Usi e gratificazioni dei media
Partendo dall'ipotesi che il problema non è ciò che i media producono per influenzare l'audience ma ciò che spinge i soggetti ad utilizzare i media, ipotizza che gli individui si espongano ai media selettivamente e con diversi gradi di coinvolgimento per gratificare specifici interessi, bisogni e necessità che li caratterizzano individualmente (e che rimandano a caratteristiche demografiche e psicologiche).
Bisogni che la fruizione dei media (in particolare TV) può gratificare:
ottenere informazioni utili (conoscenza, guida per le proprie azioni, definire la propria identità);
ottenere argomenti da utilizzare nelle comunicazioni interpersonali;
realizzare interazioni parasociali, realizzate in maniera anomala (legami affettivi con personaggi TV);
intrattenimento e svago (più attivo);
distrarsi (più passivo)
La maggior parte delle evidenze provano la validità della teoria.
Persone diverse e con atteggiamenti diversi provano gratificazione diverse dallo stesso spettacolo: nei film dell’orrore, ad esempio.
Maschi - più paura provata → più divertimento (“teoria del trasferimento dell’emozione”: abituati a mostrare maggior controllo emotivo trasferiscono e reinterpretano le esperienze di angoscia verso una susseguente sensazione di piacere a fine film, scaricano l' angoscia residua su un'emozione di piacere). Il ruolo sociale femminile, invece, prevede che possano mostrare angoscia e che non debbano tradurla. Per loro paura e piacere non devono essere associati.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Alessio Bellato
[Visita la sua tesi: "Il trattamento di gioco nei bambini con autismo"]
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Psicologia
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