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Il primo consiglio dei ministri del governo Badoglio
Il primo consiglio dei ministri del governo Badoglio delibera una serie di misure atte alla liquidazione del fascismo (soppressione del PNF, incorporazione della M.V.S.N. nell'esercito) che hanno un chiaro significato propagandistico e tendono a dimostrare all'opinione pubblica la volontà di procedere allo smantellamento dell'apparato fascista.
Allo stesso tempo vengono presi dei provvedimenti per l'orientamento dell'opinione pubblica attraverso il controllo della stampa, la quale deve risultare «affidabile e omogenea». Viene infatti istituito il servizio di censura preventiva e si chiedeva ai prefetti di imporre direttori di loro gradimento. Assieme alle disposizioni in materia di ordine pubblico e all'impiego delle truppe in funzione antipopolare, queste misure mirano all'attuazione di un preciso piano di politica interna: la difesa incondizionata dell'assetto politico, sociale e istituzionale del paese, attraverso l'esercito e la vecchia classe dirigente del Ventennio meno compromessa col fascismo.
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