Una visione apocalittica
Reese come già accennato è simile al personaggio di La Jetée. Per lui non c'è happy ending. È riuscito a compiere fino in fondo la sua missione ma non è stato glorificato. Ciò che ha fatto è passato quasi in sordina. È colui che è evaso dal tempo e deve pagare il prezzo.
Se osservato sotto un ottica femminista è quasi impotente rispetto a Terminator. È stato capace di fecondare la donna, ma non è riuscito a proteggerla fino in fondo. È morto prima dell'avversario e Sarah se l'è dovuta cavare da sola. Critica al "padre assente" o più probabilmente esaltazione del ruolo di "madre emancipata e autosufficiente". Ma è proprio la grande personalità di Sarah, ormai una leggenda nel futuro, che fa innamorare Reese. In realtà non è chiaro cosa lui ami di lei: la donna? la madre? o forse proprio la leggenda? Probabilmente tutte queste caratteristiche contemporaneamente. Il termine "contemporaneamente" non è così scontato come può sembrare. È scontato per Reese, che viene dal futuro ma non per noi; riflettendoci infatti le caratteristiche di Sarah si manifestano in differenti periodi. Può essere d'aiuto tornare ancora a Ritorno al futuro. M.J.Fox è disgustato dall'idea che in sua madre (siamo nel 1955) si incarnino le pulsioni sessuali di un'adolescente. Reese invece desidera profondamente Sarah, proprio perché in lei convivono tutte le caratteristiche descritte in precedenza.
Siamo ancora in uno di quei narrative entanglements, un riferimento al futuro come ce ne sono tanti in tutto il film. Il patema della mescolanza tra presente e passato è costante, ottenuto soprattutto mediante i dialoghi. Oltre la dichiarazione d'amore di Reese si può citare un'altra battuta di valore simbolico: mentre Sarah sta lavorando (fa la cameriera) dei cliente particolarmente esigenti le danno addosso ed un bambino dispettoso le infila una palla di gelato nella tasca del camice; una sua collega allora le si avvicina per consolarla: "non te la prendere, i clienti saranno così anche fra cento anni!". Subito il montaggio ci mostra l'inquietante figura del cyborg che alla battuta della cameriera sembra rispondere un minaccioso: "aspetta e vedrai...!".
Un'altra sorta di time gap è il flash- back di Reese: mentre si nasconde in un auto presso uno sfasciacarrozze guarda un mezzo cingolato e la macchina da presa mostra un dettaglio dei cingoli e vi indugia un po'. Successivamente la m.d.p. si alza per inquadrare il mezzo intero ma una intelligente ellissi temporale ci ha già trasportato nel 2029 dove è in corso una delle solite battaglie contro i cyborg. Dunque un ellissi in stile "osso- astronave" di 2001 Odissea nello spazio, ma possiamo considerarlo un flash- back? Reese ricorda qualcosa del suo passato che per noi e per tutti i terrestri del 1985 (a parte Terminator ovviamente...) è futuro. Se mi si concede, lo definirei un "flash- forward", termine che nell'ottica del film è del tutto ragionevole.
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