Definizione di antonimia
Due unità lessicali sono dette antonime o contrarie quando hanno un significato contrario: bello/brutto, amore/odio. Esistono prefissi italiani come dis-, in- che premessi a una base danno il suo antonimo. L’antonimia può essere graduabile, raramente ve ne sono nel linguaggio di non graduabili, o complementari. Si può costriuire un complementare artificialmente, cioè negando un lessema: non nero è antonimo complementare di nero. Come contrari sono spesso indicate coppie di lessemi che sono piuttosto simmetrici o inversi, quali comprare/vendere, servo/padrone.
L’enantiosemia è invece il fenomeno per cui una parola può avere sia un significato, sia il suo opposto. Apparente: “che è evidente” e “che sembra e che non è”, cacciare “inseguire per raggiungere” e “mandare via, allontanare”, A volte un significato si è sviluppato da un altro, ma entrambi coesistono, come storia “resoconto vero di fatti reali” e “resoconto inventato”.
Continua a leggere:
- Successivo: Iperonimia-iponimia, rapporto parte-tutto e solidarietà lessicale in linguistica
- Precedente: Definizione di sinonimia
Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Valenza
- Università: Università degli Studi di Catania
- Esame: Linguistica Applicata - a.a. 2008/09
- Titolo del libro: Le parole dell'italiano
- Autore del libro: Carla Marello
- Editore: Zanichelli - Bologna
- Anno pubblicazione: 1996
Altri appunti correlati:
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Prestiti di lusso e falsi anglicismi nei periodici femminili italiani
- La lingua delle cronache calcistiche nella stampa italiana e spagnola
- Incontri di lingue e culture: i prestiti dalle lingue europee all'arabo
- Il linguaggio della cronaca calcistica in tv: La Domenica Sportiva, Controcampo e Diretta Stadio (2009/2010)
- ''Ho preso il pulma e sono andato casa mia alla città vecchia'' - Analisi linguistica degli elaborati di una scuola media del Borgo Antico di Taranto
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.