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L’esercizio del controllo sulla pulsione e differenze di genere


Secondo la Drive Theory di Zajonc (1965), la presenza di altri avrebbe un effetto eccitante sul comportamento del singolo, che porta ad intensificare azioni semplici (in compagnia si mangia il 40-50% in più rispetto a quando si è soli) o al contrario, inibire le azioni più complesse.
Le persone in gruppo tendono a mangiare di più e più lentamente perché avviene il processo di disinibizione che allenta il controllo che solitamente abbiamo nei confronti del cibo.
Da alcuni studi, si è anche rilevato il fatto che i freni inibitori vengono allentati solo se si è in compagnia di amici o parenti, in situazioni di confidenza, mentre se si è a tavola con dei colleghi, non si rileva aumento di cibo, sono gratificazioni che si vogliono evitare davanti ad estranei nel tentativo di salvaguardare la propria immagine.
La quantità di cibo mangiato può essere oggetto di giudizio sociale: se si è in sovrappeso c’è chi penserà che non siamo in grado di gestire il cibo come altre situazioni.
Chi evita i grassi, da la colpa agli obesi di trovarsi in quella situazione, quindi li puniscono attraverso l’esclusione sociale.
O ancora, se la donna è attenta al cibo, è considerata più femminile e attraente, mentre  per gli uomini non si fanno questo tipo di osservazioni.
Il consumo di acqua assume connotazioni valoriali; secondo un test dove alcune persone devono descrivere la bevitrice d’acqua si dice: chi preferisce acqua a bevande è una donna giovane, in forma, che cura proprio aspetto fisico.
Si precisa che è una donna che fa sport, è attenta alla casa e impegnata in attività di volontariato: oltre a descrivere caratteristiche fisiche, si interpretano anche quelle interiori e valoriali.
La “bevitrice d’acqua” è un modello etico da imitare.
Il “non bevitore d’acqua”  viene associato a uomo che si oppone a regole salutistiche e che predilige gusti forti. Uomo certa età, che preferisce bevande alcoliche, di scolarizzazione non elevata.
Da alcune ricerche si evidenzia come l’assunzione di cibo dipende da “ciò che gli altri si aspettano”; in particolare per le donne di classe socioeconomica più elevata, il controllo sull’alimentazione sembra essere “tra i principali doveri della donna verso se stessa e il proprio partner”; quelle con grado di istruzione più elevato invece lo interpretano come “comportamento responsabile nei confronti della salute e della prevenzione”.

Tratto da MANUALE DI PSICOLOGIA DEI CONSUMI di Priscilla Cavalieri
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