determinando
una “scelta stravagante”, mentre il singolo individuo potrebbe sottostimarla determinando una “scelta ovvia”
non bisogna trascurare né i vincoli né le opportunità connesse con la comunicazione
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione 9. Modello della comunicazione interpersonale
MITTENTE > MESSAGGIO > DESTINATARIO > RICEVE IL SEGNALE > ELABORA UN SENSO >
ATTUA UN COMPORTAMENTO
La parola senso può avere diversi significati:
• Fisiologico ciascuna delle funzioni per cui un organismo vivente raccoglie stimoli dall’esterno attraverso
recettori e organi (es. vista, udito..)
• Psicologico condizione soggettiva connessa con il sistema emozionale (es. senso di benessere..)
• Logico pertinenza, verosimiglianza
• Dal punto di vista dei valori attività connessa con il giudicare e con i criteri di giudizio (es. senso estetico,
senso critico..)
Quando il destinatario “elabora un senso” ricongiunge tutti i significati possibili; il senso non è né costante
né universale
La ricerca di un senso è una necessità fisiologica per gli essere umani abbiamo bisogno fisiologico di capire
il senso del messaggio che il mittente trasmette
Spesso elaboriamo un senso in modo automatico grazie ad una competenza pragmatica che abbiamo
sviluppato nelle esperienze precedenti, specialmente se ciò che ci capita non è complesso; al contrario, se
ciò che ci capita è complesso/nuovo/carico di emozioni, allora l’elaborazione del senso può essere
impegnativa
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione 10. Lo scambio di informazione
Lo scambio di informazione generata dai comportamenti può continuare indipendentemente dalla quantità di
energia disponibile all’inizio e teoricamente fino all’infinito; lo scambio è circolare, non lineare
Non è possibile comunicare con tutti allo stesso modo, e ognuno risponde in maniera diversa in base alla
propria capacità di capire, fare previsioni e reagire
La qualità della comunicazione dipende spesso dal soggetto meno “abile” (è difficile fare una conversazione
intelligente con un deficiente); il soggetto più abile può però calibrare la complessità della comunicazione
Comprendere qualcuno modo per fargli apprendere qualcosa e quindi per metterlo in grado di comprendere
a sua volta
Sulla base della comprensione si fonda la trasmissione efficace delle competenze; per fare ciò è importante
che il soggetto più abile si metta nei panni del soggetto meno abile
Il feedback orienta lo scambio successivo; nella comunicazione interpersonale il feedback è istantaneo
Comunicando più volte si impara ad agire in modo tale da ricevere un feedback simile a quello che si vuole
ottenere (es. se il neonato piange non lo porti a fare un giro in moto perché il suo feedback sarebbe un pianto
ancora più forte)
Il feedback può essere anche in un linguaggio diverso da quello del messaggio a cui ci si riferisce (es. io
trasmetto un messaggio con un linguaggio analogico e ricevo un feedback con un linguaggio digitale)
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione 11. Ogni comportamento è messaggio
Il comportamento non ha un opposto, non è possibile non avere un comportamento
Ogni comportamento in presenza di qualcuno ha valore di messaggio e quindi è comunicazione
Se non c’è nessuno, anche il neonato tenderà a smettere di piangere, perché se non c’è nessuno allora non ha
senso piangere perché nessuno riceverà il messaggio
Non è l’individuo a scegliere di comunicare, ma è la presenza di qualcuno (e il suo feedback) ad assegnare
un valore di messaggio ad un comportamento
Il tipo di comportamento (es. piangere) e il modo (es. come un disperato) del comportamento costituiscono
l’informazione a cui si dà un senso
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione 12. Relazione della comunicazione
A volte uno stesso fenomeno può essere descritto con nomi diversi da soggetti diversi (es. recupero di
efficienza produttiva vs. inaccettabile attacco al diritto all’occupazione) con sensi diversi
Ognuno ha una strategia operativa diversa che è oggettivamente giusta (per il suo sostenitore)
La soggettività sta nella scelta del modello usato per nominare il fenomeno (es. italiano aziendalista vs.
italiano sindacalese); la scelta colloca il fenomeno in un contesto
Al contrario, altre volte uno stesso nome può essere attribuito a fenomeni diversi
I nomi sono arbitrari e soggettivi, mentre qualsiasi fenomeno, una volta nominato, coincide con il suo nome;
se qualcun’altro usa un nome che rimanda ad un significato diverso, allora apparirà diverso
Per mettersi d’accordo è necessario condividere un linguaggio, e ciò si verifica al livello della relazione
Tipo di relazione e tipo di linguaggio scelto hanno un’influenza reciproca se la relazione non è conflittuale,
i soggetti tenderanno a collaborare per scegliere il miglior linguaggio condiviso, e viceversa
Relazione legame che c’è tra due soggetti (è speciale, non generale)
Spesso le relazioni vengono definite a partire da ciò che viene scambiato (es. commerciali, d’amicizia..), ma
la relazione indica il “come” dello scambio, non il “cosa”
Ciascuna relazione ha una forma (es. poesie hanno forma metaforica)
Per riconoscere noi stessi dobbiamo confrontarci noi siamo chi siamo nella nostra relazione con gli altri
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione 13. Relazioni simmetriche e complementari
La distinzione dipende dalla posizione assunta dai soggetti all’interno dello scambio
Relazioni simmetriche uguaglianza: il comportamento di uno tende a rispecchiare quello dell’altro
Relazioni complementari differenza: il comportamento di uno tende a completare quello dell’altro
Nelle relazioni simmetriche ci si trova sullo stesso piano
Nelle relazioni complementari c’è una posizione primaria (one-up) e una posizione secondaria (one-down),
ma la differenza non implica necessariamente attività/passività, forza/debolezza.. (es. medico-paziente)
Le relazioni hanno forma fluida, se invece fossero rigide e ripetitive potrebbero essere patologiche; sarebbe
opportuno che una stessa relazione sia in certi momenti simmetrica e in altri complementare
Fabio Merenda Sezione Appunti
Linguaggi della comunicazione