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Tra lessicologia, semantica e lessicografia


La lessicologia è lo studio dei lessemi di una lingua. Il lessema è un’unità lessicale a due facce (significante e significato) e appartiene al sistema, come il fonema e il morfema. Per la maggio-ranza dei lessicologi lessema corrisponde non al solo morfema lessicale, distinto dai morfemi grammaticali e derivazionali, ma all’intera unità lessicale (o addirittura a una famiglia di unità).

La disciplina che si occupa dei significati dei segni linguistici è la semantica: quando il segno linguistico è una parola, si parla di semantica lessicale. Lessicologia e semantica lessicale sarebbero coincidenti, se la seconda non fosse totalmente indifferente al significante, e invece interessata alle relazioni tra significati e alle condizioni di verità. Per i lessicologi invece il significante ha molta importanza, in particolare nello studio dell’etimologia, calchi, forestierismi.

La descrizione del significato di un segno è stata affrontata dalla semantica ispirata dalla linguistica strutturale per mezzo della scomposizione in tratti semantici o semi, sulla scorta dell’analisi dei fonemi in tratti fonetici (+ adulto), Altri sono stati Putnam (1975, 1988) e quello del prototipo.

Secondo Putnam, c’è una divisione del lavoro linguistico per cui la maggior parte dei parlanti associa a un nome di specie naturale uno stereotipo, un’idea convenzionale che non costituisce necessariamente una caratterizzazione corretta dell’estensione del nome di specie naturale.

La teoria del prototipo afferma che la rappresentazione mentale dei concetti e dei significati di parole che indicano animali, piante è organizzata intorno a esemplari tipici. Le caratteristiche pro-totipiche sono legate all’orizzonte di esperienze del soggetto più che determinate dall’estensione.

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