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La discrezionalità del provvedimento amministrativo

La discrezionalità del provvedimento amministrativo


La discrezionalità deve essere vista, anziché una qualificazione soggettivizzata, un predicato specifico dell'esercizio di un potere amministrativo, a sua volta determinato o quanto meno individuabile nel caso concreto. Sarà l'esercizio discrezionale funzionalizzato alla ponderazione degli interessa introdotti nel procedimento: l'amm. agente non è tenuta ad aderire puntualmente a uno schema legale, già predisposto in via preventiva da una norma. La discrezionalità viene dunque a tradursi non in un concetto astratto, ma nel modo di estrinsecarsi di un potere amm.: nella gestione libera di questo da parte del soggetto titolare risiede la sua particolare qualificazione giuridica.
Il provvedimento amministrativo è stato concepito come espressione dell'esercizio discrezionale del potere: la valutazione comparativa dell'interesse primario e degli interessi secondari si radica in quella congrua ponderazione che rappresenta l'agire libero della funzione amministrativa.
Il responsabile del procedimento deve gestire la fase istruttoria in modo che la trattazione dell'affare, oltre che rispondere a tutti quei requisiti imposti ex lege, risulti in sintonia con i canoni del giusto provvedimento: nel principio di imparzialità viene a presentarsi l'inizio e la fine della libertà nell'esercizio discrezionale del potere. La soluzione finale, per essere conforme all'interesse pubblico, deve essere anche corrispondente al principio del buon andamento, cioè essere opportuna!
Per merito del provvedimento è possibile intendere la sua opportunità. Tra merito e opportunità intercorre non tanto una omonimia, ma vi è un'assoluta coincidenza.
Se merito vuol dire opportunità, il contenuto nozionale dei due termini consiste nella ottimizzazione della cura dell'intesse pubblico mediante l'individuazione della soluzione più opportuna, alla luce del principio del buon andamento, mediante l'applicazione del caso concreto dei criteri dell'efficienza e dell'economicità.
Il provvedimento per essere opportuno deve offrire un regolamento degli interessi in gioco che sia il più rispondente alla piena soddisfazione dei medesimi: in ciascun caso concreto la soluzione più opportuna non può che essere una sola. La ricerca di questa soluzione avviene con l'attivazione dell'obbligo generale di buon andamento, il quale impone la soluzione che al tempo stesso sia la più efficiente in quanto anche la più economica: si deve realizzare al meglio l'interesse pubblico. È possibile poi collocare lo stato viziante l'opportunità ovverosia l'inopportunità, nella situazione invalidante il merito medesimo.

Tratto da DIRITTO AMMINISTRATIVO di Beatrice Cruccolini
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