Gestione di interessi e tutela dei diritti: modalità tecnico-procedurali dei processi

Le modalità tecnico-procedurali a ciò idonee sono alquanto semplici:
- il processo dovrebbe avere ad oggetto ad un tempo sia l’interesse da gestire sia il diritto o status suscettibile di essere inciso, compresso da tale gestione;
- l’efficacia della gestione dell’interesse dovrebbe essere assicurata tramite l’attribuzione al giudice del potere di emanare provvedimenti sommari urgenti a tutela dell’interesse da gestire, potere non destinato ad essere consumato dal suo esercizio;
- la pienezza della tutela giurisdizionale del diritto o status inciso dovrebbe essere assicurata tramite la previsione dello svolgimento di un processo nel quale accertare con le forme e le garanzie proprie della cognizione piena la sussistenza dei requisiti cui la legge subordina la legittima compressione del diritto;
- la previsione della legittimazione ad agire del pubblico ministero sarebbe garanzia sufficiente ad assicurare la coerenza del processo all’eccezionale rilevanza degli interessi in gioco, senza la necessità di attribuire al giudice poteri inquisitori di alcuna specie.
L’indisponibilità del diritto e ad un tempo l’eccezionale rilevanza degli interessi in gioco ed il loro carattere generale superindividuale o comunque non esclusivamente privatistico/individuale, reagisce non sulla struttura del processo, che continua ad essere quella classica del processo di parti, bensì:
- sull’allargamento della legittimazione ad agire;
- sulla possibilità conferita al giudice di provocare la partecipazione al processo di terzi interessati;
- sulla non operatività di prove legali quali la confessione o il giuramento le quali presuppongono la disponibilità dei diritti in contesa.
Queste e solo queste deviazioni necessarie rispetto allo schema di processo relativo a diritti disponibili.