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Definizione di polisemia e omonimia


I lessemi possono essere polisemici, cioè avere più di un significato. In genere, i significati di un lessema polisemico hanno un denominatore comune, un significato fondamentale, poiché la scelta del significante da riutilizzare si fa sulla base dell’analogia (pensiamo alla finestra nei programmi di videoscrittura, o alla forbice dei prezzi). La polisemia è dunque il risultato del minimo sforzo che i parlanti fanno per comunicare: essi riutilizzano significanti già esistenti per nuovi significati.

Più un lessema ha realizzazioni frequenti nei testi, più fa parte del lessico centrale di una lingua, più è probabile sia polisemico, perché riutilizzare un significante comune richiede meno sforzo mnemonico che riutilizzarne uno più raro.

L’omonimia è invece il fenomeno per cui parole di origine etimologica diversa finiscono per avere significanti coincidenti. In italiano gli omonimi sono il risultato della coesistenza di prestiti di varia provenienza diventati omonimi nel processo di adattamento alla fonetica e grafia italiana. L’omofonia può essere impedita da differenze di accento tonico o dall’opposizione /e/ / /. In un testo italiano con un lemmatizzatore automatico si trova il 46% di forme doppiamente etichettabili.

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