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Il museo della memoria


Ci parlano anche tutte le altre immagini del film. Da quelle iniziali del molo di Orly, fino a quelle del futuro passando per le sequenze della distruzione.
Le più terribili e angoscianti sono quelle del presente: i volti freddi dei dottori resi più paurosi dalle curiose lenti che indossano e quelli angosciati delle vittime, i putridi sotterranei di Parigi e l'amaca dove si svolgono gli esperimenti.
In contrapposizione alla cupa iconografia post-nueleare, le scene del passato sono le più belle del film. Qui tutto è gioia, tutto è vero, anche i gatti ( grande passione di Marker ) ed i bambini e gli uccelli. Ci sono anche delle statue che "probabilmente sono il museo della memoria". Nel passato, cosa più importante, c'è la donna che il protagonista cerca e dei punti di riferimento sia visivi (dei segni su un muro) che temporali (una sequoia che reca delle date storiche, omaggio esplicito a Vertigo del solito Hitchcock, da cui tutto il film trae forte ispirazione).
I due amanti un giorno si incontrano in un vero e proprio tempio visivo: "il museo degli animali eterni. Oltre al pensiero che rimanda a Psyco, queste immagini hanno una potenza straordinaria Gli animali impagliati del museo sono bloccati in un tempo che è bloccato a sua volta. Bloccato nelle memorie di un uomo e nella pellicola di un film. Tutto può rivivere grazie alla magia del proiettore che può darci l'illusione dell'happening now. Ogni istante della pellicola è un frame ed ogni frame può essere proiettato oppure attendere senza che la sua statica natura cambi; eterno come gli animali impagliati, o perlomeno si desidera che sia così. Un omaggio di Marker alle cineteche e ad Henry Langlois (che fra l'altro interpreta uno dei dottori), testamento dell'immagine che sfugge.

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