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La descrizione del significato nei dizionari


Le strategie lessicografiche per far fronte alla polisemia sono varie. Le accezioni numerate servono a far sembrare più ordinata una glossa molto lunga. Gli esempi e la fraseologia distribuiti sotto ogni accezione mitigano la bruschezza dei salti. Quanto all’ordine delle accezioni, è ormai diffuso l’ordinamento dal significato basilare a quelli figurati o specialistica. I significati arcaici, anche se sono stati i primi, finiscono in coda alla glossa. L’ordinamento storico è proprio dei dizionari storici.

I lemmi omonimici sono segnalati da esponenti numerici affiancati al lemma. Solitamente se i lemmi sono omografi ma non omofoni, il dizionario lo segnala nella grafia del lemma (pésca e pèsca) e quindi non lo segnala con l’esponente numerico, escluso lo Zingarelli (1995).

Circa la decisione di fare due lemmi omonimici per gru (uccello e macchina), l’opinione degli esperti è divisa: c’è chi privilegia l’ottica sincronica, sostenendo che quando è improbabile che un parlante istituisca un legame fra i significati, è bene fare lemmi omonimici. C’è chi invece pensa che occorra ricondurli a un unico lemma, rilevando così l’antico legame fra significati ora lontani.

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