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Rappresentatività presunta e maggiore rappresentatività


La rappresentatività presunta

Il criterio con cui alcuni sindacati sono definiti “maggiormente rappresentativi o “confederazioni maggiormente rappresentative” è storico cioè basato sul dato storico dell’effettiva azione sindacale svolta dalle grandi confederazioni.
Questo criterio storico è indicato come rappresentatività presunta.
La selezione di questi sindacati non è neutra ma politica, verso quei sindacati di tipo confederale prevalenti nel sistema delle relazioni industriali e dove meglio si tutela la solidarietà, in contrasto con gli egoismi di gruppo.


Gli indici della maggiore rappresentatività

Consistenza del numero degli iscritti, equilibrata presenza di un ampio arco di settori produttivi, svolgimento di attività di contrattazione ed autotutela con caratteri di effettività, continuità e sistematicità.
Quindi pluralità di settori in pluralità di ambiti territoriali, anche se poi le maglie sono state allargate logorando un po’ la qualificazione di maggiore rappresentatività.

La crisi della maggiore rappresentatività

La trasformazione del processo produttivo, ed il superamento della produzione di massa ha segmentato la forza lavoro in gruppi di interesse diversi a volte in conflitto.
Nascono sindacati autonomi. Il modello di rappresentatività non poteva quindi più essere presunta ma andava verificata, specie se serve per individuare i soggetti legittimati a stipulare i contratti con efficacia generalizzata.
Una volta verificata la rappresentatività in tornate elettorali, si sono rafforzate le organizzazioni Cgil. Cisl e Uil.

Tratto da DIRITTO SINDACALE di Barbara Pavoni
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