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Il primo congresso del Partito popolare italiano
Si svolge presso l'Hotel Ergife di Roma il Primo Congresso nazionale del Partito popolare italiano: «Costruiamo dal centro l'alternativa popolare». Nuovo segretario del partito, con un consenso pari al 56,6 per cento dei voti espressi, viene eletto Rocco Buttiglione. I voti a suo favore sono 2.238.300, contro 1.714.100 voti ottenuti da Nicola Mancino (pari al 43,4 per cento). La scelta di Rocco Buttiglione contrassegna il distacco del Partito popolare italiano non solo dall'intera vicenda della Democrazia cristiana, ma anche da quella più recente del Partito popolare di Mino Martinazzoli. La nuova classe dirigente, originata dal congresso, infatti, marca una netta distinzione col passato, sia in termini generazionali e sia culturali. Si tratta di un gruppo di quarantenni, formatisi negli anni Settanta all'interno del movimento di Comunione e liberazione, le cui figure di riferimento – tra le quali lo stesso segretario Buttiglione - traggono la loro identità politica e culturale non dall'interno dello stesso partito, ma da un movimento ad esso esterno. Anche la formazione culturale dei nuovi dirigenti rompe col passato. Se il nucleo dei cattolici democratici del Partito popolare ha come propri riferimenti culturali Jacques Maritain e Giuseppe Dossetti, Rocco Buttiglione – come ha notato Sandro Magister - è «il figlioccio spirituale di quell'Augusto Del Noce, per una vita critico radicale del maritenismo e dei cattolici democratici succubi della "sinistra borghese", e difatti per una vita squalificato da costoro come filosofo reazionario e retrogrado».
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