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Digitalizzazione. Città a domicilio e godimento ravvicinato

Digitalizzazione. Città a domicilio e godimento ravvicinato


Nel momento in cui si ha la città a domicilio, scompare l’esigenza stessa della città; il servizio può essere fornito a chilometri di distanza, e quello che deve essere garantito è unicamente l’accesso al servizio. I cittadini possono così ridurre gli spostamenti, sottrarsi alla tirannia burocratica dei tempi dell’attesa e degli orari degli sportelli. Sia per l’utente che per il luogo di erogazione del servizio, può venir meno allora la condizione di città, sostituita da una rete di collegamenti delocalizzati. Tuttavia, all’ideale del manager che gestisce tutto dalla sua villa lontana si contrappone la difficoltà dei cittadini di gestire servizi sempre più fondati su procedure astratte, tanto che si assiste a una rivalutazione dell’impiegato allo sportello, che dà concretezza al rapporto.
Si deve considerare, inoltre, la nuova organizzazione dei servizi, soprattutto quando questi non si risolvono nell’informazione: è il caso della sanità, per la quale l’informazione è preliminare al servizio, che richiede obbligatoriamente spostamento fisico.
Alcuni servizi possono allora dematerializzarsi, mentre altri hanno un ineliminabile aggancio al territorio; diminuisce il bisogno di una città come unico luogo che può mettere a disposizione tutti i servizi, anche se si sente il bisogno di occasioni nelle quali sia possibile un godimento ravvicinato, collettivo e non solitario (si pensi a concerti, mostre ecc).

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