Spettatore popolare e colto nell'Europa del dopoguerra
I circoli del cinema ebbero un ruolo importante nell’indurre gli spettatori ad acquisire informazioni e a scegliere i programmi. Il cinema era diventato un argomento rispettabile e un discorso collettivo sul film si diffuse in tutta Europa(dibattito).
L’aggettivo “popolare” ha anche una connotazione di povero e numeroso. Da questo punto di vista il cinema fu indubbiamente popolare. Il cinema è stato un fenomeno quasi esclusivamente urbano.
Riguardo al consumo possiamo individuare 2 diversi atteggiamenti. Gli spettatori “colti” erano selettivi, volevano sapere cosa avrebbero visto e non andavano al cinema con regolarità; erano i migliori clienti delle riviste specializzate. Dall’altro lato i lavoratori erano spettatori regolari; per loro era il costo, non il gusto, a fare la differenza.
In Inghilterra dopo il 1946 ci fu un costante decremento dell’affluenza nelle sale. In parte il fenomeno può essere spiegato dall’aumento del prezzo del biglietto. In Francia un improvviso incremento del prezzo nel 1953 determinò un calo immediato. In Germania si è verificato lo stesso fenomeno. Solo l’Italia è rimasta insensibile a questa variazione, perché gli esercenti non tentarono di recuperare troppo bruscamente i costi dell’inflazione. È interessante la rapidità del fenomeno: Inghilterra e Francia fecero registrare uno sviluppo lento. In Inghilterra l’afflusso si dimezzò in 12 anni; in Francia ci vollero più di 30 anni. Germania e Italia crebbero dopo la guerra in meno di 10 anni. I cinema tedeschi si svuotarono in 8 anni mentre l’Italia seguì, ma dieci anni dopo, il lento movimento di Inghilterra e Francia.
Gli inglesi hanno mostrato presto la loro predilezione per il cinema. La distribuzione era pressoché monopolizzata da 2 circuiti, la Rank e la Abpc.
L’avvento della tv non ha avuto un effetto automatico; in alcuni casi ha fortemente influenzato l’affluenza alle sale, ma in altri non vi è correlazione. Il caso tedesco illustra il primo aspetto. La Francia contraddice l’ipotesi dell’importanza della tv.
In generale, il cinema fu l’ “arte popolare” del dopoguerra europeo. L’interesse collettivo per i film è impressionante. Tutti gli europei parteciparono con entusiasmo ad una forma d’arte che appariva moderna, movimentata e divertente. Il cinema ha sottolineato per primo il bisogno di un nuovo stile di divertimento. Si può parlare della creazione di una sorta di uniformità culturale; tuttavia i paesi europei reagirono in modo molto diverso. Ci fu poi un altro elemento di questa uniformità: l’amato/odiato cinema americano.
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Autore:
Laura Righi
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- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Esame: Cinema e studi culturali
- Docente: Michele Fadda
- Titolo del libro: Cinema e identità europea
- Autore del libro: Pierre Sorlin
- Editore: La nuova Otalia
- Anno pubblicazione: 2011
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