Compendio del corso monografico di Storia e critica del cinema di Bologna tenuto dalla d.ssa Paci nell' A.A. 2001/2002.
Si tratta di una ricerca sviluppata nell'ambito di un workshop universitario incentrato sul cinema del documentarista francese Chris Marker.
Da La Jetée di Chris Marker a The Terminator di James Cameron.
Analisi della struttura temporale nel cinema di fantascienza
di Nando Dessena
Compendio del corso monografico di Storia e critica del cinema di Bologna
tenuto dalla d.ssa Paci nell' A.A. 2001/2002.
Si tratta di una ricerca sviluppata nell'ambito di un workshop universitario
incentrato sul cinema del documentarista francese Chris Marker.
Università: Università degli Studi di Bologna
Esame: Storia e critica del cinema II
Docente: Viva Paci1. Il plot di La Jetée
"Questa è la storia di un uomo segnato da un'immagine infantile", così esordisce la voce narrante in questo
splendido fotoromanzo come lo stesso autore, Chris Marker lo ha definito. Una storia di fantascienza lontana
dai soliti clichè di genere, originale non solo nella forma (è realizzato con una sequenza di immagini fisse)
ma anche nel contenuto. Una storia d'amore che squarcia il tempo per culminare nella drammaticità più
assoluta. Presente, passato e futuro si mescolano nella triste galleria del dolore, che solo dal ricordo può
essere lenito. Ricordo di un dolce volto di donna che ha accompagnato in maniera ossessiva la mente di un
uomo fin da quando era bambino, durante l'atroce follia di una devastante guerra, fino al presente. Ora i vinti
sono costretti a vivere come dei topi nei sotterranei di una Parigi post-nucleare, la cui superficie è ormai
distrutta, inabitabile. I vincitori, contraddistinti da lenti binocolari, li sfruttano come cavie per esperimenti di
viaggi nel tempo. Nel presente non esistono più mezzi di sussistenza che bisogna perciò ricercare nel passato
o nel futuro. Il protagonista viene selezionato per via dell'ossessione per un'immagine, di un passato che in
lui è ancora molto forte. Ricorda ancora molto bene quella donna che da bambino vide nel molo (la jetèe del
titolo) di Orly dove andava con i genitori a vedere gli aerei decollare. Ricorda bene le immagini di un tempo
felice che ora lui può rivivere. Nel passato può ritrovare l'amore, la felicità perduta. Incontra la sua "donna-
immagine", parla con lei, condivide con lei momenti di pura armonia. Non hanno ricordi, ne progetti. Una
barriera però li divide, lui viene richiamato nel presente. I suoi aguzzini lo costringono a visitare il futuro
dove trova le fonti di sussistenza necessarie. Ora ha svolto il suo compito e sarà eliminato. Gli uomini del
futuro conosciuti in missione lo contattano nel braccio della morte, dove attende la sua fine. Gli offrono la
possibilità di seguirli nel loro tempo, ma l'uomo ha un'altra richiesta che viene esaudita: vuole tornare nel
passato dalla sua amata. Il suo ultimo viaggio nel tempo: torna a quel pomeriggio dei suoi otto anni, al molo
di Orly. La sua donna lo vede e lui le corre incontro... ma un uomo del presente lo attende, uno dei suoi
aguzzini, e gli spara. In quell'istante ricorda che quel pomeriggio, da bambino, vide non solo quel volto di
donna ma anche la morte di un uomo... e quell'uomo era lui.
Nando Dessena Sezione Appunti
Da La Jetée di Chris Marker a The Terminator di James Cameron. 2. Chris Marker. Dal documentario alla fiction
Non si può evadere dal tempo, la lezione è chiara. Non c'è scampo. Marker ne è consapevole e rappresenta
questa idea nel miglior modo possibile: una sequenza di fotografie, di immagini fisse. Fisse come le
immagini dei ricordi che solo il sogno può animare.
Il film è dominato dal ricordo, dunque dalle immagini fisse che solo in una piccola e splendida sequenza
(probabilmente onirica) si animano. Un sogno bellissimo dove la donna si sveglia e sorride, felice,
lasciandosi dietro i limiti che il tempo, la storia e la vita stessa impongono. Ma questo dura solo un attimo;
un attimo che sfugge alla velocità di 24 fotogrammi al secondo...
Non si può evadere neanche dal film. L'uomo vorrebbe saltare oltre il tempo ma non può farlo perché vi è
stato catapultato da qualcuno che lo controlla. E' la staticità che controlla il film, che gli impone la rigidità
della fotografia. Il breve attimo fuori dal tempo, dunque fuori dal controllo è solo un'invenzione, un
desiderio, una fantasia. La realtà sta nelle sequenze istantanee, dove non si può inseguire l'amore ma solo
obbedire a degli ordini. Marker ci mostra degli istanti senza alcun riguardo alla linea del presente narrativo,
perché ogni istante, sia esso futuro o passato, quando viene vissuto diviene presente narrativo in automatico.
Come le parole di un libro che si attualizzano mentre entrano in contatto con la coscienza del lettore. Questa
costante attualizzazione ci guida, fotogramma per fotogramma, attraverso l'amore ed il desiderio, forse, di
sfuggire alla realtà. Una realtà che per una volta, forse l'unica, Marker decide di "tradire" per una rapida, ma
indelebile, escursione nel campo della fantascienza. Infatti se si osserva la sua filmografia non si può fare a
meno di notare che la maggior parte dei suoi lavori siano dei documentari. Documentari particolari, d'autore,
nei quali è notevole l'impronta di un cineasta forse poco conosciuto, ma che da vita a delle creazioni
affascinanti e innovative. Chris Marker filma il reale come se si trattasse di una fiction, dice Marie Borel, e
rende l'idea di come lavori questo straordinario filmaker.
Egli osserva, raccoglie, monta e commenta le cose di questo mondo che più gli piacciono e gli servono per
capire. Le sfrutta per penetrare a fondo le questioni che gli interessano e come un collezionista conserva
tutto. Durante i suoi viaggi filma e fotografa, utilizzando le immagini come cartoline (esemplare è il caso di
"Sans soleil") affinchè gli possano rimanere a lungo nella memoria, nel ricordo, che è fragile e vittima
dell'oblio.
Nando Dessena Sezione Appunti
Da La Jetée di Chris Marker a The Terminator di James Cameron.