Media e suicidio
Capacità dei mezzi di comunicazione di istigare al suicidio per imitazione: le evidenze di ricerca, non univoche, sembrano a favore di una conferma dell’ipotesi; le cronache di suicidi possono generare un aumento dei casi di suicidio, nonché suggerire l’adozione di modalità di suicidio analoghe a quelle dei casi riportati. L'entità dell'effetto varia a seconda della rilevanza data all'evento e a seconda della zona in cui la cronaca è stata più presente. Anche alcuni incidenti mortali (senza coinvolgimento di altri) potrebbero essere suicidi dissimulati e rispecchiare il desiderio di farla finita → aumento incidenti nel terzo giorno successivo alla notizia di un suicidio; tre giorni servono per metabolizzare la notizia o per dissimulare la relazione tra il proprio atto e quello apparso nelle notizie. Correlazione tra l'età del suicida famoso e guidatori vittime di questi incidenti.
Film sul suicidio non incide sulle frequenze totali dei suicidi ma sulle modalità di esecuzione.
La variabile cruciale risulta essere il livello di identificazione tra il soggetto e il protagonista del caso di suicidio: se elevato, favorisce maggior coinvolgimento emotivo (aumento del cattivo umore dopo notiziario), miglior ricordo della cronaca del suicidio (peggiore delle altre notizie). Risultati opposti per bassa identificazione.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Alessio Bellato
[Visita la sua tesi: "Il trattamento di gioco nei bambini con autismo"]
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Psicologia
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